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Andrea Batilla contro Jacquemus e la sfilata sulla terrazza di casa Malaparte a Capri: “Triste rappresentazione del niente…”

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

12 giugno 2024

Andrea Batilla contro Jacquemus e la sfilata sulla terrazza di casa Malaparte a Capri: “Triste rappresentazione del niente…”
Bella sfilata, bella location. Belli anche gli ospiti. Insomma, l’evento di Jacquemus ha sprigionato una bellezza diffusa. Eppure, la scelta di casa Malaparte a Capri non ha convinto tutti: l’esperto di moda Andrea Batilla, infatti, ha criticato duramente Jacquemus sui social, parlando di come non si sia studiato l’architetto (Curzio Malaparte, appunto) e la sua storia ambigua, fatta anche di ammirazione per il fascismo e di omofobia. Un esercizio di superficialità che si sintetizza, per Batilla, in “una lacerante, profonda e triste rappresentazione del niente”. Ecco tutto quello che ha detto

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Uno scenario unico, quello scelto da Jacquemus per la sfilata di lancio della collezione “La casa”: si tratta della villa progettata da Curzio Malaparte a Capri. Gli invitati? Quaranta persone, ovviamente scelte tra star del cinema, della moda e della musica. C’erano, tra le altre, Deva Cassel, Laetitia Casta e anche Dua Lipa. Insomma, un evento all’insegna dell’esclusività, come da copione. L’evento, però, non è piaciuto a tutti. Sul suo profilo Instagram, infatti, Andrea Batilla, designer, consulente ed esperto di moda, ha scritto un post in cui ha criticato duramente la scelta del brand: “Chissà se Jacquemus conosce la storia di Curzio Malaparte, della sua stretta appartenenza al fascismo squadrista, della sua omofobia, del suo cambio di passo verso i repubblicani, poi i democristiani, poi i comunisti e infine del suo battesimo cattolico in punto di morte?”, chiede in maniera quasi retorica. Malaparte, nonostante la bellezza della sua creazione di Capri (costruita dopo l’ottenimento del permesso da parte di Galeazzo Ciano), resta “uno dei personaggi più divisivi della cultura italiana”. Un personaggio che “forse meritava di essere studiato un po’ prima di prendere la decisione di sfilare sopra il tetto di casa sua” scrive ancora Batilla. Probabilmente, prosegue, questo non è stato fatto. Né da lui né dagli ospiti. L’esperto poi commenta anche il riferimento a un film di Jean-Luc Godard presente nella sfilata (si tratta di Il disprezzo con Brigitte Bardot): niente di profondo, ma solo, appunto, un riferimento. “Jacquemus non è interessato alla profondità, alla riflessione. Si adagia sulle cose come una piuma leggera portata dal vento, senza nessun obiettivo se non quello di volare e poi appoggiarsi di nuovo da qualche altra parte”, continua Batilla.

Andrea Batilla
Il post di Andrea Batilla

Come si spiega, dunque, un riscontro commerciale così positivo di Jacquemus? “La sua lingua così zuccherosa, dolce e avvolgente è comprensibile a chi non ha riferimenti e come lui non si fa troppe domande. Quindi in fondo va tutto bene”, l’ipotesi di Batilla. Il giudizio dell’esperto, in conclusione, è durissimo. E riguarda non solo la sfilata in sé, ma più in generale la percezione di un certo pubblico, il suo accontentarsi della superficialità: “Anche oggi, forse soprattutto oggi, ci sono tantissime persone pronte a riempirsi gli occhi di meraviglia vedendo quello che ha sfilato sul tetto di casa Malaparte: una lacerante, profonda e triste rappresentazione del niente”.

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