Ascolti Pierluigi Bersani e capisci perché la sinistra in Italia è all’angolo: un branco di sofisti che promette “gentilezza” e “democrazia” ed appoggia guerre suprematiste economiche di stampo antidemocratico, decise senza passare dal Parlamento Ue. La follia collettiva di una sinistra che va in piazza per sostenere una Ue che si riarma e promette una guerra per la supremazia fra 5 anni la capisci in un piccolo paese fra Emilia e Lombardia, ascoltando un dinosauro ex Pci-Pds-Ds e Pd.
Devo dire che lo affronto prevenuto. Vado da accompagnatore, sapendo che farò parte di una claque di gente che applaude, ma sono abbastanza battagliero: decisamente incazzato. So già che a Roma la sinistra manifesta per la Ue guerrafondaia e anti democratica di Ursula Von Der Leyen e mi ricordo le ultime parole che ho sentito di Bersani, mentre era ospite da Floris a La7, in cui definiva i sostenitori di Trump: “malati di tafazzismo”. Eh già. Mentre mi vesto incazzatissimo ripenso all’alternativa democratica: un Biden da ricovero, che stringe mani a persone inesistenti e fa guerre come se fossero feste di Natale. Il nervoso sale, sale e sale ancora. In fondo, con Veltroni, la sinistra copiava a piene mani da Obama: “yes we can”, noi possiamo… sì, noi possiamo essere patetici e senza dignità.

Il tafazzismo è di gente che parla di democrazia e pace per il popolo mentre sostiene tirannia e guerra per chi ama i ricchi, eppure vado a sentire Bersani prevenuto e curioso. È un uomo che ha guidato la sinistra per diversi anni ed ha deluso eppure, quando lo senti, qualcosa del tuo essere stato giovane di sinistra si sente appagato e si risveglia: "L'Unione europea deve essere rifondata! Bisogna abbandonare questa basata su interessi economici e potenze nazionaliste. Non lo dovrebbero fare tutti gli Stati Ue, solo quelli che si richiamano ai valori sociali e all'idea di libertà che hanno spinto alle prime collaborazioni europee". A bocciare la Ue di Ursula Von Der Leyen non è l'esponente di un partito nazionalista di nicchia, né il "solito" Matteo Salvini, che oggi bacchetta l'Europa e domani la salva, ma l'ex ministro Bersani, davanti ad una platea di poco più di 100 persone, nella sala "Cine Fox" di Caorso, durante la celebrazione del martirio di Antonio Carini, partigiano di Monticelli d'Ongina, trucidato dai fascisti a Meldola 81 anni fa. Sarà la vicinanza della centrale nucleare (l'unica in Italia, chiusa da tempo) ma Bersani cala l' asso che non ti aspetti: boccia la Ue che è una sorta di divinità intoccabile per tutto il Pd.
Una scelta immotivata e irrazionale con un bello scorno di chi crede negli ideali di sinistra e si sente orfano, come il sottoscritto. La bocciatura arriva mentre a Roma, la sinistra italiana, si fa e ti fa male: decine di migliaia di anziani (tutti over 60 per la maggior parte) manifesta dietro a Michele Serra per una Unione Europea più forte. Nelle interviste un altro “vecchissimo”, Romano Prodi, parla di esercito europeo e non si rende conto che servirebbe solo ad assoggettare la democrazia. Dal palco Serra sragiona di “gentilezza” e “democrazia”... difficile capire come possa farlo mentre la Ue della Von Der Leyen promette un maxi riarmo, la guerra come soluzione e paventa l’inizio di un conflitto fra 5 anni. I giovani in piazza con queste cariatidi non ci sono, ed è un bene! Dimostrano di non essere stupidi e di non voler morire per nulla, per giochi di potere fra potentati economici capitalisti. Bersani era presente a Monticelli d’Ongina in veste di presidente dell'Istituto di storia moderna di Piacenza; l'ex guida del PD ci regala un interessante intervento che tratta di Resistenza, eroismo e nuove sfide. Finalmente si sentono parole di sinistra, che non potranno mai dire Elly Schlein e Stefano Bonaccini, le due guide attuali del PD.

