“Complimenti di cuore Johann!” La prima parte del post race di Gigi Dall’Igna, l’ormai appuntamento fisso su Linkedin con l’analisi del fine settimana di Gigi Dall’Igna, questa volta riguarda gli altri. Sì, perché al GP di Francia, interrompendo una scia che durava da tempo immemore, sul gradino più alto del podio non c’è salita una Ducati, ma la Honda di uno che – alzi la mano chi è convinto del contrario – è ducatista dentro. Johann Zarco con la Desmosedici ha rilanciato la sua carriera dopo la brusca separazione da KTM e, nel tempo, di Ducati era diventato un punto di riferimento, soprattutto per Dall’Igna, che ne ha sempre apprezzato la guida pulita e la grande sensibilità rispetto ai feedback della moto. Tanto che quando a Borgo Panigale hanno dovuto fare una scelta – tenendo conto dell’età – hanno pure provato a offrirgli un anno di contratto e una prospettiva in Superbike. Ma le strade si sono separate lo stesso, con Zarco che ha vestito i colori di Honda e che a Le Mans ha vissuto la gioia più grande di questa coda della sua carriera. Trovando tra chi lo ha abbracciato anche quel Dall’Igna che oggi è avversario.

“E’ stata – ha scritto l’ingegnere italiano – una gara cui si può dire poco, e non certo perché priva di colpi di scena inaspettati, visto che è stata assolutamente pazzesca e con continui alti e bassi dovuti a meteo incerto, cambi moto e cadute, soprattutto nella prima parte. Una di quelle gare che andrebbero semplicemente guardate più che commentate, che racconta una storia per poi prestarsi a qualche considerazione e valutazione interessante. Quelle gare in cui tutti hanno la possibilità di salire sul podio a patto di fare le scelte giuste, tempestive e anche fortunate, un azzardo nel caos totale che si crea e che, se poi si sfrutta al meglio una guida impeccabile sul bagnato, portano a assicurarsi una vittoria insperata, ma sicuramente meritata: complimenti di cuore Johann!".
Nessuna amarezza per il record sfumato di vittorie consecutive nelle parole di Dall’Igna, quindi, con la tristezza che, semmai, riguarda altro: l’incapacità di Ducati di mettere nelle mani di pecco Bagnaia una moto che il pilota piemontese riesca a sentire veramente sua. Una “tristezza” che questa volta si accompagna alla frustrazione per come sono andate le cose a Le Mans, visto che Bagnaia al GP di Francia era tra quei piloti che avevano fatto la scelta giusta in relazione alle gomme da utilizzare in gara. “Per Pecco – ha spiegato Dall’Igna - una grande delusione, ancor di più considerando la strategia scelta che lo avrebbe sicuramente visto tra i primi, se non fosse stato per la sfortunata caduta causata da un errore non suo. Il weekend era iniziato con grandi promesse, ma poi s’è rivelato inesorabilmente negativo. Resta il fatto che dobbiamo tutti unire i nostri sforzi per risolvere questa situazione e restituire un sorriso sul volto di Pecco”.
Chi, invece, il sorriso non l’ha mai perso è Marc Marquez. Che, anzi, ora può sfoggiarne uno anche un po’ più beffardo del solito, visto che il secondo posto di Le Mans, alla luce di ciò che è successo alle sue spalle, s’è rivelato più fruttuoso di una vittoria. “Per Marc – ha concluso l’ingegnere italiano – è stata un'ottima gara, condotta senza prendere rischi inutili, una sfida difficilissima gestita da campione e premiata con punti preziosi dopo la caduta dei suoi diretti rivali. E' stata una domenica molto favorevole per lui: non si poteva fare di più, non solo considerando le condizioni di gara in continuo mutamento, ma anche per l'abilità di Zarco, che domenica ha fatto la differenza. Chiudo in bellezza celebrando anche la splendida gara di Fermin Aldeguer e il suo primo podio nella classe regina dopo lo stesso risultato ottenuto nella Sprint di sabato: che questo sia l'inizio di una lunga serie per un rookie in cui crediamo fermamente. Gara dopo gara ci sorprende con emozioni meravigliose”.
