Ultima puntata dedicata ai Bootcamp, stavolta a scegliere sono Paola Iezzi e Manuel Agnelli. Gli ascolti continuano a volare. Le prime due squadre hanno già fatto discutere ma ora Achille Lauro e Jack La Furia possono godersi le difficili selezioni degli altri due giudici. Bene, ma com’è andata l’ultima puntata? Ma come cantano i concorrenti e che decisioni hanno preso i giudici? Lo andiamo a scoprire all'interno della Viper Room, la rubrica di Clara Moroni, cantante, autrice, compositrice e produttrice, tra le prime donne rock in Italia, vocalist per più di 20 anni con Vasco Rossi, sei album all’attivo e uno in dirittura d’arrivo. Chi meglio di lei? Infatti nelle analisi tecniche che trovare di seguito non ha lasciato scampo a (quasi) nessuno. Ecco le sue “velenose” valutazioni.
La squadra di Paola Iezzi
Tamara Al Zool, voto 4
Si presenta col pezzo “Swimming pool” e rischia di annegarci dentro. I giudici seduti in disparte, la accusano di essere tragicamente fuori nota, cioè stonata. Non sono d’accordo sul “tragico”, solo un pochino e non sempre. Di certo ha della potenza e del potenziale che sembra però non riuscire a tirare fuori completamente. Comunque, le sedie sono vuote e la Iezzi la fa accomodare ancora gocciolante.
Antonio Silvestri, voto 3
Propone il proprio remix di un pezzo rap ,“Sad!”, di un rapper che io non ho mai sentito e che è pure morto, quindi per me è come se fosse suo. Inglese non buono, meglio in italiano. Non male, ma non eccezionale. Freddino, forse emozionato. Scivola via nel tubo delle rapide dell’acquafan, senza lasciare traccia.
Elena Badini, voto 5
Si tuffa in un “Where is my mind" dei Pixies. Noto che si regalano standing ovation un po’ a vanvera quest’anno. Ma ha ragione Agnelli, quando dice che non ha capito una mazza del pezzo. L’altra puntata si era esibita con la chitarra e ora, per un pezzo che si nutre di chitarre, prima acustiche, strummate e poi elettriche, distorte e concepite dalla mente di qualcuno che la propria mente non la trova più, opta per eseguirla al piano in una versione più da “Quando finisce un amore”. La voce potrebbe essere interessante, specie quando la rompe sulle note alte, un po’ alla Sia. La Iezzi in estasi la fa sedere.
Marina del Grosso, voto 9
“I Put a spell on you” di Screaming Jay Hawkins. Qui non si scherza! E lei non scherza! Sa esattamente come muovere ogni millimetro del suo apparato vocale. Ha la capacità di rompere la voce e tenerla in un roco setoso sulle note lunghe, oppure di arrotondarla, oppure di dare i tipici colpetti di glottide per chiudere la nota. Perfect Pitch! Non sfigura anche dopo aver sentito la versione originale che è piuttosto aggressiva con la voce di Hawkins che urla di rabbia e dolore, non a caso Screaming Jay. Lei è più patinata, ma per nulla molle. Qui la standing ovation la faccio io con Potter, Frida e Bonnie. Ragazzi, tutti in piedi! Vedo il panico nella faccia della Iezzi. Appare una nuvoletta sulla sua testa: “Che ci faccio con questa?”. La fa sedere per la performance canora, ma sento già rumore di acqua che scorre.
Solo per soci, voto 1
Portano i Nirvana di “All apologies". Il cantante è proprio stonato. Una versione del pezzo, che di fatto, non c’è. Senza motivazioni, senza scelte ponderate, senza sapere dove andare. Chitarre distorte suonate in modo che vadano bene per tutte le occorrenze, su qualsiasi pezzo. Potevano essere un geiser di potenzialità, invece il geiser ce l'hanno sotto i piedi e il getto, li spara diretti fuori dallo studio.
