Per le celebrazioni mariane di Reggio Calabria, parlo della Madonna della Consolazione, che è la patrona della città, già dagli anni Cinquanta c’era stato un sodalizio tra il Comune e la Chiesa locale per celebrare la ricorrenza. Ma dopo tanta cooperazione ora si sta creando una vera e propria “guerra”, se si può usare questo termine forse un po’ troppo forte, tra il Comune e alcuni parroci, capitanati da Don Giovanni Gattuso. E così tra il Don e il sindaco Giuseppe Falcomatà si è creata una situazione che, dicono a Reggio, sembra una pagina scritta dal mitico Giovannino Guareschi, scrittore e giornalista che ha dato vita ai personaggi (prima nei suoi romanzo, poi nei film con Fernandel e Gino Cervi) di Peppone e Don Camillo, che in questo caso si chiama Don Giovanni. Cosa è successo? È successo che per la conclusione del Reggio Live Fest è stato invitato martedì 17 settembre Fedez, e la sua presenza ha garantito l’arrivo di moltissimi spettatori, sia dalla Calabria che dalla vicina Sicilia. Don Giovanni, appena saputo dell’arrivo del rapper, ha scritto una lettera pubblica, attraverso il suo profilo Facebook, all’amministrazione e al sindaco Giuseppe Falcomatà, Peppone, sottolineando che Fedez non era assolutamente adatto a una celebrazione di questo tipo, soprattutto per un’esibizione che si sarebbe tenuta dopo la processione della statua della Vergine.
Il sindaco, di centrosinistra, pure “bravino” visto che nel corso della sua amministrazione ha azzerato il debito comunale e scongiurato il default del Comune, ha risposto che l’iniziativa si inseriva nel Reggio Live Fest (quindi non era da considerarsi parte delle celebrazioni religiose) per tutti: reggini, cattolici e laici. Si sono creati così due partiti: quelli “pro Fedez” e quelli “contro Fedez”, un po’ come Peppone e Don Camillo. Credendo di poter pacificare gli animi, ho chiamato Fedez per strappargli una parola di conciliazione nei confronti di Don Giovanni. Va detto che non si tratta di un conflitto tra la Chiesa e il Comune, ma semplicemente di un parroco che si è esposto in prima persona. Gli altri parroci hanno espresso simpatia per la lettera di protesta, ma non si sono esposti più di tanto e visto che ammiro sempre chi ci mette la faccia, apprezzo sia Don Giovanni Gattuso che il sindaco, che ha risposto in maniera molto civile. Come dicevo, ho pensato di portare una parola di pace, e avevo deciso di esporre la conciliazione di Fedez anche a La Vita in diretta da Alberto Matano. Così l’ho contattato per chiedergli una parola di pace nei confronti dei parroci, mai pensata fu così fallimentare. Fedez mi ha risposto che è un fermo “anticlericale”, “di ferro”, e poi ha aggiunto credo con tono provocatorio: “Ma loro sono cristiani, dovrebbero perdonarmi!”.
Cercando di strappargli qualcosa di meno polemico gli ho sottolineato che nei suoi testi non mi sembrava di ricordare attacchi diretti alla Chiesa. Mai memoria fu più fallace: mi ha subito freddato, mandandomi un audio in cui mi raccontava che, quando aveva diciotto anni (quindi nel 2007, credo) aveva scritto una canzone in cui diceva: “Quando è morto il Papa ho pianto, ma solo perché ne avrebbero fatto un altro”. Il Papa a cui si riferiva era forse Giovanni Paolo II, il cosiddetto Papa santo, morto due anni prima. A questo punto, chi ha ragione? Forse un po’ tutti, il sindaco che vuole Fedez, Fedez che va a Reggio per divertire i ragazzi (e pare si cucchi un cachet di 100 mila euro e spero per lui sia vero), di certo Don Giovanni non ha tutti i torti. Ma ecco la soluzione. Arriva l’arcivescovo di Reggio Calabria che intima ai suoi: “Va accolto anche chi la pensa diversamente”.