Il Premio Tenco organizza una conferenza di Andrea Scanzi sulla canzone d'autore. Una brutta notizia che probabilmente non fa scalpore come fanno le brutte notizie oggi. Perché? Perché a molti potrebbe sembrare una buona notizia. Ma io invece ritengo che questo sia un dato più che allarmante e per molti motivi, alcuni dei quali personali, altri oggettivi. Cercherò di illustrarli. Mi interesso del Premio Tenco, perché effettivamente il Premio Tenco ha sempre avuto un ruolo cruciale nella mia vita, affettivamente, artisticamente, professionalmente e ci fu un tempo in cui quella zona della cultura italiana chiamata Premio Tenco era un paradiso della musica italiana, perché proprio come un parco naturale che protegge gli animali in estinzione, li studia con estrema competenza, studia il modo di salvaguardare la specie, favorendo la procreazione nell'ambiente adeguato, naturalisticamente, proteggendo sia il territorio che la fauna dall'invasione industriale, dalla devastazione, dallo sfruttamento, dallo sterminio che da che mondo è mondo, sempre l'uomo ha commesso nei confronti dei territori selvaggi e gli esseri viventi lì. In quei territori, esattamente con lo stesso concetto, con la stessa filosofia, nasceva la rassegna chiamata Premio Tenco, mezzo secolo fa, dopo la drammatica vicenda del cantautore Luigi Tenco, il quale tragicamente fu colpito dall'ignoranza generale, vittima di quello che oggi andrebbe chiamato mobbing, ovvero l'ingratitudine dell'intero sistema mediatico di questo paese, che dovrebbe essere attivato da persone intellettualmente evolute, ossia che abbiano qualità e intenzioni culturali, ma che invece non è altro che un covo di interessi personali e di piccolezze, piccolo borghesi, che nulla hanno a che fare con la grandezza artistica, anzi tendono a fare di chi ha eccellenza e merito la vittima sacrificale. La desolante realtà di cui sto parlando interessa molto questo Paese. che rispetto alle altre nazioni della comunità occidentale è particolarmente incapace di levatura culturale, collettiva e fa, nell'ambito artistico, le stesse cose che farebbe in un altro ambito non artistico, ovvero non si cura dell'arte. E quindi nell'ambiente artistico non c'è arte, nell'ambiente culturale non c'è cultura, nell'ambiente musicale non c'è musica. Ma cosa c'è? Semplice. Ovunque c'è soltanto l'idea del mero profitto.
Il vero artista, dentro tutto questo, era doveva essere, e per un po' lo è stato, il porto franco, l'area protetta, dove dar spazio alla qualità dello slancio artistico, dell'idealismo non connesso alla realtà miserabile e contingente, tecnocratica, utilitaristica, individualistica, antisociale, antinaturale. Questa è la ragione per cui nasce la rassegna del Premio Tenco. Ma oggi non è più così. Per cui la notizia che Andrea Scanzi si permette di salire in cattedra a sparare chissà quante castronerie proprio laddove bisognava combattere il mondo che prefigura la mentalità di un Andrea Scanzi, che non è altro che colui che la canzone non solo non la comprende, ma la vilipende, la deforma, la banalizza, la mistifica, la rovina, la svuota di valore, la svuota di bellezza e di qualità. Sono particolarmente indignato verso il cosiddetto "direttivo" della rassegna, cioè quelle persone che ne decidono regole e contenuti. Il fondatore di tutto questo si chiamava Amilcare Rambaldi ed era un illuminato, un pietoso, un intellettuale, un coraggioso. Sotto la sua egida ci sono state edizioni storiche, mitiche, in cui gli artisti che sono stati scoperti, tra virgolette, lanciati, sono artisti come Roberto Benigni, Piero Ciampi, Paolo Conte, Roberto Vecchioni e tutti quelli che lo hanno frequentato e che sono diventati membri di una specie di grande famiglia, da Lucio Dalla a Sergio Endrigo, Sergio Bardotti, Pierangelo Bertoli, Francesco Guccini. In pratica si tratta di quella che veramente è stata la pratica della canzone italiana. Della sua diffusione, della sua protezione, oltre che produzione. Ma oggi non è così. Drammaticamente non lo è. E a me questo dispiace particolarmente, sia perché sono direttamente interessato in quanto scrivo le canzoni, sia perché amo quel tipo di canzone, che dai signori che oggi comandano in quel luogo, non solo sono offese, ma sono