Chiariamoci. Sì, lo so, questa è un'epoca in cui quasi tutti vogliono il funesto “15 minuti di pubblicità” preconizzato dal polacco Andrej Warhola - lo conoscete come Andy Warhol - ma si sta esagerando. Tutti devono dire tutto su tutti, possibilmente insultando, tutti hanno a disposizione innumerevoli (anti) social media, tutti devono seguire le scorrerie - continue, incessanti - delle nullità più nullità poi quando arriva un signore con una gran barba - come la mia - un barbone insomma, si affollano i luoghi più ampi - anche per gli incontri sulla spiritualità a Milano registrata grande affluenza di pubblico. Incontri a pagamento, ovvio. Allora chiariamoci tra chi lavora e chi produce, a tutti i livelli, fuffa. Alias fregnacce. Quanto tempo potrà andare avanti questo andazzo prima che scoppi la Terza Guerra Mondiale? Quanto? "Famose 'na striscia, 'na bevuta, n'inculat*, 'na scopat* e lassa perde, non ce pensà?” No. Dante Alighieri diceva: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". Datevi da fare e lasciate stare giustiziere e giustizieri della tastiera. Siate uomini (o donne o chi volete essere) e non caporali. Senza togliere nulla al signor Mauro Repetto (ospite a Stasera c'è Cattelan su Rai 2) ma sono arrivato 75 anni senza di lui e gli 883 e il guru indiano Sadhguru che non ha fatto niente, e lo rivendica, per tutta la vita. Io sono Paolo Zaccagnini. Wes Anderson? Come Guadagnino e Sorrentino. Pomposamente, costosamente inutili. Il Suspiria di Luca Guadagnino, rifacimento del capolavoro horror del laziale Dario Argento, è uno dei film più brutti mai girati. E l'opera omnia di Sorrentino? Ne vogliamo parlare? Di Anderson salvo, e amo, solo Grand Budapest Hotel. Pensate, comprai anche le musiche. Roba buona per cinofili, non cinefili.
Bono degli U2 allo Sphere di Las Vegas "non aveva voce". Capito l'italiano nato nel Paese del belcanto? Informazioni sul concerto niente, ma l'ultrasessantenne Paul Hewson, detto Bono, non ha voce. Canta e chiacchiera dal 1979 ma no, diamine, no, non ha voce. Però informazioni sul prezzo dei biglietti - da 200 a 400 dollari e più - e che i concerti finiranno a Natale, o prima, che il batterista olandese, sconosciuto a tutti, non fa rimpiangere Larry Mullen junior, chi ha messo su lo spettacolo no. Bono non ha voce. E anche "hanno fatto la fine di Elvis Presley". Mi dispiace ma no. Dopo i concerti potranno fare quel che vorranno. Magari un tour mondiale. Non sono come Elvis, Valentino Liberace, Tom Jones, Britney Spears, Céline Dion, Adele - questi mi vengono in mente e questi vi dico - che vendettero - o hanno venduto nel caso del gallese Jones - l'anima al dio Dollaro. Per cortesia rispetto. E il critico del New York Times che dice? Manfred B. Lee e Frederic Dannay, cugini, per gli appassionati della letteratura poliziesca solo Ellery Queen. Drury Lane e 4 libri. Devo dire di più?
Quante panchine già traballano in serie A? No, non solo quella del Napoli - per il terremoto dell’altra notte - ma la Salernitana, il Cagliari, la Roma - San Mourinho non si tocca - in serie B la Sampdoria di Andreo Pirlo(a). Serie A e B traballanti, fatte di iperboli e di parole ma non di fatti. De Laurentiis cosa vuole fare? Se l'Italia fosse, ma non lo è, un Paese serio starebbe in galera, insieme a Giuntoli, per gli impicci e gli imbrogli degli acquisti dello scorso anno. Così come i muti Friedkin. Ma siamo in Italia quindi…”felicità” e chi se ne frega del mondo. Anzi, come cantava Rita Pavone, "Che m'importa del mondo"... Infatti siamo messi malissimo e facciamo finta di non accorgercene. Anzi, giudichiamo. Ci avevate creduto? È tornata la Champions League, ma succederà anche con l'Uefa Europa League, e i sogni volano altissimi. Poi si gioca e si sprofonda. Il Manchester United ha perso? Se lo meritava. I turchi del Galatasaray strepitosi. Un martello. L'allenatore dei Reds, l'olandese Erik Ten Hag, dopo l'iniziale euforia fa piangere anche i mattoni dell'Old Trafford. Trucemente indeciso a tutto. Un po' come Mourinho Felix, che almeno ha vinto molto, e Sarri che ha vinto quasi nulla e sbraita sempre. Si goda la pensione da bancario e non tocchi più palla. Così come Aurelio De Laurentiis. Aveva, dice e dicono, fatto una squadra da scudetto, e l'ha vinto assai bene con Luciano Spalletti, poi l'ha smantellata. E ancora ne vedremo delle belle perché molti giocatori fanno gola a tante squadre importanti e non credo che un sorriso e una stretta di mano di De Laurentiis - Aurelione perché? - possa bastare a tenerli a Napoli. Poi, diciamoci la verità, tra il pacato Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid che lasciò precipitosamente il Napoli 4 anni fa per tornare a vincere tutto e l'abbattuto, smorto, spento Rudi Garcia, allenatore del Napoli, chi pensavate avrebbe vinto? Su, fate i bravi. E la pensa così anche il tanto tinto Fabio Capello che, come al solito, ha detto la sua nel disinteresse generale.
