Le corse sono le corse, dunque imprevedibili, altrimenti non le guarderebbe nessuno. È lo sport bellezza, una sintesi dell’esistenza scandita in tempi più pratici. Ad ogni modo a guardare Francesco Bagnaia negli occhi, già dal giovedì di Portimão, si ha la percezione di avere davanti un ragazzo diverso. Un uomo si potrebbe dire, che poi è sempre un termine piuttosto relativo. Qui però non parliamo di precisione, ma di odori e sensazioni. Piccoli impulsi dell’istinto che ci fanno riconoscere le cose per le quali non servono ragioni: chi è l’uomo più importante nella stanza, quello che un cinefilo chiamerebbe capobranco? In MotoGP è Pecco Bagnaia. È arrivato in Portogallo con uno sguardo diverso rispetto all’ultima gara di Valencia, quando era ancora un ragazzino che dichiarava “L’abbiamo fatta grossa” mentre sul cupolino della sua Desmosedici qualcuno aveva incollato il numero uno. Numero che lui ha deciso di tenere, per tornare quattro mesi dopo come chi in un’estate da ragazzino ha scoperto il sesso. Torni nuovo, più sicuro e più pronto, forse cambia anche il tuo odore.
La fortuna di poter stare lì, in mezzo ai piloti, evidentemente serve a questo, a restituirti sensazioni che escono filtrate dalla televisione. Pecco è più sicuro, più autoritario. Quando arriva in conferenza stampa con Jorge Martín e Marc Marquez è lui a gestire la situazione. I piloti raccontano spesso di qualcosa nella loro testa che li trasforma in animali quando cominciano a correre: istinto e brutalità, cose così, facili da capire. Più ti trovi in questa condizione e più ci sei a tuo agio, così piano piano diventi pilota anche quando parli, fai colazione, rilasci interviste. Meno ragazzo-con-un-sogno e più oligarca. Dunque, anche se queste sono le corse, gli occhi di Pecco parlano chiaro: sono qui per vincere ancora. E ancora. Sono qui per restare, per togliere i dubbi su di me e scaricargli sugli altri. Dopo la prima gara dell’anno vinta all’ultimo giro ne restano 41 - un’immensità - ma a giudicare dall'approccio questo mondiale può sono perderlo.