Marco se n'è andato e non ritorna più, diceva la prima hit di Laura Pausini. Ma anche se Marco avesse intenzione di ritornare, di sicuro non riconoscerebbe più la cantante che si struggeva d'amore per lui. Sono passati tanti anni, e nel frattempo sono cambiati il millennio, la valuta, i confini di alcune regioni e Stati, la tecnologia e tante altre cose. Laura canta ancora, e ha annunciato l'uscita di un nuovo singolo, Ciao, scritto da Sam Smith, ma dalle foto che sono uscite qualcosa non torna. Sarà il capello biondo platino, saranno i filtri, ma Laura Pausini negli scatti promozionali del nuovo singolo sembra la versione AI di sé stessa. Ringiovanita nel volto e nel fisico, più instagrammabile che mai. A cinquant'anni sembra più giovane di quando ne aveva venti. Potenza del self-care, del fitness e del chirurgo estetico o arte del fotoritocco?
Il nuovo singolo di Laura Pausini è un inno contro il rancore, e parla di come si dovrebbe troncare qualsiasi rapporto, sentimentale o professionale che sia, ovvero con un semplice ciao. Lo stesso saluto che Laura ha fatto alla sua vecchia immagine e, viene da dire, anche alla naturalezza fotografica. Se il testo della canzone esprime un messaggio decisamente contemporaneo sulla tossicità delle relazioni, lo smodato uso di fotoritocco nelle immagini promozionali sembra andare un po' contro il trend della body positivity, fatto di foto senza filtri, senza trucchi e senza parrucchi. Si dirà che ognuno è libero di scegliere come apparire, ma l'effetto è comunque straniante, tanto che i fan sui social si dividono tra entusiasti e riluttanti.
In realtà la Pausini non è diventata bionda. Al momento del lancio promozionale del singolo, avvenuto a Milano su un bus a due piani, è ricomparsa col suo solito colore corvino, spiegando di essere diventata bionda per il videoclip, “Per simboleggiare un cambiamento forte”. Lo stesso vale per l'abito bianco con le ali, che a dire della cantante rappresenta la libertà. Ma probabilmente il suo fotografo se n'è presa troppa, di libertà, in fase di postproduzione, e i capelli tinti di giallo creano un effetto ottico che è l'anello di congiunzione tra la parrucca di carnevale e l'image creator di OpenAi, il tutto esacerbato dall'eccesso di glamour nell'abbigliamento. Perché alla fine, i filtri alle foto sono l'equivalente dell'autotune in musica, e se la stessa Pausini diceva che con l'autotune cantano cani e porci per poi cambiare idea e cantare in un pezzo di Lazza, cintura nera di autotune, magari è per questo che ha deciso di pompare la propria immagine fino a farla sembrare finta. Lo diceva anche Hegel che non ci si può esimere dalla propria epoca, ma se l'importante è rimanere al passo coi tempi, anche se ti chiami Pausini e sei un'artista di fama internazionale, ci sentiamo di dare comunque un consiglio alla cantante, anche questo contemporaneo: anche meno, Laura. Anche meno.