Si vede che Simone Tomassini aveva bisogno di un pezzo tosto e cazzuto per chiudere i suoi set, le sue migliori serate di rock, birra e passione. Questo, almeno, ci viene in mente dopo aver ascoltato la sua versione de “L’italiano” di Toto Cutugno, uscita qualche giorno fa sulle principali piattaforme streaming. “Avevo 9 anni, la stessa età di mia figlia Charlotte e, come lei, provavo a imitare i cantanti che avevano calcato il palco del Festival di Sanremo di quell’anno. Tra le varie bellissime canzoni di quell’edizione (“Vita spericolata”, “La mia nemica amatissima”, “Vacanze romane”…) spiccava “L’italiano” di Toto Cutugno”, dichiara Tomassini, che proprio nel 2024 tocca i vent’anni di carriera e inizia le celebrazioni dell’anniversario rivestendo il classico di Cutugno con una contagiosa patina pub-rock da “fine dei giochi, adesso vale tutto”. In alto i boccali e si canti con fierezza, quindi.
La vena malinconica di Cutugno viene ricalibrata da Tomassini, che dà al brano un tiro più risoluto e spavaldo. Più fiero, appunto. Nonostante il ritornello a prova di bomba, le strofe di quel pezzo non suonavano, in origine, come il preludio a un vero e proprio inno. Chitarra acustica, versi da troubadour che guarda una nazione – il suo popolo – e ci rivede dentro sé stesso. Orgoglio e nostalgia. Di qualcosa che forse sta già sfuggendo dalle mani. Con Tomassini tutto assume un tono diverso, più festaiolo. L’idea funziona bene, tanto che questo classico della canzone italiana potrebbe vivere, proprio grazie a questa versione, una seconda giovinezza. E nel modo in cui meno ce lo si aspetta. Pensiamo, per esempio, al relativo video, che vanta la regia di Paolo Galassi, un chiaro tributo al mondo di Fantozzi. Presenti le comparse e i figuranti che lo scorso ottobre, a San Felice sul Panaro (Modena), hanno dato vita a “Villaggio Fantozzi”, un tributo a Paolo Villaggio e al ragioniere più vessato e amato d’Italia. Un altro “italiano vero”, seppur sui generis.
Capita quindi che Tomassini cavalchi un’intuizione semplice ma potenzialmente folgorante, lasciandoci addosso una curiosità quasi spontanea: e se questo brano fosse l’inizio di un percorso che potrebbe condurre al famoso “disco di cover”? Il modo in cui Tomassini intende la canzone è ormai chiaro, parliamo di un rock dalle tinte basic ma sempre emotivo e diretto. Sarebbe interessante vederlo applicare queste sue personali lenti al repertorio italiano che lo ha formato e forgiato. In questo senso, “L’italiano” potrebbe essere l’apertura necessaria per capire quali siano i pezzi che Simone Tomassini ha suonato – da solo in studio, ma sempre “con la chitarra in mano” – come fossero i propri.
Da segnalare che il brano sarà presente su un vinile 45 giri in edizione limitata che sarà presentato il 3 marzo (esattamente vent’anni dopo il primo passaggio televisivo di Tomassini al Festival targato Tony Renis e Simona Ventura) nel contesto di un evento che si terrà al Tartaruga Live di Villa Guardia (Como). Sul disco anche la versione originale rimasterizzata di “È stato tanto tempo fa”, il brano che Tomassini portò a Sanremo nel 2004.