La prima ha un armocromista, che paga lautamente, per decidere i colori dei vestiti che indossa, il secondo si depila le sopracciglia come i vecchi divorziati che tornano ad andare in discoteca per provare a rimorchiare: improbabili come leader della sinistra entrambi, troppo alto borghesi per essere credibili. Sono ottimi blogger, buoni portaborse ed inesistenti come pensatori o leader politici. Inutile aspettarsi dai due un pensiero articolato e profondo, al massimo frasi spot da titoli di giornale e banalità fritte e rifritte, copiate dai giornalisti di punta del Paese.
Il pensiero della sinistra è diventato una accozzaglia di banalità liberal-borghesi che ha deluso chi sogna ancora un partito che pensi all’interesse dei più deboli. La piazza di Roma si conferma così: tanti vecchi che continuano a ripetere slogan pacifinti, mentre ti portano alla guerra e alla dittatura. Già, perché la Von Der Leyen il maxi riarmo lo decide senza passare dal voto del Parlamento Europeo. Mentre ci penso e vedo l’azione di forza anti democratica evidente e prepotente mi viene da vomitare pensando ai “democratici” che parlano di “gentilezza”. A Monticelli d’Ongina, ai presenti (membri dei sindacati pensionati CGIL e associazione nazionale partigiani di Piacenza e Forlì-Cesena, ai sindaci di Meldola, Roberto Cavallucci, e Monticelli d'Ongina, Gimmi Distante, oltre ad assessori di Caorso e ad una scolaresca di Meldola), Bersani regala una bella lezioncina e un ritorno al passato. L’uomo risente del peso degli anni, nelle rughe (una caratteristica di tutti quelli che stanno andando nella direzione sbagliata) e nella postura, ma l’eloquenza è ancora spedita e forte. Ascoltarlo è interessante e sfidante, anche se fa venire il nervoso.

Parte dal sacrificio di Carini, torturato per 15 giorni dai fascisti e ucciso, senza fare la spia sui compagni, parla di una dimensione proletaria e popolare della Resistenza, riflette sulla figura internazionale dell'eroe (impegnato anche in Argentina e Spagna a combattere il fascismo), e dell'importanza di non riscrivere la storia. Scivola, e scivola forte, quando dice che gli Usa hanno sempre combattuto fascismo e nazismo, dimenticando che a partire dal 1945 si sono avvalsi di militari fascisti, come il principe Borghese, e di nazisti, che hanno liberato, fatto fuggire e arruolato nei proprio servizi segreti, anche per organizzare colpi di Stato in vari Paesi di America Latina e Africa. In Italia hanno contribuito a creare Gladio e sostenere gli attentati che hanno insanguinato il Paese, creando la “strategia della tensione”: hai capito caro storico Bersani? Se non dobbiamo riscrivere la storia inizia tu a dare il buon esempio. Afferma che la brutalità degli anni del Secondo conflitto è ben presente in altri Stati del mondo e persino in Europa: "Questo 'mai più' ce lo dobbiamo sgombrare dalla testa", incalza. "La brutalità fascista e nazista esiste ancora a Gaza, dove muoiono bambini, in Ucraina, in Sudan e in altri angoli del mondo. Escono sempre più pulsioni fasciste e naziste, la guerra è sempre più corteggiata come igiene del mondo. La guerra è una opzione. Credo che la ragione sia il passaggio a un nuovo salto tecnologico: le grandi potenze vogliono prendersi il futuro, afferrarlo. Cambiano: economia, lavoro e materie prime. Le terre rare sono quello che fu il petrolio nel '900".
Le parole sono forti e precise, provi a chiederti se le hai sentite da lui quando è ospite da Floris su La7, forse si... Ma da Di Battista. La sinistra riscopre la sua anima più antica, quella che Schlein, Bonaccini e compagni hanno perso, accordandosi a "c'è un aggredito e un aggressore" o "a Gaza si combatte Hamas", in generale ai poteri forti ed a un cerchiobottismo che li fa uscire insipidi: non hanno mai una posizione chiara su nulla e fanno solo imbestialire. Chi è pacifista e di sinistra può solo rivolgersi a Conte o, se è un po’ in confusione, a Rizzo, meglio con Di Battista o Orsini e pochi altri. "Il nazionalismo riprende ovunque, ma l'Europa deve riscoprire le sue radici: stato sociale, tasse progressive, sanità, servizi, e la libertà, che l'hanno resa un faro", ribadisce Bersani. Quindi ti dici: “Cazzo, ma allora lo sa che questa Ue è piena di capitalisti fascisti che vogliono portarci in guerra. Come fa a starci in mezzo ed a sostenerla?”.