proibite, ostacolate, a far andare Andrea Scanzi a parlare al Premio Tenco, non vuol dire essere alla frutta, ma vuol dire essere sotterrati completamente, non avere la minima contezza di che cosa significhi la musica, vuol dire non avere più nessuna autorità in materia. Si era capito già che da un po' di tempo si era persa la trebisonda, ma questo fatto è davvero increscioso. Andrea Scanzi parla di musica al Premio Tenco. Oddio mio. Riposi in pace la rispettabilità del Premio Tenco. Scanzi non sa parlare di musica. quindi dovrebbe farlo nei limiti del suo privato, come chiunque non sia specificamente competente nella materia. La materia si chiama musica o musicologia, paleografia musicale, fisica acustica, design del suono. Io non dico questo solo perché Andrea Scanzi non è in grado di suonare gli strumenti, né di comporre, tantomeno semplicemente di leggere la notazione musicale, in quanto di musica si può parlare anche non essendo propriamente dei creatori della musica, né degli interpreti, ma è necessario ed è sufficiente avere due fondamentali competenze che il mistificatore Scanzi non possiede, ossia linguaggio corretto e conoscenza formale. Scanzi ignora completamente la terminologia musicale, quindi permettere che sia sul podio di un relatore è un'azione irresponsabile e musicalmente deformante, molto lesiva nei confronti dell'auditorio di giovani o di persone che disimparano invece che imparare qualcosa. Quindi perché parla questo qua? Perché è una figura estremamente prepotente, che ha sempre ambito ad andare in scena, pur se sprovvisto di conoscenza e di carisma, quindi a tutti gli effetti uno incapace di dare spettacolo. Che definirei, parafrasando la nota formula difensiva per chi non può assumersi le proprie responsabilità, “incapace d'interprete e di volare”. Il fatto che Scanzi sia appassionato di musica lo equipara alle centinaia di migliaia di persone che lo sono, ma che non salgono sul pulpito e si limitano ai loro ascolti e alle loro preferenze, non facendo ridicoli saggi critici senza la minima fondatezza. Ma il problema è che costui occupa una posizione dalla quale abusa del suo potere il famosissimo potere mediatico, ovvero quella voce malevola che purtroppo è sparsa nell'aria e non canta che melodie di odio e di diffamazione, Scanzi è forte di un seguito di haters. Perché lui rappresenta per loro il modello di odiatore professionale e ha le spalle coperte da chi sulla distruzione ci ha costruito un impero, e non faccio il nome, un impero mediatico ovviamente, e perciò persino nel territorio come il Premio Tenco, che nasceva per difendere la canzone proprio da questo tipo di svilimento civile, artistico-culturale ormai è completamente piegato alle logiche del più becero pensiero unico. D'altra parte, è una sorte questa che è toccata a tutta l'area sedicentemente di sinistra, che di sinistra non ha più nulla, ma di sinistro sì, l'incontro di Scanzi sulla canzone d'autore. E per concludere una piccola riflessione su quanto si senta la mancanza di Sergio Staino, l'ultimo del direttivo del Premio Tenco che aveva una contezza della sua responsabilità. È morto l'anno scorso. Caduto Staino, ora si fa sciambola. Infatti non c'è più nessuno che sappia rispondere minimamente alle mie critiche. Ad esempio Staino rispondeva immediatamente. E sapeste che argomenti e che conversazioni ci sono state tra me e Staino? Si potrebbero pubblicare dei libri sulla musica, di approfondimento, sul senso delle canzoni. Per quello che scrivevo io e quello che mi rispondeva Staino, non voi che state tutti in silenzio. quando io scrivo e dico queste cose che sto dicendo ora, le vostre reazioni sono nulle! Rispondeva Staino alle mie critiche ed era un interlocutore, l'unico che avevo, lui col cazzo che avrebbe fatto avvicinare Andrea Scanzi anche soltanto al Teatro Ariston nei giorni del Tenco! Lui che capiva perché era esattamente come me, cioè lottava per il bello e per la cultura. Stop signori, finito tutto, è caos totale. Preparatevi a vedere Lazza con la targa Tenco, Fedez per il miglior progetto culturale. Ah, dimenticavo, io ero così amico di Sergio Staino che sono stato addirittura escluso dalla serata in sua memoria che stanno organizzando quest'anno. Che Staino li perdoni.