Sara Russo, voto 3
L’autolesionismo le fa decidere di portare “Paradiso beach” di Alan Sorrenti. Sappiamo che è una vocalist che canta in discoteca, la voce ce l’ha, e la Iezzi le aveva fatto capire che cercava cantanti pop-dance, ma qui sembra l’ora del cocktail al Villaggio turistico Nkk in Croazia, niente di quello che avevamo ascoltato nelle audition. Travolta da un insolito destino nell'azzurro mare di X Factor!
Pablo Murphy, voto 5
Si insiste sul Paradiso. Questa volta quello degli homeless americani di “Another day in paradise” di Phil Collins e David Crosby, di Crosby, Still & Nash (Crosby non citato in trasmissione, stavolta lo spiegone tocca farlo a me). Murphy sembra ancora vivere negli anni Ottanta con questa versione, pop-rockizzata un po’ alla Kenny Loggins e la frase del brano che, velocizzata, prende un vago sapore di Boss aka. Bruce Springsteen. La voce c’è ma non brilla. La versione c’è ma non brilla. Viene accomodato ugualmente. Al momento almeno, non è un seatless!
I frammenti, voto 8
Si spingono a fare la loro versione di “Song 2” dei Blur. È interessante come questo duo non sia incasellabile in nessun genere specifico dell’elettronica. Io ci sento dai Chemical Brothers a Giorgio Moroder. Bella la voce, anche stavolta megafonata e un po’ distorta nell’inciso. È intonato, non sembra fare particolare fatica a cantare. Sono perfettamente a loro agio. Sanno quello che fanno e si divertono a farlo. Mi piacciono moltissimo! Spazzano via la sedia a Tamara. Agnelli non è d’accordo sull’affondamento di Tamara.
Maria Sofia Cancelli, voto 4
È molto carina, ha una voce molto carina, ma le manca quella spinta in più, quell’emissione in più di volume e “attitude” nella voce, per farle rubare la sedia a quelli che vi si sono già attaccati col nastro adesivo. La salutiamo mentre salpa con una zattera e sparisce all'orizzonte.
Laura Fetahu, voto 9
La Iezzi, l’ha fregata a Jake La Furia alle Audition, usando il suo X-Pass. La Fetahu, rimane nel Girl Power con una sua versione di “Boss bitch” di Doja Cat. Ci mette delle barre in italiano all’inizio, che non colpiscono per originalità sia nel significato che nelle rime, piuttosto scontate. Ma si riprende subito tornando all’inglese. Da lì in poi, performance perfetta. A suo agio sul palco. Non strafa’ e porta acqua al suo mulino con una bella voce, bella timbrica, intonazione e ritmica perfette. Marina Del Grosso ha le palle per esprimere il proprio disappunto quando la Giudice la fa alzare dalla sedia. Le due sono effettivamente incomparabili, ma allo stesso livello di bravura. Non concordo nemmeno io, avrei fatto alzare Elena Badii, che non è certo alla loro altezza.
Aurora Venoso, voto 4
Canta in spagnolo, il pezzo non lo conosco. Quando si dice arrivare al momento sbagliato, cioè, dopo la performance di Laura Fetahu. Infatti, sembra una versione più pallida e sbiadita della Fetahu, simile, ma meno definita ed incisiva. Anche il pezzo non l’aiuta. Insomma, nuoto contro corrente, tanta fatica ma non arriva alla sedia.
Dimensione Brama, voto 5
Dai Joy Division ai Cccp di “Io sto bene”. Altra standing ovation a vanvera. Il pezzo si presta alla voce baritonale, ma di gola, del cantante. La loro versione non si discosta molto dall’originale. Non ci vedo e sento tutto questo hype. L’unica cosa interessante è il cantante, che sembra Billy Corgan degli Smashing Pumpkins ma in versione British. La Iezzi sega le gambe della sedia di Elena Badii. Non concordo. Avrei fatto alzare Murphy che non mi sembra avere in serbo grandi sorprese, mentre la Badii era più interessante e poteva offrire terreno per sperimentare. Ma la Iezzi, da quanto ho capito, non ha nessuna voglia di sperimentare. Vuole un comodo viaggio in crociera, con cocktail, buffet e animazione serale in discoteca.
