Sono partiti i Bootcamp di X Factor 2024 ed è iniziata anche la vera rivalità tra i giudici Achille Lauro, Jake La Furia, Manuel Agnelli e Paola Iezzi - nello show Sky Original prodotto da Fremantle - che ha fatto lievitare gli ascolti: su Sky Uno/+1 e on demand in streaming su NOW, ha registrato 758mila spettatori tv medi, in crescita del +11% rispetto all’episodio precedente e del +43% rispetto all’omologo episodio della scorsa stagione, con una share tv del 3,5% e quasi 1.366.000 contatti tv unici. Anche sui social nuovo bilancio più che positivo: la puntata ha superato quota 305mila interazioni social tv audience in rilevazione Linear e oltre 337mila nella rilevazione Same Day 24/7. I giudici si sono ritrovati 4 squadre già fatte e già designate per loro, dal Team Musicale, che sa più di Comitato alla Magalli, dato che non si sa chi sono. Agnelli, Iezzi, La Furia e Lauro vorrebbero scambiare i concorrenti in corsa, e hanno fatto venire in mente quando a scuola i maschietti si scannavano sul “cielo, cielo, cielo, no, questo lo voglio, dammelo, ti do 3 figurine di Gullit in cambio, se no, ti pesto!”. Parlo della raccolta delle storiche figurine Panini, quelle dei calciatori. Vediamo chi verrà incollato sulle pagine di quell’album stasera. Ancora una volta è stato tutto bellissimo rispetto ai numeri, ma come hanno cantato i concorrenti e i giudici hanno fatto buone scelte? Li valuta per MOW un’esperta d’eccezione come Clara Moroni, cantante, autrice, compositrice e produttrice, tra le prime donne rock in Italia. Chi meglio di lei? Infatti nella sua Viper Room non ha lasciato scampo a (quasi) nessuno…
La squadra di Jake la Furia
Gaia Bianco, voto 3. Porta il pezzo francese “Pookie” di Aya Nakamura. Il genere è definito Urban Pop, ma è molto orientaleggiante, tanto che Gaia ci piazza dentro le sue barre in napoletano. Non mi dispiace quello che sento. Jake le dà la prima sedia, ma niente sarà definitivo fino alla fine. Abbiamo aperto la prima bustina Panini e ci siamo trovati la figurina di Nando De Napoli.
Massimo Poli, voto 3. Propone una cover di Jeff Buckley, a me si rizzano subito i capezzoli, più dalla paura che per l’eccitazione. E infatti, le mie paure si materializzano. Nonostante una bella voce e una buona padronanza della stessa, non c'è traccia del fascino, dello struggimento e della disperazione di Buckley. Non c’è traccia di personalità intensa. Scambio “Il trivela” Quaresma con qualsiasi altro che faccia almeno un gol! Ma per ora, c'è posto e si siede.
Lunaspina Caruso, voto 10 (come l’altra volta). Porta il pezzo di Ivano Fossati da cui prende il nome. Riscriverei quello che ho scritto l’altra volta, spacca per interpretazione ed esecuzione. È una cantante italiana molto classica, ma è una cantante coi controfiocchi. Non c’è più posto per questa categoria di professionisti preparati in Italia? No, non c’è posto. Meglio i cialtroni dell’auto-tune. Non concordo sulla manovra a paguro di Jake. Facciamo coriandoli della figurina di Paolo Rossi.
Potara, voto 5. I Potara portano i Nirvana di “Smell like teen spirit”, rischiano la toppata! E all’inizio sembrano andare proprio in quella direzione. Poi però sul finale si riprendono e fanno prevalere la loro zampata pop che salva la situazione in zona Cesarini. Si siedono anche loro.
Andrea Grassi, voto 3. Il suo inedito “Sofia” non mi dice niente. Né la voce né la canzone. Il capello tinto di rosa non lo fa diventare un personaggio o un artista intrigante. Però prende la sedia. Indovinate cosa vola adesso per rinfrescarmi le idee? Sì, il solito gin tonic. Anche perché, iniziano gli switch.
Lorenzo Carissimi, voto 2. Figurina doppione di Jovanotti. Quasi “recita” la prima parte del pezzo. “Cielo, cielo, cielo”. Lo scambio con un’altra figurina qualsiasi. Questa proprio non mi serve. Lo scambierei persino con Balotelli. Non serve nemmeno a Jake che non gli dà nemmeno la panchina.
Elmira Marinova, voto 7. Dimostra di saper tenere con precisione sia le note basse che le note alte di questo pezzo. Intonata, performa in maniera scafata sul palco. Non le manca nulla. È anche bella. Come aver trovato la figurina di Lautaro Martinez dentro la bustina. Sfila la sedia da sotto il posteriore di Gaia. Inter, Napoli è sempre una partita difficile e imprevedibile.
