Fra le nuove uscite della settimana sono state quelle dei grandi nomi a monopolizzare l’attenzione, ma c’è un sottobosco di brani inediti che vive e vegeta nell’ombra, quelli degli emergenti che hanno la freschezza della novità e la forza della gioventù. Dopo il successo internazionale con i Måneskin, è arrivato il chiacchieratissimo debutto da solista del frontman Damiano, all’occorrenza Damiano David, che punta a un pubblico internazionale affiancandosi al musicista e producer britannico Labrinth. Al di là del testo, che non è il punto forte del pezzo, Silverlines mette in risalto le doti canore di Damiano, che raccoglie così tutta l’eredità dei virtuosi del pop rock mondiale, da Freddie Mercury ai Muse, dai Coldplay all’intramontabile Elvis Presley. Un esordio promettente che non si poteva più rinviare. Abbiamo già parlato tanto di Ciao di Laura Pausini per il suo aspetto “leggermente” modificato in copertina, ma il pop chiede anche questo, un’apparenza al passo coi tempi e così è anche la musica di Laura, sempre uguale a sé stessa ma un po’ più alla moda. I fan non saranno delusi e se passa in radio anche i più accaniti detrattori non cambieranno stazione. Anche per Cesare Cremonini è giunto il momento di riaccendere i riflettori e lo fa con Ora che non ho più te, il racconto di una separazione vissuta con maturità, in cui il dramma lascia spazio alla consapevolezza, non senza nostalgia. Con questo brano il cantautore bolognese si dichiara pronto a rilasciare un nuovo progetto discografico, di cui ancora non è nota la data di uscita, ma che sarà “fatto di tante scenografie” che saranno svelate nel tempo, canzone dopo canzone.
Tolti i nomi più chiassosi possiamo guardare alle pubblicazioni che non sono intercettate dal pubblico generalista, a cominciare da un po’ di donne. Erica Mou pubblica Madre, la colonna sonora del suo nuovo libro Una cosa per la quale mi odierai, un romanzo autobiografico in cui racconta il suo vissuto con la madre “dal mio primo respiro all’ultimo di mia madre”. Lei lo annuncia come la chiusura di un cerchio, perché è vero che è una dedica a sua madre, ma anche a se stessa, visto che da poco è diventata madre a sua volta. Una canzone delicata che forse esclude un po’ di sensibilità, ma quelle che intercetta le addolcisce come un balsamo. C’è poi Emma Nolde che con la sua immagine e timbro non uniformati propone una visione non consumistica delle relazioni, inneggiando in Tuttoscorre alla pratica del recupero al posto di quella più consumistica della rottamazione (“Proverò a salvarci, a non buttarci come carta, a riparare questa storia”).
Dalle voci armoniose di queste ragazze arriviamo ora a quelle distorte dall’autotune di Tony Boy, Vale Lambo e Artie 5ive. Tony Boy è sicuramente uno degli artisti più innovativi, oltre che tra i più produttivi, della nuova generazione e lo dimostra ancora una volta in Cerchio, una sorta di sperimentazione trap psichedelica, in cui la vocalità distorta a tratti incomprensibile si unisce a un testo lisergico, in un loop di cerchi e tondi. Una menzione speciale, infine, ad Artie 5ive che, ospitato da Vale Lambo nella riedizione del suo ultimo album, Lamborghini a Via Marina V2, nella canzone Palm Angels mischia le carte tra sacro e profano, in un eden 2.0 fatto di abiti e macchine di lusso, dove Eva è la “Madonna delle Grazie” che va con il serpente e lui un umano disobbediente perché morde la mela del peccato. L’ennesima dimostrazione di quanto le nuove leve siano necessarie per generare linguaggi nuovi da immettere negli stantii circuiti del pop convenzionale.