Voto complessivo: 6
La squadra di Manuel Agnelli
The Moonquakes, voto 5
Lo confessano, amano gli anni Sessanta e ci vogliono sguazzare dentro come paperette nella vasca da bagno. Portano infatti i Kinks con “You really got me”. Niente da dire, esecuzione ottima, canto ottimo, ma sono praticamente una tribute band. Non c'è traccia di rielaborazione, di personalizzazione. Cosa si può fare con loro? Ci vuole uno sforzo che Agnelli, non sembra aver voglia di fare. Le sedie sono vuote, gliene da una. Ma non rimarranno a lungo. Squack!
Claudia Sacco, voto 4
Porta un pezzo sconosciuto ai più (non alla Iezzi ovviamente!) Non è abbastanza. Non c’è nulla che mi colpisce. Canta, per carità, è intonata, ma non esprime nulla. Non oltrepassa quella linea che ti fa entusiasmare. Non pesa abbastanza per sprofondare e non ha la leggerezza per emergere. Fluttua a quella profondità dove non vedi il fondo e quasi non vedi la luce del sole. Ma le sedie sono vuote, prego si accomodi.
Matteo Polonara, voto 3
È l’ultimo Cristo rimasto in gara, quello melgibsoniano. Butta sul tavolo il suo Jolly: “Psycho killer” dei Talking Heads. Dice che quel pezzo “è lui”. Ma quello che viene fuori è una versione abbastanza piatta, col vocalizzo di David Byrne che è sempre a rischio “Effetto gallinaccio” e qui ce lo gustiamo tutto, penne incluse. Anche questo Cristo si è fermato ai Bootcamp.
Mimì Caruso, voto 10
Mi rimetto dritta sul divano per ascoltare il nostro orgoglio brianzolo che stasera si esibisce con “Godspeed” di Frank Ocean. Mimì è superba nel non eccedere mai, e l’originale le avrebbe offerto l'opportunità di spingere di più con la voce. Ma la grandezza di un interprete e’ sentire come si vuole trasmettere qualcosa, senza auto compiacimento, senza perseguire la forma, mettendo al centro di tutto solo la sostanza. Che è poi, la magia di chi sa trasmettere le emozioni. Voce celestiale, vellutata, in totale, naturale controllo, perfect pitch e perfect performance. Qui la standing ovation ci sta tutta!
Punkcake, voto 2
Portano il pezzo più Punk che abbiano mai fatto: “Give me the cure” dei Fugazi. Venendo io dal punk, mi corre un brivido lungo la schiena, se mi danno la mail, gli mando volentieri una folta playlist. Attaccano e sono troppo aderenti al genere, sono un’altra tribute band, ma del Punk. Il cantante ha quella stonatura alla Johnny Rotten ma senza eccedere troppo, però. La band suona tutto punk, ma senza eccedere troppo, però. Il pezzo è punk, ma senza eccedere troppo, però. Sembrano una parodia con tutti i cliché del Punk, ma senza eccedere troppo, però. Si potrebbe provare a fargli fare qualcosa di antitetico, tipo un classicone italiano anni Sessanta. Propongo l’ennesima versione di: “Il cielo in una stanza” o “Odio l’estate”. Sid Vicious ha fatto “My way”, dobbiamo trovare un corrispettivo con colpi di pistola finale sui giudici in platea!
Elisa Malpezzi, voto 9
Presenta: “No need to argue” dei Cranberries. A parte l’uso del vocoder. anche lei come Mimì Caruso, resta intimista, vuole emozionare tenendo la voce in quella atmosfera eterea. Ci mostra un’altra sfaccettatura di lei. Alle Audition l’ho paragonata a K.T. Tunstall per grinta alla voce e alla chitarra. Oggi ci fa sorvolare leggeri le verdi colline Irlandesi. Era inevitabile, ruba la sedia a Claudia Sacco. Ma Agnelli mi preoccupa, e’ imprevedibile.
Alfredo Bruno, voto 8
Fa suo il pezzo dei Rag’N’Bone, "Human", con delle barre in italiano. A mio avviso, è la più bella voce maschile di questa edizione. Non personalizza troppo il pezzo, vero, ma con quella voce può fare tante bellissime cose. Basta aver voglia di fargliele fare. Fa affogare i Moonquakes in un bicchiere di Cedrata Tassoni.
