Dio esiste? Partiamo da qui, da un quesito un filo impegnativo, certo, che nel corso dei millenni ha attanagliato comuni mortali, filosofi, scienziati, contrapponendo tesi e visioni del mondo differente. Noi abbiamo la risposta in esclusiva, e a darcela è stata la visione di Kung Fu Panda 4, uscito da poco nelle sale. Del resto è noto, Dio - che si tratti di quello cristiano, musulmano o di una delle tante religioni panteiste che sono gemmate in giro per il mondo - ha sempre avuto modi estrosi per manifestarsi, dal roveto ardente, a chi lo riconosce in certe macchie sulle pareti, passando per certi animali sacri e via discorrendo. Perché mai non dovremmo trovare risposte esistenziali concernenti l’imponderabile guardando le avventure di Po? Il fatto è che quello che la filosofia ha provato a dimostrare, non proprio rigorosamente - penso a Pascal - e la scienza ha ugualmente provato a confutare, (omettendo però di prendere in considerazione appunto l’imponderabilità della conoscenza, penso alla fisica quantistica) è riuscito a farlo Kung Fu Panda 4, guarda il caso, nel preciso istante in cui Jack Black, che nella versione originale del film dona la propria voce proprio al protagonista, intona le liriche di Baby One More Time, brano pop di Britney Spears.
Che Jack Black fosse appassionato di musica, e sapesse anche cantare era cosa nota. Lo ha dimostrato al cinema, con l’ormai classico School of Rock, nel quale interpreta un rockettaro senza arte né parte che si trova, per una serie di casualità, a insegnare in una scuola privata, trasformando una classe di mezzi nerd in una perfetta rock band. Le sue facce buffe, il suo modo di muoversi sornione e dinoccolato, nonostante una fisicità decisamente portata al grasso, il suo imbracciare la chitarra e cantare sono entrati di diritto nell’immaginario di quanti amano, o per meglio dire, adorano la musica in quattro quarti. Ma è con il suo duo, i Tenacious D, formato col sodale Kyle Gass, che il nostro ha avuto modo di dimostrare realmente di che pasta è fatto, andando in giro per il mondo – letteralmente - a tenere concerti, anche in Festival prestigiosi, incidendo anche tre album. Forte certo della sua fama di attore, Jack Black si è anche trovato spesso a collaborare con rockstar di prima grandezza, dal Dave Grohl del progetto Probot, a un duetto con Meat Loaf, passando per una incursione al fianco di Josh Homme dei Queen of the Stone Age, nella sua band principale come nello spin off Eagles of Death Metal. Insomma, non è un caso che parlando di sé, o quando si parla di lui, si sottolinei sempre come sia sì attore, ma anche musicista e cantante. Solo che sentirlo alle prese non con un brano rock, evidentemente il genere nel quale si muove più a suo agio, recuperate proprio lo stralunato se non addirittura folle film che ha tirato fuori con i Tenacious D, dall’iconico titolo Tenacious D e il destino del rock, pellicola del 2006 (nella colonna sonora, oltre al duo si trovano leggende come i già citati Dave Grohl e il compianto Meat Loaf, ma anche l’ancora più leggendario e altrettanto compianto Ronnie James Dio, vedi che sempre lì torniamo), ma con una canzone squisitamente pop come quella che ha lanciato a imperitura fama Britney Spears ormai oltre venticinque anni fa, due cose colpiscono l’ascoltatore in maniera indubbia.
Primo, che Baby One More Time sia - a discapito dei sorrisetti maliziosi che ai tempi accompagnò l’uscita del video con questa giovane popstar vestita da scolaretta che passava tutto il tempo a cantare ammiccante e con la lingua di fuori, letteralmente - un pezzone clamoroso, di quelli che, non solo reggono perfettamente l’incedere del tempo (stiamo parlando di venticinque anni fa, ancora nel Novecento, quando c’era gente che ancora ascoltava la musica con i vinili e non per vezzo, quando ancora si parlava di rap come di qualcosa di esotico, al pari dell’afrobeat di Fela Kuti), ma che il tempo lo hanno fatto proprio, diventando in qualche modo adulta con noi, del resto come poteva non essere che così, con quell’incipit? “Oh, Baby, Baby, How Was I Supposed to Know/ That Something Wasn’t Right Here?” A a sentire le prime due note di piano che lo introducono, è noto che di note di piano in quel pezzo ce ne siano in tutto quattro, esiste anche un simpatico tutorial su come suonarlo, su YouTube, roba di cui sarebbe capace anche Lazza, già si è trasportati altrove, potenza della musica, dove ogni dramma è un falso, per dirla parafrasando il maestro.
