Il rap italiano domina le classifiche, sai che novità. Nella “top Italia” di Spotify, escluse una decina di posizioni, troviamo i soliti nomi. C’è Lazza (che è riuscito a piazzare tutti i brani di “Locura”, il suo ultimo album e disco di platino in una sola settimana, in classica), Anna, Shiva, Tedua, Tony Effe, Fedez. Il rap piace, è un genere di successo, e si potrebbe andare avanti a scrivere una lunga serie di ovvietà. Il punto è: ci stancheremo? O, ancora meglio: ci annoierà ritrovare sempre e solo gli stessi nomi negli album? Perché farsi questa domanda? Sorge spontanea, a ben pensarci, guardando l’elenco degli ospiti di “Containers”, il nuovo album di Night Skinny in uscita l’11 ottobre.
I nomi sono tanti: Geolier, Ernia, Luchè, Lazza, Tony Effe. E ancora: Noyz Narcos, Nerissima Serpe, Guè, Fabri Fibra, Rkomi, Bresh, Tedua, Madame, Jake La Furia. No, non sono finiti. Alla lista mancano: Rasty Kilo, Emis Killa, Tony Boy, Kid Yugi, Simba La Rue, Paky, Papa V, Shiva, Anice, Artie 5ive e Capo Plaza. Tantissimi nomi, ci si perde quasi a leggerli tutti. Fantastico, ma non mi sembrano già visti in almeno altri cinque dischi usciti solo nel 2024? Direte: magari saranno delle combinazioni inedite. Ma questi artisti, chi più chi meno, hanno già lavorato insieme. Si conoscono, vanno agli eventi insieme, sono amici. Sanno di essere da quella parte del rap game “forte”, che fa volare gli stream e fa fare i dischi d’oro e di platino.
Ma non hanno un po’ rotto il caz*o questi dischi che suoneranno anche diversi, ma ci ripropongono sempre gli stessi artisti? Sì, lo scriviamo senza aver ancora ascoltato il disco di Night Skinny, che potrebbe essere potenzialmente un bellissimo album, come un flop allucinante. È più probabile che poi alla fine stia nel mezzo: un disco godibile, stra pieno di artisti che in questo momento sono la punta di diamante del rap italiano, ma che poi chissà se rimarrà. Night Skinny, tra l’altro, nei suoi ultimi album (vedi “Mattoni” del 2019 e “Botox” del 2022) ha sempre richiamato gli stessi rapper, con qualche piccola variazione e sorpresa. A furia di ripetersi, non si è stufato pure lui? Evidentemente no. Il problema comunque non è solo del producer, ma generale di molti progetti usciti negli ultimi mesi, ma anche anni.
L’unico, almeno per chi scrive, che si prende sempre “il rischio” di fare qualcosa di diverso è Mace. In parte, ha provato a farlo anche Sick Luke con “X2”, e ci è riuscito. Per dare una rinfrescata alla scena rap italiana bisognerebbe cominciare a rimischiare le carte in tavola. Perché sarà anche bellissimo lavorare con Guè, che di base non ne sbaglia una, ma di rapper della nuova scuola (e non) in Italia ce ne sono tantissimi, che magari non faranno i numeroni, ma hanno la “penna carica” e potrebbero essere una novità interessante, almeno per chi consuma moltissimo rap e si è un po’ stufato di vedere sempre i soliti nomi.