A flower tide, voto 7
Propongono un pezzo inusuale e non certo facile, “21st century schizoid man” dei King Crimson. Sanno creare versioni belle, personali e credibili. Persino un pezzo così fuori dagli schemi e se vogliamo datato, nelle loro mani, si attualizza. Ma Agnelli non li trova all’altezza. Non sente la violenza che dovrebbe esprimere il brano. Ma questa non e’ la versione dei Crimson! Insomma, non concordo. Trovo che i A flower tide abbiano talmente stravolto il pezzo, che non si può pretendere di ritrovare lo speed dei Ramones se li coverizzano i Sigur Ros! Niente sedia per loro. Siamo andati 20.000 seghe sotto i mari!
Jaqueline Branciforte, voto 3
Stasera, l’autolesionismo colpisce due volte. Cosa le è venuto in mente di portare “Inno nazionale” di Luca Carboni? Ammazzerebbe qualsiasi cantante. Non offre nessuna possibilità di manovra per ugole. A meno che non lo si stravolga. Ma non è questo il caso. Lei lo fa uguale all’originale, solo un po’ più urlato ed incazzoso. Il risultato è mediocre. E pensare che settimana scorsa, Agnelli e Jake se l’erano contesa a colpi di figurine di Van Basten e Ronaldinho! Un buco nell’acqua!
Aura & Marilyn, voto 5
I nostri White Stripes più uno, stasera portano Grounds. Il cantante e’ il punto debole della band. Non ha nessuna particolarità nella voce, e lui non la gestisce, a volte non sa dove metterla, come metterla. La urla, ma per la disperazione di avere un pitone ingestibile in gola. Gli altri hanno invece un buon suono. Agiscono in quella sfera musicale che va dalle coste inglesi dell’Atlantico, fino a Manhattan, gli puoi far fare quello che vuoi. Si meritano la sedia. E qui alzo il sopracciglio e attendo un nome, uno solo ed inizia con la P. Invece Agnelli manda a picco Alfredo Bruno. Scelta su cui non sono per nulla d’accordo.
Daniel Gasperini, voto 8
Ecco lo stranuccio delle Audition. Quello che deambula sul palco come fosse in ciabatte e sembra che non gliene freghi di nulla di quello che ha intorno. Ci stupisce con “Il mare d’inverno” e tira fuori una voce particolarissima. Ha molta estensione ed è molto intonato. È l'unico, che io abbia sentito fino adesso, credibile quando canta in italiano. È un puro e vero interprete italiano. Come si fa a non dargli una sedia? Ma per darla a lui ‘sta sedia, la Malpezzi viene buttata in mare! E io non sono assolutamente d’accordo.
Beatrice Fita, voto 10
Meravigliosa. Porta un pezzo dei Fontaine D.C. che non so nemmeno scrivere. Anche lei rimane su questo mondo vocale vellutato e rende questo pezzo decisamente migliore dell’originale. Intensa, profonda, per la sua età ha un istinto ed una intelligenza molto matura nel gestire le sue scelte musicali e come portarle avanti. Agnelli invece le dice che è acerba, acerba, acerba. Siamo veramente in sintonia! Per un attimo temo il peggio. Invece, non scivola sul pavimento bagnato e decide di darle una sedia. A ‘sto punto non ho dubbi, farà quel nome! Invece no! Fa il waterboarding ad Aura & Marilyn ed io preparo i cartelli per la manifestazione di dissenso! Il nome che mi aspettavo di sentire era quello dei Punkcakes, un gruppo utile a X Factor, come un portacenere su una moto. Anche Manuel Agnelli vuole veleggiare comodo sul suo veliero da Pirata coi suoi rassicuranti pendagli da forca? L’unica fuori dai suoi schemi è Mimì Caruso. Sono curiosa di vedere le scelte future che la coinvolgeranno.
Voto complessivo: 5
Dalla Viper Room è tutto per ora!