Mistero, perché non lo spiega! Ma dove sono andati tutti i papaveri del Pd che facevano a gara per farsi vedere alla marcia della pace di Assisi? Sono a Roma con le bandiere blu a sostenere una Ue che si arma pronta a iniziare una nuova fase colonialista e a mettere un fucile in mano ai loro nipoti. A sentirlo il nervoso cresce: arriverà a dire qualche cosa di definitivo, di certo, contro ciò che accade?! Il suo discorso chiaro dovrebbe portare la sinistra a essere contro le maxi spese del riarmo, ad essere per la pace in Ucraina da fare con la Russia, a condannare i crimini di Gaza, a togliere l’appoggio alla Von Der Leyen, e invece... Invece resta tutto un bel volo di fantasia, si capisce perché all'epoca non "smacchiò il giaguaro".

Manca di indicazioni certe, Bersani. Per i presenti l'applauso è d'obbligo: finalmente un ragionamento di sinistra da un uomo del PD, anche se Bersani non dice cosa bisogna fare e non ha il coraggio di togliere l’appoggio alla Von Der Leyen e di giudicare le sue ultime azioni “fasciste”, come sono. La celebrazione finisce, ci si trova all'ottima trattoria "Lo spuntino" di Roncarolo e tutto finisce fra un bicchiere di "Gutturnio" della cantina di Montemartini, con antipasti, bis di primi e arrosto con patate. Un tiramisù per chiudere: la sinistra può tornare a dormire facendo finta che Trump sia il male assoluto, che Biden fosse un uomo sano e Obama un grande politico. Bersani esce dal locale, saluta gli studenti: “In gamba ragazzi”. Ma in gamba per cosa? Per lottare per cosa? Per non farsi fregare da chi fra 5 anni gli metterà in mano un fucile con la complicità di questi gentili vecchietti di sinistra? Non si sa.
n un mondo in cui solo le armi sembrano garantire i valori e un cowboy, Trump, diventa speranza di pace, la sinistra sparisce ancora nel nulla. L’ultimo leader del Pci-Pd politico se ne va via, come un vecchio dinosauro. A Roma la scenata folle di una sinistra europeista che appoggia una Ue non democratica e guerrafondaia si consuma senza dignità e con amore del grottesco. La storia sta arrivando e busserà forte svegliandoci. Carini di sicuro si sta rivoltando nella tomba. Il nervoso resta e la sinistra è smacchiata, impalpabile. L'amico che è al tavolo con me è di formazione cattolica, ma è un bel pensatore e resta allibito come me davanti a queste incongruenze evidenti e grottesche.
Il sindaco di Meldola, altro amico, si avvicina e mi chiede che ne penso del discorso di Bersani, come a dire: "Visto che oratore che abbiamo in questa giornata?". Gli vomito addosso ciò che penso e resta interdetto. Bofonchia un "in effetti”, ma non reagisce. Non vuole essere svegliato: questo è il dramma della sinistra italiana, di chi è in piazza a Roma, vuole continuare a vivere un sogno anni Settanta, con slogan e una visione della realtà da cervello spento. Torno a casa con lo stomaco pieno, una incazzatura inarrestabile, che cresce quando guardo i video con le parole di Serra sul palco romano.
Ecco il vero tafazzismo: gente in blu che parla come militi in nero, usando parole come “gentilezza” e “democrazia”. Non ci sono i giovani a Roma, solo over 60 e questo accende la speranza. Questa sinistra che rimpiange Biden forse è tutta da ricovero, di certo non merita più un palcoscenico. Forse il nostro futuro non è così nero come appare.
