Snoop Dogg in posa con una canna di quasi un metro. Immagine che gira sui social in queste ore. Molto più di un meme e di una qualsiasi inalazione psicotropa: perché Snoop Dogg è tra i tedofori nella cerimonia di apertura di queste Olimpiadi di Parigi 2024, assieme al rapper francese MC Solaar, Laetitia Casta e l’ex saltatore ucraino Sergey Bubka. Notizia simbolicamente importante che depone in favore della laicità culturale del paese organizzatore, ovvero la Francia, che ha avuto il coraggio e la visione di scegliere proprio lui: Calvin Broadus aka Snopp, che un tempo era anche Do*gy ovvero pec*rina. In un periodo storico in cui i proibizionismi vedono l’Italia spiccare per grottesca demenza baciapile: si pensi al clamoroso divieto dell’olio di canapa senza thc, escamotage di certe frange politiche in cerca di consenso tra ottuagenari abbandonati ai clamori cattoapocalittici delle tv pomeridiane. La Francia invece decide di cedere la fiamma olimpica a un grande e risaputo cannaiolo, oltre che celebre artista transgenerazionale.
Ciò significa che ai francesi piace vivere e godersi la vita, a prescindere che dopo votino Le Pen o Macron. Lo dico da genovese, ogni volta che capito nella gemella Nizza. Quel tutto che c'è da noi, ma che lì funziona, senza alcun provincialismo, e che depone a favore di un paese che spesso prende di mira certe goffaggini italiane, dal calcio in su. In questo caso, ci hanno a dir poco superato, sia a destra che a sinistra: immaginate le imbarazzanti interrogazioni parlamentari e la tigna di certi nostri giornalisti, ormai servi dei politici che contano, se il nostro comitato olimpico avesse dato la stessa chance a Snoop Dogg. In questa afa durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024, non ci resta che prepararci al momento in cui Snopp Dogg terrà in mano il suo fiammone. Secondi che passeranno alla storia per tutti noi cresciuti ascoltando Doggystyle, guardando i suoi video su Mtv, tra bandane, nuvole di fumo, feat con Dr Dre, Xzibit, Pharrell e coreografie di cu*i bellissimi; e poi quando interpretava Huggy Bear nel remake di Starsky&Hutch e la leggendaria svolta al rastapharianesimo e al reggae in cui diventa Snoop Lion.
È un meritato premio alla carriera per un artista poliedrico che dagli anni '90 è riuscito ad affermarsi e a evolversi col duro lavoro, tra dischi d’oro, controversie legali, arresti e continue mutazioni che l’hanno portato a diventare pacifica icona pop, tra le più divertenti al mondo, ma senza mai rinnegare nulla delle sue origini e abitudini private. Perché il binomio di Snoop, la cannabis, è endemico e continua senza reticenze o ipocrisie. Cosa non da poco, specie qui in Italia, paese in cui le star, colte sul fatto, vengono processate e danneggiate da media e tribunali dei social, costrette a inginocchiarsi e a chiedere scusa. La libertà non è solo teoria, ma materia da mettere in pratica: c’è solo da stabilire quanto questa possa sconfinare e ledere le libertà altrui. E siccome la parola libertà è bella e in quanto tale ridonda, non mi resta che concludere con il francesismo del momento: Liberté, Egalité, Snoop Doggité.