Speakeasy, voto 4. Portano Lucio Battisti di “Una giornata uggiosa". Quasi un mashup con i Dire Straits di “Sultan of Swing" suonati a loro volta da una cover band messicana. Una versione senza “particolari” o, nel caso, involontari e contraddittori. Anche la voce non è proprio originalissima. Anche se intonato e l’urlo finale è ben tenuto e roco al punto giusto. Insomma, ho già 4 figurine. Le do via anche per un chewing gum! Switch con Andrea “Capelli rosa” Grassi.
Sga, voto 2. Con il pezzo “Gelati” (degli Skiantos) dove finalmente lei suona il sax. Qualche problema di synch. O forse qualcuno si è solo dimenticato qualche parola. Chi si immagina ad un loro concerto senza aver preso sostanze psicotrope e abbondanti dosi di superalcolici insieme? Se l'inedito della scorsa puntata era più chiaro negli intenti, con questo lasciano un po’ perplessi. Infatti, la loro figurina non viene posata su nessuna sedia.
Francamente, voto 8. Porta un suo inedito “Paracadute” e sembra già una ospite di X Factor. Una cantautrice fatta e finita. Una che entra in campo e segna, la figurina di Totti! Entra in tackle sul povero Massimo Poli che esce in barella.
Giovanni Fausto Meloni, voto 4. Ecco l’inedito “Control”. Meglio come cantante che come rapper. Non ci sento un rap originale nel suo voler essere intellettualmente impegnato e di condanna, come potrebbe essere un vero colto come Frankie hi-nrg mc, per esempio. Il suo sembra più un comizio del sindacalista Maurizio Landini. Come ho già scritto l’altra volta, non mi piace. Jake lo preserva dallo sminuirsi e perdere credibiltà a X Factor e non lo fa sedere. Grazie Jake, ti confermi il “Salvatore”, stavolta hai salvato me!
The Foolz, voto 4. Ottanta voglia Disco Party con Plastic Bertrand in italiano. Confesso che non mi piace la timbrica del cantante, anche se canta, niente da eccepire. Il pezzo è una paraculata, fatta apposta per far venire l'acquolina in bocca a Jake e far ballare l’audience. Infatti pubblico in piedi e Jake li switcha con gli Speakeasy. Due figurine equivalenti, nello stesso ruolo, direi terzini avanzati, ma uno aveva la divisa più sgargiante e molti, ma molti più capelli alla Barry Gibb dei Bee Gees.
La squadra di Achille Lauro:
Andrea Astolfi, voto 5. Il primo dei Cristi che si sono esibiti su quel palco. Porta un suo inedito “Time break”. Uno stile molto “African”, però è veramente molto bravo, sia con la voce, che la timbrica che con i cambi ritmici che mette nel pezzo e che esegue perfettamente. La figurina di Centofanti, dai, solo per i capelli! E si siede.
Eva De Santis, voto 2. Troppo “accentone” nella voce mentre rappa, niente di bello nella parte del canto, voce un po’ sgraziata, un po’ Hulk. Sempre troppo rigida nella sua performance. Lauro non le perdona le rime scontate che ha inserito nella parte del pezzo di Fossati che ha fatto suo. Niente sedia per lei. Momento crocchetta, anche se il ritmo della trasmissione è serratissimo, quindi, non sono ammessi cani troppo esigenti, vi beccate quello che trovo!
Matilda Balconi, voto 2. Dancing with myself, ed è proprio sola nella sua performance. Non comunica nulla a nessuno. Non ha nella voce, nemmeno gli urletti che ci vorrebbero per farla un po’ Toya Willcox e dargli una connotazione pseudo punk, dato che anche il look con cui si propone è pseudo punk. Si siede, ma non “Smell like” permanenza.
Giulia Covitto, voto 5. PJ Harvey è un’arma a doppio taglio. Troppo difficile per chi non ha le palle, ma troppo facile per chi le palle le ha, ma riesce a tirarle fuori solo grazie a pezzi come quelli di PJ. E infatti, intelligentemente, se lo chiede anche Lauro, chi sei tu Giulia? Non mi piace quando sale con la voce nel finale dell’inciso, troppo stridula. Alla fine Lauro cede alle pressioni degli altri giudici e le concede la sedia.
Domenico Giovanni Pini, voto 3. Eminem, sì, ma con barre sue. Non so dare un giudizio. Per rappare, rappa, ma Eminem è troppo particolare. Se vuoi fare Eminem o lo imiti, come un sosia di Elvis, anche nella voce nasale e nella timbrica acuta, o non fai Eminem e fai altro, fai cose tue. No sedia e sono d’accordo.
