Quest'anno, senza alcun dubbio, il concerto più atteso a San Siro è quello di Taylor Swift, in programma ieri e oggi con il suo The Eras Tour. L'unico precedente della popstar in Italia risale a marzo 2011, quando si esibì al Forum di Assago con Emma come artista di supporto, solo cinque mesi dopo aver presentato il singolo “Mine” a X-Factor. Da allora, nessuna altra apparizione. In effetti, la cantautrice statunitense non ha mai goduto in Italia del successo travolgente che ha avuto in altri Paesi, nonostante le due date italiane siano andate sold out in pochi minuti. Ma è veramente così?
Gli esperti sostengono, comunque, che la soprannominata “Madonna dei giorni nostri”, sia l'unica capace di influenzare le elezioni presidenziali statunitensi con un semplice tweet. Inoltre, i suoi concerti hanno un impatto economico tale sulle città che li ospitano da aver portato alla creazione del termine “swifteconomics”. Ma perché due concerti di Taylor Swift a Milano dovrebbero avere un impatto economico superiore a sette concerti di Vasco Rossi nello stesso stadio? Misteri della fede (o del fanatismo?). Di sicuro, la prima data milanese ha dominato il dibattito sui social: l'hashtag #MilanTSTheErasTour ha generato quasi 40 mila post su X. Tra gli avvistamenti di celebrità a San Siro (come i piloti Charles Leclerc e Pierre Gasly), le segnalazioni sui nuovi outfit di Taylor (in particolare quello per la “Fearless Era”) e le improvvisazioni divertenti, come quando Kam, uno dei performer della popstar, ha urlato “Col ca**o”. Tuttavia, migliaia di commenti sono di natura prettamente polemica, in riferimento al presunto finto sold out.
“Perché il parterre è vuoto?”. Si chiedono in massa gli utenti, esprimendo il loro sconcerto. Qualcuno risponde: “In Italia non l'abbiamo mai considerata, se non fosse stato per i fan americani non avrebbe riempito San Siro”. La statistica conferma che il 30% degli spettatori è straniero. Un altro rincara la dose: “Da quello che si vede, lo stadio è pieno solo al 50%. Taylor Swift è un meme, nessuno la conosceva davvero fino a quando non è esplosa sui social nel 2022”.
Si ipotizza che la questione possa essere legata alla sicurezza, ma la teoria viene rapidamente smontata: “Con Vasco lo stadio era pieno!” E un altro aggiunge: “A quello dei Coldplay (4 date allo stadio Olimpico), non c'era questo vuoto”. “Per Vasco e Max Pezzali non c'era un metro di spazio, era totalmente pieno”, confermano altri ancora, evidenziando il contrasto con la situazione attuale.
La questione sembra essere legata ai prezzi esorbitanti, cifre al di fuori della portata della maggior parte degli appassionati: “Va bene la sicurezza ma qui si tratta di biglietti invenduti, probabilmente a causa dei prezzi assurdi”. Si continua: “Forse perché era il pit VIP e i biglietti costavano troppo?”. Si ritorna sempre al solito punto: “Dillo ai bot dei bagarini che impedivano di comprare i biglietti”, scrive un altro deluso. Il dibattito non si placa: “È normale che i biglietti siano rimasti invenduti, viste le cifre a cui la gente li ha messi in vendita”.
Ma di che cifre parliamo, esattamente? È presto detto: i biglietti per le due date italiane, andati ufficialmente esauriti in un batter d'occhio, sono stati poi rivenduti a peso d'oro sui siti di secondary ticketing e sulle piattaforme di compravendita tra privati. A titolo di esempio, il Codacons ha riportato che per la data del 14 luglio un sito proponeva una coppia di biglietti (non vendibili separatamente) alla “modica” cifra di 13.334 euro.
Un'altra piattaforma, per il concerto del 13 luglio, chiedeva ben 4.677 euro per un singolo biglietto. Su Ebay, invece, si potevano trovare biglietti al prezzo di 3.000 euro ciascuno. Di conseguenza, molti biglietti sono rimasti nelle tasche degli speculatori, ed erano ancora disponibili pochi minuti prima dell'inizio del primo live. Questo svela il finto sold out, confermato da vari video che circolano in rete. Invece delle 130.000 persone previste in due giorni, probabilmente ne arriveranno molte meno.