Quando c’è di mezzo Marco Melandri salta sempre un po’ tutto. Succedeva quando correva, con manovre al limite del disumano che scombinavano i piani di chiunque oppure con errori clamorosi quando tutto per lui sembrava in discesa. E’ successo anche dopo che ha appeso il casco al chiodo, con posizioni nette prese con convinzione anche andando contro il pensiero comune e “quello che si può dire” (chi non ricorda può cliccare qui). E succede in qualche modo ancora, ogni volta che dice la sua. E’ successo un po’ anche a noi, che ci siamo trovati a dover selezionare per il titolo solo un paio delle cannonate che ha sganciato in una manciata di minuti al telefono sulle ultime quattro della MotoGP e anche sulla SBK, in cui ha lasciato un pezzo di cuore e probabilmente anche il rammarico più grande.
Mi piace vedere la BMW lassù a un passo dal titolo mondiale: io ho conquistato la prima vittoria di BMW in SBK e il titolo l’abbiamo mancato per una storia che se ci ripenso oggi è ancora allucinante. E poi diciamolo: Toprak è un fenomeno. Non so quanto potrebbe essere vincente in questa MotoGP, ma per la Superbike è il pilota perfetto.
Vincerà già nel prossimo week end in Portogallo?
Non lo so se all’Estoril, ma vincerà. Bravissimo Nicolò Bulega, ma credo che la pista abbia già parlato chiaro e che sia solo questione di capire quando anche la matematica darà ragione a Toprak Razgatlioglu e BMW.
A proposito di BMW, ci interessa la storia che poco fa hai definito allucinante, ce la racconti?
C’è poco da raccontare. Era il 2012, guidavo una BMW e eravamo in testa al mondiale. Sembrava un anno di quelli buoni in cui senti che le cose vanno bene e che può pure riuscirti l’impresa grossa. Vittorie, podi, pure qualche errore, ma quelle situazioni lì in cui te la giochi veramente e comunque sei in testa alla classifica generale. Solo che, appunto, a tre o quattro gare dalla fine venne nel box l’allora capo del racing per BMW e ci disse che a fine stagione avrebbe chiuso la baracca. C’era da portare un serio risparmio nel budget e riteneva che i milioni di Euro spesi per la SBK fossero buttati via. Finimmo la stagione, ma chiunque capirebbe con che testa l’abbiamo finita. E con che spirito. Errori miei in pista, confusione generale e titolo mandato in fumo, per non dire una parolaccia. Toprak avrebbe potuto essere il secondo a vincere un titolo delle derivate di serie con BMW, invece sarà il primo.
Brucia ancora?
Ogni tanto ci penso. Come penso a mille altre cose successe nella mia carriera. Però sono state tante anche le gioie.
Passando alla MotoGP, chi tra Martin e Pecco penserà al 2024 con la gioia e chi, invece, con il rammarico?
Cosa penso è noto da sempre. Io trovo veramente difficile pensare che il pilota di una squadra privata possa vincere un titolo mondiale contro il pilota della squadra ufficiale. L’ho dettolo scorso anno, lo ripeto quest’anno, anche se Jorge Martin ha 10 punti di vantaggio e mancano solo quattro gare.
Gigi Dall’Igna e Claudio Domenicali hanno recentemente dichiarato (qui il link) che non si faranno strategie di sorta e che lasceranno che a vincere sia il migliore…
Cosa vuoi che dicano? E poi, oh, io sarei contento di essere smentito. Perché una cosa è certa: la vittoria la strameritano sia Jorge Martin che Pecco Bagnaia. Però, ecco, uno è un pilota che l’anno prossimo guiderà un’altra moto e attualmente porta i colori di un team che l’anno prossimo sposerà un altro marchio. La vedo difficile davvero.
Non vedremo l’1 sul cupolino dell’Aprilia di Jorge Martin?
Non succederà nel 2025, in futuro magari anche sì visto che comunque Aprilia sta facendo un gran lavoro. Ma se succederà già dalprossimo anno chapeau a tutti: a Ducati, a Pramac, a Martin e pure a Pecco.
Pure a Pecco?
Come fai a non dire chapeau a Pecco? E’ perfetto, neanche suda. Sembra che non faccia un minimo di fatica anche quando fa cose straordinarie, a volte la sua colpa è quella di essere forse troppo perfetto. La verità di questo 2024 è che a prescindere da tutto dovrebbero darne due di titoli mondiali, perché davvero Martin e Bagnaia hanno fatto la differenza su tutto e tutti.
Pecco Bagnaia ha la colpa di sembrare troppo perfetto. Jorge Martin invece?
Martin secondo me ha la sfiga di sbagliare quando gli errori costano carissimi. Con il livello così alto è facile sbagliare, ma l’errore di Misano e quello fatto in qualifica a Motegi hanno avuto un peso maggiore.
Ma a Motegi ha comunque salvato il fine settimana…
Sì, ma se fosse partito più avanti? Quando parti undicesimo puoi essere bravo quanto vuoi a rimontare, ma devi esporti a più rischi, a più consumo della gomma e comunque non ha vinto. Un pilota vuole vincere.
Marco Melandri fa il tifo per?
Non mi piace parlare di tifo. Però non ho problemi a dirti che secondo me, nonostante lo svantaggio, Bagnaia ha ancora qualcosina in più. Sabato e domenica a Motegi è stato incredibile, ha una precisione, una naturalezza da far sembrare la cosa più facile del mondo qualcosa che invece non è facile proprio per niente. Soprattutto per come la fa lui. L’ho detto: neanche suda.
L’anno prossimo, però, potrebbe sudare di più…
Con Marc Marquez sulla stessa moto suderebbe chiunque. Marquez è uno che arriva e scombussola ogni cosa: ha un talento fuori dal comune e è un otto volte campione del mondo. Senza nulla togliere a tutti gli altri: Marc Marquez è Marc Marquez. Però non significa che avrà vita facile, soprattutto con Pecco, che comunque conosce quella moto, quel box e è inevitabilmente più in sinergia anche con la MotoGp così come è oggi.
Quindi secondo te Ducati ha fatto bene?
Se avrà fatto bene o male lo vedremo dal prossimo anno. Di sicuro in Ducati sanno benissimo quanta e quale è la reale differenza di performance tra la Desmosedici GP24 e la GP23. E’ qualcosa che invece tutti noi ignoriamo, ma se hanno scelto Marquez al posto di Martin evidentemente è perché hanno visto che riesce a metterci veramente tanto del suo.
A proposito di differenza, pensi che Ducati dominerà ancora in maniera così netta?
Dovevano fare delle scelte e le hanno fatte. Non avere più otto moto ristabilirà sicuramente un po’ di equilibrio, così come lo ristabilirà l’avere piloti di gran talento, come lo stesso Jorge Martin, Enea Bastianini e Marco Bezzecchi su altre moto. Però penso che il gap al momento sia così ampio che ci vorrà tempo. E poi, appunto, è vero che Ducati perderà qualcosina, ma arriverà Marc Marquez, che è una variabile incalcolabile.
Le giapponesi?
Dispiace, mi viene da dire solo che mi dispiace. C’è poco altro da aggiungere su Honda e Yamaha in MotoGP al momento, se non che spero che tornino ai loro livelli prima possibile.