Dopo la settimana della Fashion Week piena di sangue di animali morti e di poca ecosostenibilità, ecco la chiusura con il greenwashing fashion evening svoltosi a Teatro alla Scala di Milano. Che paura guys, o meglio “how scary guys”. Non ci sto! Scusatemi ma non ci sto. Questo greenwashing e questa finzione superficiale di brand e influencer che in realtà non hanno nessun riscontro nella vita reale con l’ecofashion, anzi, ma si sposano per fare show e darsi visibilità, non va bene. Il mondo e l’Italia è pieno di celebrity che hanno fatto un cambiamento importante nella loro vita e hanno scelto di essere ecosostenibili per davvero cambiando dalla A alla Z ogni aspetta della loro esistenza. Questo messaggio non è solo per la signora Chiara Ferragni ma per tutti i brand che vogliono fare visibilità usando influencer che non rispettano le regole dell’ ecosostenibilità e l’ecofashion. Non solo è uno schiaffo in faccia per chi i cambiamenti importanti nel proprio stile di vita nel proprio armadio li ha fatti veramente, ma è un grave danno alla credibilità dell’ecofashion. Anche perché l’influencer presente, la signora Chiara Ferragni ha avuto il coraggio di affermare che l’ecofashion e l’eco sostenibilità siano argomenti che le stanno a cuore e che sono tematiche a lei importanti. Prima di fare certe affermazioni e avere un minimo di verità e credibilità bisogna tornare a casa, prendere il proprio armadio e svuotarlo da tutto quello che non è ecofashion. Non si va in Spagna per essere ambasciatori per un brand di eco-cosmesi vegan cruelty-free facendosi i selfie con la la borsa in pelle vera di Vuitton. Non puoi avere un piede da una parte e un piede dall’altra, non è coerente, non è credibile ed è l’ennesimo "errore di comunicazione" gravissimo.
La cosa ancora più grave è che nessuno ne parla. Ho letto oggi in ogni dove, aspettando e sperando che il Fatto quotidiano dica la sua perché è uno dei pochi giornali che non ha paura di dire la verità, ma ho letto la frase: "Chiara Ferragni di nuovo alla Fashion Week elegante che incanta...". Nessuno dice: ma come è possibile che abbiano scelto questa signora che non ha mai parlato di eco ashion nella sua vita e che nei suoi negozi, quando gli è stato chiesto se aveva qualcosa di ecosostenibile, ci è stato risposto "eco che"? Come è possibile che chi ha un armadio pieno di pellicce morte e borse di coccodrillo, e vende borse in “ecoplastica” possa dire che questi temi a lei siano importanti. Questo non va bene, ragazzi! Invito tutti gli ambientalisti, animalisti ed ecologisti a dire la loro. Ci tengo ad aggiungere: se veramente Chiara Ferragni facesse uno shift cambiando stile di vita, svuotando l’armadio, saremo tutti molto felici e le faremmo dei grandissimi applausi perché tutti sono in tempo a cambiare. I cambiamenti seri avvengo da casa, dal proprio piccolo spazio dove si impara a svuotare i propri spazi da tutto ciò che non é più coerente col nostro nuovo modo di pensare. Se lo fai solo per un brand o due… puzza di pandoro marcio. È fastidioso questo continuare a prendere in giro la gente. Per fortuna che ci sono i social e qualche giornale che ancora dice la verità.