Jake la Furia è un pilastro del rap italiano, e con i Club Dogo ha traghettato il genere dall'underground milanese al pop, vivendo da protagonista la transizione dai csntri sociali ai palazzetti. Lo stesso è successo con gli orologi, racconta Jake, ricostruendo un pezzo di storia decisamente interessante. Quando Method Man in America, racconta, indossava già i patacconi diamantati al polso, in Italia nel mondo rap non giravano ancora i soldi necessari all' ostentazione del lusso, e al massimo si girava con i G-Shock. Per quanto riguarda la sua storia personale invece, a parte i Flic Flac col topolino sopra, il suo primo orologio serio è stato un Rolex Explorer II, il cui valore attuale di mercato si aggira intorno ai 12mila euro, e che conserva ancora adesso. Racconta che in molti “gli hanno chiesto di smollarlo”, ma non c'è mai stata storia. La sua è una passione quasi genetica: anche suo padre ha investito in orologi, tramandandogli la passione. A proposito di investimenti: secondo Jake gli orologi, allo stato attuale, sono un investimento se hai la possibilità di acquistarli a prezzo di listino, anche se il mercato del reselling non può dirsi del tutto esente dal rischio. Adesso come adesso, per esempio, c'è una crescita esponenziale delle scarpe, e il valore degli orologi può salire come scendere. Per dirla con le parole di Jake: “ci vuole anche la bottadiculo”. Metà lungimiranza e metà fortuna.
Nonostante lo stile tamarro di alcuni pezzi dei Dogo, Jake sugli orologi punta sulla classe: i bussdown tempestati di diamanti sono eccessivi, e le modifiche, come aveva già detto anche Sfera, svalutano il prezzo di rivendita. Lo stile non è trattabile per Jake la Furia. Preferisce l'estetica degli orologi classici rispetto a quelli moderni. Un Richard Mille è paragonabile a un'opera d'arte per il rapper, ma la classe è altro. Il Rolex Explorer, il Gmt Master o il Daytona sono modelli che non moriranno mai, dice, confessando di essere forse un po' boomer. Uno dei suoi preferiti comunque è il Rolex Dayotna Rainbow. Sull'oro dice che è molto bello ma il problema è che può risultare pacchiano, soprattutto se, autoironicamente, sei un ciccione pieno di tatuaggi, e il fatto di esserlo non implica necessariamente che non si possa avere classe.
Lo stesso Jake, parlando del mercato degli orologi fake, afferma di essere contro l'ostentazione e lo status symbol. La pensa così da sempre, anche quando era più giovane e più tamarro. Bisogna essere contenti di quello che si ha. Se quello che si ha ce lo si è anche guadagnato, tanto meglio. Una piccola lezione di sociologia firmata Jake la Furia: la gente è abituata a vedere i ricchi che ostentano gli orologi su Instagram e si compra i tarocchi. Nel mondo del rap invece si inizia con i bussdown, soprattutto se si è giovani, inesperti di orologi e smaniosi di apparire. Poi ci si specializza. Come il suo collega Emis Killa, che cambia orologi a una velocità pazzesca: compra, vende e ricompra. Ma soprattutto come il suo socio Guè, che a detta di Jake è il massimo esperto di orologi nel mondo del rap italiano: ci traffica da vent'anni, li abbina agli outfit ed è un vero fanatico.