Come la crisi - presunta o no "nun ce ne frega gnente" - tra Victoria Adams maritata Beckham e David Beckham (è appena uscita una serie su Netflix a lui dedicata). Grande - il più grande di tutti - sir Alex Ferguson, dopo una partita in cui il bel "Becks" aveva giocato particolarmente male lo insultò davanti a tutti, gli tirò uno scarpino addosso e poi lo vendette al Real Madrid. La squadra continuò a stravincere. D’altronde lui aveva allenato il nordirlandese George, detto Georgie, Best, "il quinto Beatles", ritiratosi a 29 anni e poi ucciso dall'alcool dopo un trapianto di fegato. Un genio. L'aeroporto di Manchester è intitolato a lui. Talmente geniale da umiliare il tre volte Pallone d'Oro Johan Cruyff in Irlanda del Nord contro l'Olanda dove giocava Cruyff. Squadra galattica. Lo rimbambisce di finte e giravolte, manda in visibilio i tifosi - si giocava a Belfast - segna poi, verso la fine, si avvicina a un esterrefatto, distrutto Cruyff, gli batte sulle spalle amorevolmente e gli dice: "Ho sentito che ha vinto il Pallone d'Oro, complimenti. Ora ti lascio, mi aspettano gli amici al pub". E, avendo già segnato e deciso la partita, andò nello spogliatoio e poi al pub. Il Celtic per la Lazio del brontolone Sarri - "nun sei nisuno, giusto er portoghese poi batte" - e il Servette per la Roma non sono niente, soprattutto il Servette, quindi cerchiamo di volare basso. Come le nuove maglie della Roma con lo sponsor saudita. Uno schifo e uno scandalo. Ma, si sa, come diceva l'imperatore Tito Vespasiano, "pecunia non olet". Il denaro non puzza. No. Per due anni le magliette dell'A.S. Roma verranno sponsorizzate dal fondo reale dell'Arabia Saudita. Proprio quando la città di Roma è in competizione con la città di Riyad, capitale dell'Arabia Saudita, per l'assegnazione dell'esposizione universale 2030. Scelta quantomeno bizzarra che porterà la società - "me ce gioco 'n ochio" - in mani arabi in due anni. Non male. Dal Texas all'Arabia Saudita, terra di grandi, immensi calciatori. Io, nato davanti al Circo Massimo, personalmente non ci sto, come lo scrittore napoletano Maurizio Di Giovanni, chiedo cortesemente di non essere più coivbolto in questa odiosa, oziosa diatriba fino a che lo stadio Olimpico sarà lo stadio più afffollato d'Italia. Io ero e sono tifoso della Rometta, scusatemi. Però occhio agli svizzeri del Servette, i nuovi, assai più modesti, fanno molto male, vedi il Newcastle United di Eddie Howe - il Grande Lusitano direbbe sprezzante "chi è? Non lo conosco" oppure "zeru tituli" - ha rifilato 4 sonori ceffoni - risultato finale 4 a 1 - al Paris Saint Germain allenato da Luis Enrique e di proprietà araba. Come è araba la proprietà del Newcastle United. Attenzione. La mia Roma di Fabio&Freddy o i tre album dei Maneskin? Sicuramente Fabio&Freddy, ristoratori rock e buoni musicisti. Sentire, giudicare e andare (a mangiare). Ohibò, MOW mi vuol fare diventare un influencer? Mai avuto l'idea ma è estremamente piacevole per un giornalista che lo leggano e, magari, lo apprezzino e seguano qualche consiglio. La dittatura del pressapochismo e della scemenza e del nullismo in questa società va abbattuto. Gli arabi, cari ignoranti, hanno inventato astronomia e matematica. E il gelato, tiè. Sarà una risata che li seppellirà.