Secondo, che sentirla cantata da Jack Black, la voce calda, potente, intonata come una spada e al tempo stesso assolutamente capace di trasmettere emozioni, nello specifico divertimento e anche quella solita vena di follia di cui si è più volte parlato in queste righe, il video passato su Instagram del lancio del film a Hollywood, dove lo si vede cantare e ballare, con un imbarazzato Dustin Hofmann, a sua volta doppiatore del film, sua la voce del maestro Shifu, o del solito cinese da film, si legga questa affermazione come pronunciata con autoironia, James Hong, la voce di Mr Ping, è in realtà un attore con una carriera impressionante, centinaia di film e telefilm all’attivo - lui che nei fatti è nato a Minneapolis e di cinese ha solo le origini - vagamente costretto a essere identificato come quello cinese che fa i film hollywoodiani, ecco, a sentirlo cantare, magari guardando quel video divertente, con balletti e i soliti ghigni e le solite maschere da istrione, non si può che constatare che esisteva una terza via alla filosofica e alla fisica quantistica.
L’esistenza di Dio era lì, pronta a mostrarsi palese e indiscutibilmente dentro una canzone di pochi minuti, perché se Pascal la buttava un po’ in vacca (sintetizzo), ma l’idea che Dio esista perché è meglio crederci e ritrovarselo poi di fronte, che non crederci, salvo poi scoprire che in effetti esisteva (evidentemente troppo tardi). Certo, discorso un filo reso più complesso con la faccenda che Dio non si sarebbe poi voluto mostrare così sfacciato per lasciarci il merito della fede, se uno è ben visibile solo un terrapiattista potrebbe negarne l’esistenza, ma non ci sarebbe alcun merito a farlo, e soprattutto non ci sarebbe la libertà di decidere se credere o meno (ho tagliato giù tutto con la falce). Qui si parla di Jack Black, non nello specifico di Pascal, e la fisica quantistica rende il tutto poco alla portata dell’uomo comune, perché se può anche esserci chiaro cosa distingua la fisica classica da quella quantistica, l’una atterrata su un piano ben visibile a chiunque, non necessariamente comprensibile ma lì, concreto; l’altra più astratta, con una idea stessa di materia più teorica che pratica - parlo ovviamente da profano - è nell’idea di un Dio possibile in quanto non scientificamente negabile, un’ipotesi non la si nega a nessuno, figuriamoci a un Dio che potrebbe non essere poi così simpa come quello del Nuovo Testamento - si saranno detti in qualche laboratorio - sembra davvero la scoperta dell’acqua calda: una versione da nerd delle teorie di Pascal. Siccome la realtà è molto più dinamica di come ce la raccontiamo lasciamo che ci sia anche questa possibilità, poi chi se ne frega come la vogliamo chiamare e se la vogliamo chiamare Dio, Materia,
Qualcosa, ecco, se queste qui erano le due opzioni più accreditate, beh, signori miei, forse il posto in cui si erano cercate risposte fin qui non era esattamente quello giusto. Col suo nuovo look, alle soglie dei cinquantacinque anni, la barba lunga, grigia, i capelli lunghetti, ugualmente incanutiti, Jack Black potrebbe anche essere vagamente riconducibile all’iconografia cristiana che con tali fattezze ha sempre indicato proprio Dio. Certo, un Dio panciuto, seppur atletico, e con un ghigno tutt’altro che ascetico, tutto solo nell’alto dei cieli a intonare “My Loneliness Is Killing Me”, per dirla con le parole che lui stesso ha fatto recentemente sue “I Must Confess I Still Believe”.