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Tiziano Ferro, dopo il marito,
divorzia dal manager storico.
C'è chi dice voglia mollare
la musica, ma Cremonini insegna...

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

8 gennaio 2024

Tiziano Ferro, dopo il marito, divorzia dal manager storico. C'è chi dice voglia mollare la musica, ma Cremonini insegna...
Tiziano Ferro, ormai lagna di professione, si separa anche dallo storico manager, colui a cui deve praticamente tutto. E c'è chi dice voglia mollare ogni cosa, visto i flop degli ultimi dischi e il poco desiderio di scrivere, e figuriamoci cantare nuove canzoni. A differenza di Cremonini...

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Mai una gioia, Tiziano Ferro, che è stato mollato anche dal suo manager storico. Quel Fabrizio Giannini, la cui liaison professionale durava da ben 23 anni, e a cui deve praticamente tutto, visto che prima di lui, parola dei produttori degli inizi, Alberto Salerno e Mara Maionchi, non se lo filava nessuno. Per chi non sapesse la storia, furono infatti Salerno e Maionchi a convincere l'etichetta Emi a puntare sul divo di Latina, e al suo fianco arrivò Giannini, che gli fece firmare il contratto per l'uscita del suo primo disco, Rosso Relativo. Comunque il divorzio, eclatante ma non sorprendente, è stato annunciato da un laconico messaggio IG in cui Fabry - per i fan - si pronuncia così: “dopo 23 anni, finisce il mio rapporto professionale con Tiziano Ferro. È stato un percorso lungo, bello e ricco di grandi soddisfazioni. Adesso nuove sfide e obiettivi per entrambi...”. Quali, di grazia?

Ferro e Giannini
Ferro e Giannini

Quindi la conferma del cantante che ufficializza la rottura, e che non perde occasione per piangersi addosso: “È finita un’epoca. Ti auguro tutta la luce che ti meriti, e che io non ho più...”. In sostanza, a rimarcare che di scrivere canzoni, figuriamoci cantarle, non se parla. Poche settimane fa, a ridosso di Natale, tanto per rallegrarci, aveva infatti ammesso di non essere più capace. Che sia tutto riconducibile al divorzio e al delicato momento personale per via dell'affido dei figli? Fino a un certo punto. Perché il famigerato blocco-buio (per usare di riflesso le sue parole), se di blocco si tratta, persiste ormai da tempo, e perlomeno dai risultati deludenti, per non dire colossali flop, degli ultimi due album, caso vuole quelli senza Michele Canova-ex produttore (Il mondo è nostro e Accetto miracoli).

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Qualcosa che era sotto gli occhi di tutti, e che si è preferito negare. “Il mercato va a rotoli, magari questo disco (l'ultimo, che ha conquistato il disco di platino solo dopo un anno) non ha raggiunto con sufficiente forza i cuori delle persone o forse la mia scrittura e il mio canto non sono all’altezza delle vecchie aspettative”. Un'autocritica che aveva stupito molti, e da cui dovrebbe ricominciare. In fondo Ferro ha solo 43 anni, gli stessi di Cesare Cremonini, che però ha ancora qualcosa da dire, e lo dimostra la sua voglia di sperimentare e alzare l'asticella di continuo. Quei due sono gli ultimi di un mondo che non c'è più, che riempivano gli stadi, che vendevano dischi (ve li ricordate, i dischi?). Ferro ha 43 anni, si diceva, e abbastanza forza di volontà da essere un ex ciccione e ex alcolista, abbastanza talento da essere una delle ultime popstar italiane, e sta lì a raccontarci il dramma, che dramma non è. Abbastanza trash da farti piangere a C'è posta per te, ma non più di questo. “Che abbia deciso di piantarla qua”, si vocifera nell'ambiente. Peccato, ma sempre meglio che sfornare altre canzoni scadenti.

Mara Maionchi e Alberto Salerno
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