“Penso che la gente lo sottovaluti, conosco le sue capacità”: Sono parole di Jack Miller e il riferimento è all’ex compagno di squadra in Ducati, Pecco Bagnaia. “Non è quel tipo di persona che si mostra totalmente – ha aggiunto l’australiano nella lunga intervista sul podcast Gypsy Tales - ma la sua abilità in moto è fenomenale. Fa delle cose sottili, cose che non vedi. Eppure le vedi se sai cosa sta facendo”. L’australiano scava nel dettaglio tecnico, come chi ha studiato ogni frame dei sorpassi del torinese: “Il modo in cui fa girare la moto con le spalle senza piegare troppo è incredibile, riesce a fare delle cose eliminando i rischi e salvaguardando anche le gomme. A lui viene tutto naturale, lo fa con eleganza”. Parole che risuonano dopo la vittoria di Austin, dove Bagnaia ha capitalizzato l’errore di Marquez, dimostrando quella “freddezza da campione” che Miller descrive come innata: “Quando Pecco si trova con le spalle al muro è il momento in cui tira fuori il meglio”.

Ma è su Marc Marquez che Miller alza il velo del mistero. “È un alieno, una reincarnazione - taglia corto - Quando siamo atterrati in Thailandia ed abbiamo preso il charter, su cui sale tutto il paddock, ho avvertito l’aura”. L’ottavo titolo mondiale dello spagnolo, sospeso tra cadute e resurrezioni, diventa una parabola moderna e un esempio anche per un Miller che sente di dover dimostrare ancora molto: “Ha lavorato sodo, ma guardate la sua forma quest’anno: ha cambiato il suo corpo, è un cavallo da corsa pronto a gareggiare. La sua mentalità non è quella di uscire e dire ‘se non funziona rallento’. In questo i nostri cervelli hanno qualcosa in comune: si muore di spada”. Un elogio che non ignora le ombre: “Per anni ha dovuto forzare la mano. Ora invece è tornato a guidare comodamente”.
Il racconto di Miller si fa specchio della MotoGP 2025: un campionato dove Bagnaia e Marquez non sono solo rivali, ma simboli di filosofie opposte. Da un lato il torinese, “fenomenale nel ridurre i rischi”, dall’altro lo spagnolo, “che corre fino a che le ruote non cadono”. Eppure, l’australiano smorza ogni facile entusiasmo dei tifosi del 93: “Non credo che Marc dominerà. Pecco è un tizio fottutamente determinato che tornerà a colpire”. Una profezia che trova conferma nei numeri: dopo Austin, Alex Marquez guida la classifica con un punto di vantaggio sul fratello, mentre Bagnaia è a meno dodici. “No, Marc non dominerà – aggiunge Miller – Perché anche suo fratello avrà qualcosa da dire a riguardo”.

Tra le righe, emerge il ritratto di un Miller osservatore privilegiato, che dalla sella di una Yamaha (che non lo voleva) studia la guerra tra Ducati, ma non toglie mai gli occhi dal marchio che ha scelto e da tutto il positivo che, al contrario di Fabio Quartararo, lui riesce a vedere. “Non ho mai visto una casa mettere in campo tanti sforzi – ha detto non molto tempo fa - Roma non è stata costruita in un giorno. Si tratta di mettere assieme tutti quegli 1% che poi fanno il cento. Quanto a me, sento di stare ancora migliorando, anno dopo anno. Nel 2027 avrò 30 anni e ci sarà il grande cambiamento, non nascondo che spero di esserci”.
Esserci in una MotoGP che sarà letteralmente rivoluzionata, con Miller che si augura senza girarci intorno che in quel cambiamento possa esserci anche l’eliminazione di un certo modo di “essere appassionati”. “Ho letto cose assurde quest’anno, ad esempio su Pecco – ha concluso – Parliamo di un pilota che ha quasi vinto il titolo lo scorso anno, dopo averne vinti due consecutivi. Ora c’è stato un altro cambiamento con l’arrivo di Marc, ma penso che saprà reagire e è ingiusto sottovalutarlo, oltre che sbagliato. Ora arriverà il Qatar che è casa Bagnaia quasi quanto Austin era casa Marquez”.