Il generale Vannacci ha trovato casa, la più grande d’Italia. Non il Grande Fratello ma qualcosa di simile. Si tratta del gruppo Mondadori e, nel gruppo Mondadori, della casa editrice Mondadori che ha ottenuto i diritti per pubblicare l’autobiografia del militare italiano più discusso di questi mesi. La notizia la dà Selvaggia Lucarelli su Il Fatto quotidiano e ironizza su chi, Vannacci e proseliti vari, era convinto che idee del genere fossero sistematicamente censurate dalla dittatura del pensiero unico. In altre parole, dai poteri forti. E invece, pare, Vannacci non solo potrà continuare a parlare, ma potrà farlo in forma scritta attraverso la più importante delle realtà editoriali del Paese, la stessa, di Michela Murgia, di Roberto Saviano. Insomma, censurato o libero che sia, Vannacci deve ammetterlo di esserlo nella stessa misura dei suoi nemici giurati: la sinistra. Ma davvero le cose stanno così? Non proprio, anche se non si tratta davvero di censura plateale, ma di mercato.
Il successo del generale Vannacci e del suo Il mondo al contrario, infatti, non è da attribuire alla pregnanza delle sue idee, allo stile balzachiano, a qualche segreto svelato e mai detto prima. È stato già detto, per cui si presume che anche Selvaggia Lucarelli sia d’accordo su questo. Il boom di vendite (e di rendite) è il frutto di un’attenzione spropositata data dai giornali e dai media in generale a un libro autopubblicato su cui è stato costruito un caso. Le stelline, la carica istituzionale, qualche precedente e un po’ di malsana narrativa scandalistica hanno reso un libro mediocre un best seller. Un libro che, altrimenti, sarebbe rimasto nell’ombra. Ma la natura di questo destino scampato è ciò che la Lucarelli, purtroppo, non riesce a comprendere. Davvero chi ha le idee di Vannacci non viene censurato dalla stampa, dai media e dai maggiori canali di comunicazione? Esclusion fatta – ma solo in parte – per X di Elon Musk, vi risulta che le idee di Vannacci, senza Vannaci, circolino?
Ovviamente no e i motivi sono due. Il mercato è in grado di far emergere o di nascondere in base alle preferenze prodotti e proposte degli individui. Se non c’è molta domanda di bicchieri magnetici non vuol dire che non esistano o non possano esistere, ma semplicemente che in pochi compreranno degli oggetti del genere e questi non saranno mai fuori dai coni d’ombra che il mercato inevitabilmente crea. Le idee del libro di Vannacci semplicemente non sembrano tanto appetibili. Tuttavia il boom di vendite non può corrispondere esclusivamente a un interesse giornalistico; centomila copie vendute ci dicono che con un po’ di pubblicità, un libro del genere verrebbe acquistato. Ma allora come spiegare il fatto che queste idee non riescano a riempire neanche le librerie e i ristoranti in cui vengono organizzate le presentazioni di libri? Il mercato si è sbagliato? Ovviamente no. Semplicemente il mercato è stato “censurato”, o quanto meno fortemente corrotto dall’acqua sporca della politica e dei vari green, pink, “…” – washing.
Giornali, televisioni, social network come Facebook, hanno sistematicamente monitorato, regolato e gestito il flusso di idee veicolate all’interno di spazi online e palinsesti. Idee come quelle di Vannacci, semplicemente, non sono mai state ospitate con la stessa frequenza e naturalezza con cui altre idee vengono invece facilmente accettate. Quando sono state presentate in televisione o nei quotidiani, hanno sempre avuto il ruolo di “cattivo esempio”. Selvaggia Lucarelli sbaglia a credere che la sensazione di censura di un generale Vannacci della situazione sia campata in aria o ridicola. Il caso Mondadori è un’eccezione palese a un meccanismo che, tendenzialmente, non genera possibilità del genere; altrimenti non potremmo spiegarci il perché di tante piccole case editrici indipendenti. La censura c'è, e questa, in modo sottile e non attraverso editti e proclami, ha lasciato in ombra idee che altrimenti avremmo una certa domanda, con buona pace non solo per la Lucarelli, ma anche per Michela Serra, convinto che Vannacci non rappresenti proprio nessuno, tantomeno la maggioranza degli italiani.