Mi sembra che ci sia in atto un bel cortocircuito. Tutti gli europeisti che gridavano al “puzzone” nei confronti di Donald Trump, tutti gli entusiasti del sistema bancario europeo che gridavano allo scandalo per i dazi che Trump ha imposto o vuole imporre, intellettuali antifascisti e di conseguenza antitrumpiani, nel momento in cui Vladimir Putin si mostra perplesso nei confronti della tregue dei trenta giorni nel conflitto con l’Ucraina, improvvisamente, sono diventati tutti ipertrumpiani e un pochino anche guerrafondai. Mi chiedo: in che mondo vivono? Ma davvero vogliono discettare delle cose del mondo senza essere uomini di mondo? Io, quando vedo incoerenza e mancanza di logica, nelle faccende di guerra, sospetto subito la presenza della propaganda: sono fatto così, sospetto; mi aggiro camminando come la Pantera Rosa sospettando a destra e a manca. Mi auguro soltanto che siano pagati dai servizi segreti americani, o russi, o ucraini, o almeno che qualche azienda produttrice di armamenti militari faccia loro un bonifico sotto una qualche giustificazione, magari letteraria e intellettuale. Perché se no che mi fate? Propaganda gratis? Bravi scemi. Perché adesso, mi pare, la tesi in voga sia: Putin non ha voluto la guerra e dunque è un guerrafondaio. No, perché Putin cosa doveva fare? Dire: “Sì Donald, certo Trump, ma che bei capelli che hai! Tu tracci il solco e io lo difendo!”. E chi lo sostiene? Gli stessi che fino a un momento fa sostenevano che Trump fosse un pazzo. Ma è ovvio che Putin non è lì per ubbidire ai desideri di Trump, dell’America e della Nato.

E così sostenete che Putin è un guerrafondaio quando siete tutti adoratori di Volodymyr Zelensky, che vuole soldi, soldi, soldi, per fare guerra, guerra, guerra, e ha decretato il divieto di espatrio per i cittadini in età di leva, ossia dai diciotto ai sessant’anni (diceva Umberto Eco: “Se in una taverna c’è scritto ‘vietato sputare’ è perché in quella taverna sputano”; se Zelensky mette il divieto di espatrio significa che questi ucraini pronti a imbracciare le armi in nome della difesa della patria, in realtà se ne vogliono scappare). A voi tutto questo sembra logico e coerente?

Adesso abbiamo anche il riarmo europeo: ottocento miliardi, miliardo più miliardo meno. Un paio di giorni fa, su Instagram, mi è capitato un reel di un tizio fruttariano che non è il massimo della simpatia, ma ha idee strambe e interessanti sull’agricoltura: gli alberi non vanno potati e cose di questo genere. Purtroppo non mi ricordo il nome. In ogni caso ha chiesto a ChatGpt quanto sarebbe costato piantare alberi da frutto in quantità tale da fare sparire la fame del mondo: duecento miliardi di dollari. Ho provato anche io. Mi ha dato la stessa risposta. Noi ne vogliamo spendere quattro volte tanto per riarmarci. Non sono un pacifista, non ho mai partecipato a Miss Italia anche se sono sicuro avrei vinto. Ma di una cosa sono certo: siete tutti pazzi.
