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Volete capire come funziona il "Music biz"? Dovete leggere "Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale" di Massimo Bonelli. E se il libro è del patron del Concerto del Primo maggio…

  • di Giuditta Cignitti

1 maggio 2025

Volete capire come funziona il "Music biz"? Dovete leggere "Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale" di Massimo Bonelli. E se il libro è del patron del Concerto del Primo maggio…
Il libro “Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale” di Massimo Bonelli analizza il mondo della musica da una prospettiva legale, economica e tecnologica, spesso trascurata dal grande pubblico. Un manuale essenziale per chi lavora o vuole lavorare nella musica di oggi e di domani. E chi, meglio dell'organizzatore del Concertone del Primo maggio, può spiegarlo...

di Giuditta Cignitti

Riguardo alla musica, i primi pensieri che ci vengono in mente sono sempre inerenti al suo aspetto artistico più che a quello economico o legale. Se si escludono gli addetti ai lavori, infatti, difficilmente troverete qualcuno che sa anche solo sommariamente come fanno gli artisti a guadagnare dalle visualizzazioni sulle piattaforme o se si commette un reato a pubblicare un video con una musica edita. A togliere i dubbi ai curiosi è il libro “Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale” di Massimo Bonelli, uscito per Roi Edizioni il 5 marzo. Lo abbiamo letto. 

Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale, il nuovo libro di Massimo Bonelli
Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale, il nuovo libro di Massimo Bonelli

Per la sua natura performativa e al contempo compositiva, il destino della musica è inscindibilmente legato, oltre che al progresso tecnologico anche al diritto del lavoro. Per raccontare al meglio scenari futuri e dinamiche attuali dell’industria discografica non poteva esserci sguardo migliore di quello di Bonelli, produttore discografico e fondatore di iCompany, nonché direttore artistico del Concertone del Primo Maggio, che del lavoro nella musica e della musica è la celebrazione massima. La tecnologia ha sempre influenzato tutte le fasi della catena discografica, dalla produzione alla distribuzione, dalla comunicazione alla commercializzazione, solo che adesso evolvendo a un ritmo che quasi ci sfugge, ci sembra più evidente che in passato. Ai tempi delle prime incisioni su vinile, le voci registrate non erano così pulite come siamo abituati a sentirle ora e nemmeno così fedeli al vero. Questo produsse un fenomeno per cui i cantanti tentavano di replicare la distorsione riprodotta nelle registrazioni più che rincorrere la reale rappresentazione del proprio timbro. Non è tanto diverso da quanto accade oggi, con i trapper che hanno imparato a cantare in armonia con l’auto-tune, sbagliando volutamente le note, perché consapevoli della variazione che poi il software farà sulle stesse. Questo è anche il motivo per cui se ci sono problemi tecnici e l’auto-tune non funziona, sembra che abbiano stonato per incompetenza, mentre la scelta era volontaria. La tecnologia di oggi è la rete e nello specifico le piattaforme di streaming, da Spotify a YouTube, dove si usufruisce della musica come di un servizio, gratuito o sotto sottoscrizione di un abbonamento. Al loro fianco ci sono i social network, che hanno ridisegnato il ruolo di tante figure dell’industria musicale e ne hanno create di nuove. Bonelli indaga questi cambiamenti con un approccio da storico, senza sentimentalismi nostalgici, ma con la curiosità di intercettare le prospettive future e disinnescare la paura al cambiamento.

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I temi più scottanti sono sicuramente quelli dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla creatività e sulla tutela del diritto d’autore. L’analisi che viene illustrata sposta l’attenzione dal ruolo competitivo delle IA a quello complementare che potrebbero avere. Non è irragionevole ipotizzare che, come Instagram ha permesso a tutti di diventare fotografi ed esprimersi tramite le immagini, anche senza una competenza tecnica, lo stesso potrebbe accadere con la musica. Tutti potremmo creare canzoni in base ai nostri stati d’animo, col solo intento di comunicare con i nostri contatti e questo non ci renderebbe comunque professionisti. Così come i nostri scatti su Instagram non ci rendono fotografi. Le IA riuscirebbero a sopperire a tutte le mancanze conoscitive, che un musicista professionista ha, mettendo tutti nelle condizioni di creare musica. Se ha senso guardare alle IA per quello che di utile ci potrebbero donare, non significa che mancano le preoccupazioni per i detentori di proprietà intellettuale, che vedono in loro un usurpatore di creatività, per il fatto che il processo di apprendimento si fonda su opere esistenti coperte da diritti. In questo senso il dibattito legislativo è ancora a uno stadio embrionale, ma alcune soluzioni già sono state implementate, basti pensare agli NFT e le blockchain. Se insomma il settore della musica è ciò che vi appassiona o è quello in cui vorreste trovare un’occupazione, questo piccolo volume è un manuale aggiornato per capire non solo cosa potete fare oggi, ma soprattutto cosa potreste fare domani. 

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