Nato a La Maddalena il 10 Aprile 1990, Valerio Scanu non ha bisogno di grandi presentazioni, e proprio in occasione del suo compleanno vorrei fargli simbolicamente un regalo (sperando che lo sia) e spiegarvi meglio chi è e perchè ci sarebbe bisogno di più artisti come lui, probabilmente almeno uno “in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi”. Ha conquistato il cuore del pubblico nel 2008 ad Amici di Maria De Filippi (ma non so se ricordate anche “Bravo Bravissimo”, forse sto invecchiando troppo anche io), dove non solo cantava, ma sfoderava note alte come fossero facili, cosa che ad oggi è più unica che rara nel talent stesso, nel 2010 porta a casa un Festival di Sanremo con Per tutte le volte che, scritto da un altro noto concorrente di Amici, Pierdavide Carone, brano che lo porta alla vittoria e alla consacrazione sulla “Walk of fame” sanremese. E non è un'etichetta che dovrebbe essere sgradita anzi, almeno questa canzone ce la ricorderemo per sempre, e comunque ha vinto Sanremo, e non credo proprio che le ricorderemo tutte così bene (prendono in giro ancora Gabbani con “la scimmia nuda balla” eppure...). Da lì, la sua carriera è un mix di vocali altissime e progetti sempre sopra le righe: da Sentimento a Lasciami entrare, da Parole di cristallo fino al disco autoprodotto Finalmente Live, perché sì, Valerio fa tutto: canta, scrive, produce, cucina, è hair-stylist e, volendo, ti decora pure l’albero di Natale oltre a cantarti la compilation a tema. Artista camaleontico ma coerente, al Tale e Quale Show ha dimostrato che può essere chiunque rimanendo se stesso passando dall'Isola dei famosi fino a Ora o Mai più proprio quest anno. Sicuramente non poteva passare inosservato, anzi, l'ho osservato talmente bene che io stessa nelle mie pagelle gli ho dato sia Zero che Dieci. Ironico, tenace, e con più estensione (vocale) di una carta di credito platinum, Scanu è il simbolo di chi non si arrende e riscrive le regole del pop col vibrato. Ma, sopratutto, lo definirei l'anticristo dell'autotune.

E quale luogo migliore per parlare di autotune e talent se non dove tutto ha avuto inizio? Amici come prima... Scanu è stato recentemente ospite sul canale Twitch di Luca Jurman (proprio suo originario coach e mentore ad Amici di Maria De Filippi) in Musica in verità, noto, anzi, famigerato podcast in rappresentanza della simbolica carboneria della musica italiana capitanata da Jurman nel motto “Le leggi della musica sono uguali per tutti”, beh, magari lo fossero, non saremmo a questo punto nel 2025. Non farò ovviamente la trascrizione di tutto quello che si è detto in questa live, vi consiglio di guardarla integralmente, ma la aspettavo per trarre le mie conclusioni definitive rispetto a Scanu che, senza girarci intorno, è più sul pezzo che mai e che per me vince il premio di rivelazione dell'anno, come un "Santino dedicato al quale affidarci. Questo in particolare è diventato per me un punto di congiunzione astrale che mi ha fatto seguire le trasmissioni Ora o mai più in piena rivoluzione e ritorno Rai e poi Amici intramontabile successo Mediaset per le pagelle, e seguendo già il podcast di Jurman la triade si è completata, e “il triangolo no, non l'avevo considerato”... Valerio è schietto e sincero e ha l'abilità di litigare anche con le pietre, ma si è capito che a lui non piace la zona grigia: o è bianco o è nero, o lo ami o lo odi. Nulla di più apprezzabile per quanto mi riguarda al giorno d'oggi poiché non solo scarseggiano le voci nel panorama musicale italiano ma ancor di più le personalità e la capacità di creare un dibattito e di esprimersi sul panorama stesso.

Certo, non gli servivo io a dirlo, ma mi sembrava necessario farlo, perfino Jurman pare si sia quasi giustificato anche di alcuni atteggiamenti passati e, proprio parlando di passato, vengono fatti confronti importanti sulla situazione degli attuali concorrenti di Amici e in generale della differenza tra le edizioni passate e quelle presenti. La qualità è calata, i ragazzi non cantano e arrivano in trasmissione già pieni di followers e con inediti impacchettati e in quanto “personaggi” fatti e finiti come prodotti pre-confezionati posti sugli scaffali. L'autotune, a differnza di come dice proprio nelle ultime ore Rose Villain, non è il futuro in senso positivo, è il piattume, la distruzione in senso assoluto del non impegnarsi nemmeno in quella che dovrebbe essere una sorta di vocazione. E in merito ai confronti Valerio pare pensarla come me anche sulla questione delle differenze di gare tra canto e ballo, proprio perché ora lui ballando davvero anche a livello semi-agonistico può avere una nuova prospettiva. Tipo Alessia, che ha vinto un campionato di ballo in contemporanea alla sua partecipazione ad Amici (forse per questo è uscita?) e tante altre cose che prima non erano giustamente concesse. Almeno, però, l'opinione su Charlie Rapino e Rudy Zerbi ce l'abbiamo uguale tutti e tre, e ho detto tutto. Quello che dice Scanu è importante, lui dice quello che tutti pensano ma che nessuno ha il coraggio di dire, specialmente gli “addetti ai lavori” e posso dire in quanto addetta che è vero, verissimo, più vero del Falsissimo di Fabrizio Corona. Ma non tutti possono dire e potersi esprimere in modo così netto nel settore perché non tutti siamo o sono abbastanza consolidati come Scanu. Insomma come ogni cosa c'è chi può permetterselo di più e chi meno e chi ha voglia e coraggio anche di opporsi al sistema e chi preferisce abbassare la testa e fare gregge perché è più comodo. Perché, come l'autotune, sta bene a tutti anche il consenso ipocrita che crea lo stesso appiattimento di dinamiche. La fame di fama ha generato ignoranza e continua a creare prodotti, in particolare talent-toys, li definirei, gli artisti sono cosa rara, non solo nel cantare live senza aiutini ed effetti ma anche nel pensiero stesso e nell'approccio vero alla musica. Non sono tutti Cher, con l'innovazione dell'autotuene come effetto creativo in “Believe” nel 1998, ma nemmeno Valerio Scanu senza trucco (quello si, perché sta sempre bene) e senza inganno nel 2025, e quindi buon compleanno!