Les Votive, voto 7. Portano la loro versione di “Bang bang” di Sonny & Cher. Piacciono molto. Contesi tra Agnelli e Lauro. Cantano in inglese e il cantante (il nipote di Eric Burdon degli Animals) ha un buon inglese. Sembrano usciti da un Eddy Sullivan Show del 1966. Arrangiamento curato con stop and go ben studiati. Bel suono, voce non strepitosa ma giusta per la band molto British. Si siedono sulla Rolls Royce dei Beatles e di Lauro in attesa degli switch.
Samia Pozzobon, voto 6. A prescindere dagli errori, l’altra puntata aveva dimostrato tanta roba e adesso? No sedia, ma come? La dai a Giulia Covitto che imita P.J. Harvey e non la dai ad una che ha il potenziale genuino di una vera P.J. Harvey? Lauro cerca un supereroe ma quando, a mio parere, lo trova, sceglie il Big Jim. Contesto la decisione!
Giulia Mei. voto 7. Si presenta con “Hey you” dei Pink Floyd. Mi ricorda Tori Amos, ottima pianista e ottima cantante dalla timbrica acuta e leziosa, a tratti volutamente bambinesca. ma con questa sua versione, potrà accaparrarsi una sedia? Gli altri giudici la criticano, soprattutto la Iezzi, che non ci ha trovato la disperazione che dovrebbe esprimere questo pezzo. Ma Lauro conferma il suo perseguire una propria visione e la premia. Costa la sedia a Matilda Balconi. Ed io stavolta concordo!
Lorenzo Salvetti, voto 9. Standing ovation per questo giovanissimo interprete talentuoso. Porta “Destri” di Gazelle. Paraculissimo pezzo per le adolescenti in platea e le rispettive mamme. Cosa si puoò dire? Abbiamo trovato la figurina di Ronaldo alias CR7. Dategli una poltrona! Si sgretola la sedia di Andrea Astolfi. Cristo si è fermato ai Bootcamp. Non concordo su questo switch.
Ibrahim Guiblawi, voto 8. Finalmente un po' di sana black music su quel palco. Voce particolarissima, un applauso anche solo per il coraggio di scegliere di portare avanti qualcosa di non omologato ai canoni nazionali e della trasmissione. Dispiace che tolga la sedia alla Giulia sbagliata, la Mei. Ancora una volta, concordo con la scelta sul “a chi dare la sedia”, ma non concordo con la scelta sull “a chi toglierla”. Stasera con Lauro mi sento come Catwoman contro Batman, per restare in tema di supereroi.
Daniela di Cicco, voto 6. Interpreta “Tutti” di Calcutta. Per me sono quelle cantanti dilemma. L’altra volta mi ha fatto sbadigliare. Questa volta mi ha intrigato di più (forse per il bel pezzo di Calcutta) ma non mi esalta, eppure non mi delude. Forse ha ragione Lauro e Agnelli, è acerba? Non lo sapremo mai. Cartellino rosso, espulsa!
I Patagarri, voto 4. Aridaje, tornano i pezzoni ultra sentiti degli anni '60 dei grandi cantautori italiani. Stasera ritocca a Gino Paoli con “Il cielo in una stanza”. Ci si chiede come potranno mai farlo i Patagarri, tanto amati da Lauro per il loro essere di fatto musicisti di strada. E parte una confusa versione da Cotton Club con degli accenni reggae. L’amore vince su tutto e Lauro li accomoda. La Covitto si era attaccata alla sedia col Bostik, ma non tiene contro i Patagarri e le loro strade milanesi. Chiudiamo il librone delle figurine Panini e mettiamo via il barattolo di alluminio della colla arabica col pennellino centrale. Ci sono rimasti in mano tanti doppioni. Speriamo di scambiarli prossimamente con dei Chupa Chups!
I giudici ai Bootcamp:
Jake La Furia, voto 8. Molto serio e concentrato. Sembrava genuinamente soffrire nella fase degli switch. È sincero anche nel dichiarare i propri intenti sui concorrenti e nel non voler uscire dal suo ruolo in campo. Stasera il suo bersaglio è stato Achille “Osho” Lauro per le perle di saggezza con cui ha costellato tutta la trasmissione.
Achille Lauro, voto 6 -. Meno mistico delle altre puntate, meno contemplativamente silenzioso, meno buono. Stasera si è presentato con una ghigliottina che ha usato con freddezza e calcolo sui poveri nobili concorrenti, e un libro di Trilussa in mano. Sta venendo fuori un personaggio più vero, meno atteggiato rispetto alle prime puntate. E mi piace di più, anche se spesso non concordo sulle sue scelte.
Dalla Viper Room è tutto per ora!