Il re dei topper ha toppato: il panettone Motta in edizione speciale firmato dallo chef stellato Bruno Barbieri non ha superato il test del Gambero Rosso, rimanendo fuori dalla classifica dei migliori lievitati natalizi nella gdo. Una sorpresa amara, considerando che il brand storico del dolce milanese e il celebre chef italiano sembravano una combinazione vincente sulla carta. Questa volta la rivisitazione è andata male. Motta è sinonimo di panettone: fu Angelo Motta, nel 1919, a rivoluzionare la ricetta rendendola il dolce che conosciamo oggi. E quando si unisce il suo nome a quello di Barbieri, sette stelle Michelin in carriera e star televisiva di Masterchef e 4 Hotel, le aspettative non possono che schizzare alle stelle. L’anno scorso, il panettone Originale Motta aveva persino conquistato il primo posto nella classifica della gdo. Quest'anno, invece, la pirlatura ha assunto un altro significato. L’elenco degli ingredienti prometteva qualità, ma l’assaggio ha raccontato un’altra storia. Farina “0”, burro, uova fresche, scorze d’arancia candite di Calabria e uvetta: tutto nella norma, se non fosse per l’aggiunta di emulsionanti e aromi generici, tipici dei prodotti industriali e a lunga conservazione.
Alla prova pratica, secondo il Gambero Rosso, il dolce si è rivelato deludente. L’alveolatura era fitta e compressa, lontana da quella trama soffice e filante che un panettone dovrebbe offrire. La struttura risultava pesante e poco invitante. Sul fronte aromatico, le note erano artefatte, con un’uvetta che ricordava più le amarene sotto spirito che l’ingrediente genuino. A salvarsi sono stati solo i canditi, succosi e aromatici, veri protagonisti che avrebbero potuto elevare il panettone a un livello superiore. Ma non è bastato. Un’occasione sprecata che, con più attenzione alla lievitazione e una ricetta meno industriale, avrebbe potuto portare il panettone firmato Barbieri non solo tra i migliori della gdo, ma persino a competere con i grandi artigianali. La tradizione non basta se non è supportata dalla sostanza. Il pressure test è fallito, caro Bruno. Il tuo panettone, secondo il Gambero Rosso, è come un letto di hotel senza topper.
Nel frattempo però lo chef si può consolare: non con una fetta di panettone ma con gli ascolti di Masterchef: il primo episodio della nuova stagione ha superato il milione di spettatori medi, segnando il miglior debutto degli ultimi quattro anni. Con una media serata di 886mila spettatori e uno share del 4,5%, il cooking show di Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy registra un incremento del 13% rispetto alla scorsa edizione. I giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli hanno accolto una nuova ondata di aspiranti chef, confermando il successo di un format che ancora non puzza, nonostante la stagionatura. Il secondo episodio ha ottenuto 767mila spettatori medi e il 4,9% di share, mantenendo alti i livelli di permanenza. Anche sui social lo show domina: 152mila interazioni durante la messa in onda e quasi 204mila nelle 24 ore successive lo rendono il programma più discusso del giorno. MasterChef Italia dimostra ancora una volta di essere il re indiscusso della cucina in TV, probabilmente anche per l'affiatamento dei tre conduttori. Di recente lo stesso Bruno Barbieri di recente ha dichiarato che il suo rapporto con Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli è a dir poco idilliaco, mentre con gli chef che lo avevano affiancato in precedenza c'era solo una relazione professionale. Di più, con Carlo Cracco aveva litigato, e anche con Joe Bastianich c'era una certa indifferenza: non erano mai andati a cena insieme, per dire. “Eravamo tre galli in un pollaio, ma nonostante non fosse sempre semplice ho tanti ricordi belli, divertenti”, come riporta un articolo pubblicato dal Mattino. Insomma, con Cannavacciuolo e Locatelli c'è più complicità, spiega Barbieri, anche perché rispetto a Cracco e Bastianich “sono più ironici e divertenti”. Insomma, va tutto alla perfezione, panettone a parte.