Tre gran premi per testare i sensori di pressione. Noi di MOW ne avevamo già parlato ormai qualche settimana fa, ma adesso la notizia è diventata ufficiale: per chi giocava con la pressione delle gomme in MotoGP è finita la pacchia. Perché su tutte le moto, almeno per quanto riguarda le prime tre gare, saranno montati dei dispositivi che monitoreranno in tempo reale i parametri degli pneumatici. Non che in passato sia mai stato accertato che qualcuno giocasse sporco, ma qualche dubbio c’era.
“L'anno scorso ci sono state delle lamentele e dal punto di vista dell'organizzatore non potevano esserci dubbi – ha detto a GPOne il direttore DT di Dorna, Corrado Cecchinelli – Ora con questo dispositivo si potrà garantire l’assoluta sicurezza, facendo venire meno la componente umana. Dopo i primi tre gp, Dorna e l’Associazione Costruttori si ritroveranno per decidere insieme se continuare a utilizzarlo o meno”. Variando i pesi, infatti, la pressione delle gomme finisce per giocare un ruolo importante e anche i piloti hanno delle preferenze sulla maggiore o minore pressione, ma serve un range dentro cui muoversi per evitare che qualcuno corra rischi di troppo. E’, di fatto, una questione di sicurezza, come ha spiegato lo stesso Cecchinelli.
L’uomo di Dorna ha toccato anche altre questioni legate ai regolamenti, spiegando che la necessità di aggiornarli è continua perché ogni regola può essere in qualche modo raggirata e l’interpretazione da parte dei tecnici dei vari team può finire per falsare gli equilibri che garantiscono il livello della competizione. Per Cecchinelli, però, il tema da tenere davanti a tutti gli altri è quello della sicurezza, con le moto che ormai raggiungono velocità fin troppo elevate. 300 cv sono tanti e i piloti, per loro stessa natura, non tendono certo a chiudere il gas e a non correre rischi. C’è, quindi, una oggettiva necessità di intervenire, ma per Cecchinelli sarà necessario farlo contestualmente anche in Superbike. “Le derivate di serie – ha detto – sono ormai molto vicine come tempi alle MotoGP e quindi se si diminuirà la cilindrata o l’alesaggio sui prototipi, bisognerà farlo anche in Superbike. Entrambi i campionati devono tornare a prestazioni più umane”. Anche perché lo scopo delle corse con i prototipi è quello di sperimentare soluzioni che potranno poi essere proposte anche nei listini delle moto di serie, mentre lo scopo della SBK è promuovere moto sul mercato, senza però pretendere che gli amatori della domenica abbiano lo stesso manico dei piloti veri e navigati.