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Techno patrimonio Unesco: perché è importante? È il riconoscimento a un rito collettivo: non solo di Berlino, anche italiano, tra dj, festival e...

  • di Dan Mc Sword Dan Mc Sword

17 marzo 2024

Techno patrimonio Unesco: perché è importante? È il riconoscimento a un rito collettivo: non solo di Berlino, anche italiano, tra dj, festival e...
La musica techno è diventata patrimonio dell'Unesco. Ok, e quindi? Perché è importante? Lo è perché il riconoscimento non è a qualcosa di materiale, ma a un rito collettivo, nato a Berlino e arrivato anche in Italia, dove il movimento dell'elettronica, pur non celebrato come in altri Paesi, è ancora vivo e lotta assieme a noi. Anche se da queste parti...

di Dan Mc Sword Dan Mc Sword

Che cosa è la techno? La miglior definizione è stata data da uno dei suoi padri fondatori, il dj e produtture statunitense Derrick May: “La techno sono George Clinton e i Kraftwerk chiusi insieme in ascensore”. La musica techno significa innovazione, rivoluzione, energia, emozioni. Da qualche giorno la techno – in particolare quella berlinese – è molto di più. Ora la techno berlinese è stata ufficialmente riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dall'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura; decisione presa in seguito alla candidatura avanzata qualche anno fa, principalmente dall'associazione no-profit Rave The Planet. Oltre alla techno, sono stati inclusi nel prestigioso elenco il sidro di mele Viez, l'alpinismo in Sassonia, il canto tradizionale di Finsterwalde, la corsa dei Perchten a Kirchseeon e il ricamo bianco di Schwalm.

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“Le nuove inclusioni non soltanto illustrano le nostre diversità e le vaste tematiche culturali presenti in Germania, ma stabiliscono il concetto che si oppone alla ridicola separazione tra cultura alta e cultura popolare – ha affermato il Ministro di Stato per la Cultura Claudia Benedikta Roth - Da più di 30 anni la techno è un riferimento importante anche per molte persone che vengono a Berlino da tutta Europa e dal mondo intero. La cultura techno berlinese rappresenta da molti anni valori come la diversità, il rispetto e l'apertura al mondo. Tutto ciò fa parte della ricchezza culturale del nostro paese”.

Berlino è una delle indiscusse capitali mondiali della musica elettronica, la culla della techno insieme a Detroit, uno ruolo acquisito da tempo grazie ad eventi come la Love Parade e club quali Berghain-Panorama Bar, Tresor e Watergate. La techno si estende dalla melodic alla hard con diverse fasce intermedie, la techno è inclusiva in quanto da anni vede protagoniste tantissime dj donne, come la tedesca Ellen Allien, le belghe Amelie Lens e Charlotte de Witte, la russa Nina Kraviz e tantissime altre, delle quali ci siamo già occupati in un precedente articolo. Un movimento di portata mondiale e che vanta un notevole seguito anche in Italia, grazie a una serie di dj che fanno da capofila e diversi locali la cui programmazione non può prescindere dalla techno. 

Tutto questo non significa che presto vedremo analoghi riconoscimenti anche in Italia, così come difficile in tempi brevi auspicare che i dj nostrani siano insigniti come succede in Francia con la Legion d’Onore. Mai disperare, in quanto il movimento techno in Italia è vivo e lotta insieme a noi più che mai, anche se le battaglie di retroguardia relative ai rave e la confusione che regna in materia non aiutano di certo. Perché anche in Italia arrivino pronunciamenti come quello berlinese sono necessarie due condizioni: innanzitutto deve decadere ogni pregiudizio relativo alle discoteche e alla musica che propongono da parte dei media e degli italiani; al contempo il settore dell’intrattenimento serale e notturno deve strutturarsi meglio, diventare più coeso e meno autoreferenziale. Vasto programma, avrebbe detto Charles De Gaulle.

techno
Techno berlinese? Patrimonio Unesco?

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