Una l’ha firmata Paolo Ianieri per la Gazzetta dello Sport, l’altra, invece, Daniele Sparisci per il Corriere della Sera. Di cosa stiamo parlando? Di due interviste uscite praticamente in contemporanea rispettivamente a Gigi Dall’Igna e Claudio Domenicali. L’ingegnerissimo e il grande capo di Ducati. Insieme, anche se su pagine diverse, pure nel ribadire ciò a cui nessuno sembra voler credere: Ducati non farà niente per favorire uno tra Pecco e Martin sulla strada del titolo mondiale 2024. Perché l’obiettivo, per chi ormai domina senza speranze per tutti gli altri, non è solo vincere, ma, proprio come ha detto Claudio Domenicali, “avere piloti sempre più forti in grado di rendere difficile la vita di chi non guida una Ducati. Non c’è solo la tecnica, serve la gestione sportiva”.
Una gestione sportiva che a quattro gare dalla fine del mondiale e con due piloti Ducati in testa, di cui uno in partenza, non è sicuramente facile, con gli uomini di Borgo Panigale che però sembrano avere le idee assolutamente chiare. Tanto che lo stesso Domenicali, quando gli si chiede se davvero sarà felice lo stesso di vedere il numero 1 finire sul cupolino di una Aprilia l’anno prossimo, risponde così: “Martin è un pilota Ducati al 100% e fino a quando sarà con noi deve dare il meglio. L’anno prossimo faremo in modo di batterlo”. L’anno prossimo, quindi, non certo quest’anno. Parole, quelle affidate da Domenicali al Corriere della Sera (qui il link all’intervista completa) che sembrano fotocopia esatta di quelle affidate da Gigi Dall’Igna alla Gazzetta (qui il link all’intervista completa).
“Questo è uno sport – ha tuonato Dall’Inga - ed è giusto che resti uno sport. Per me deve vincere il migliore. Credo sia significativo che non abbiamo più portato innovazioni tecniche, evitando che uno sia trattato meglio dell’altro”. Anche perché tra i due la lotta è assolutamente corretta e sarebbe triste renderla scorretta da fuori. “Nei due anni in cui hanno lottato – ha proseguito l’ingegnere italiano - non ho mai visto una scorrettezza tra i due. E non me ne aspetto da qui alla fine. Io farò di tutto perché sia così. Pecco ha vinto due Mondiali di fila, non sono tanti a poter dire di averlo fatto e sta lottando per il terzo: oggi è il pilota di riferimento in MotoGP. Jorge dal punto di vista mentale è molto migliorato”. La sfida è ancora tutta in piedi, quindi e sia Dall’Igna che Domenicali concordano sul fatto che molto probabilmente si risolverà solo a Valencia, anche se molto dipenderà dagli errori più che dai picchi di talento.
Cose che si dicono sempre, per carità, così come è vero anche che il contrario verrebbe taciuto. Ma l’impressione è che in Ducati non c’è strategia, meno che mai la volontà di nascondere un qualche misterioso piano per indirizzare il finale di stagione. Anzi, c’è un particolare raccontato proprio da Gigi Dall’Igna che dovrebbe bastare da solo a mettere a tacere ogni teoria del complotto. C’entra il nuovo telaio che Ducati ha provato nei test di Misano e che è molto piaciuto a Pecco Bagnaia. Il campione del mondo in carica s’è detto pronto a utilizzarlo sin da subito, ma a Borgo Panigale sono stati categorici: niente da fare. Il motivo? Non ci sono i tempi per fornire a tutti i piloti ufficiali i nuovi telai e darlo a Pecco, quindi, significherebbe “fregare” Martin così come anche Bastianini e Morbidelli. “Altri avrebbero forse fatto scelte diverse – è stato il serafico commento di Dall’Igna, che poi, a proposito delle similitudini di cui molto si è discusso in questi giorni di Pecco e Martin con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, ha proseguito – Si somigliano. Ma la grande differenza è nella gestione dei piloti. All’epoca c’era un muro, ora invece c’è una condivisione totale dei dati e un lavoro di Ducati per sostenere anche Martin. Tanti ingegneri del Team Pramac sono ingegneri Ducati e comunque il lavoro che facciamo dietro le quinte è esattamente identico per Pecco e Jorge. Va sottolineato”.