Il pilota più dolce con le gomme sulla moto che massacra le gomme. Di chi stiamo parlando? Di Enea Bastianini e della KTM RC16, la coppia imperfetta per definizione che, però, porta a casa il risultato anche da Austin, al contrario degli altri che vestono l’arancione austriaco. Il pilota italiano, che in Texas ha anche vinto nell’anno con la Desmosedici del Team Gresini, ha messo in piedi la solita gara da formichina: tanto lavoro, nessuna sceneggiata, denti strettissimi e, quando è servito, sportellate per risalire fino all’ottava posizione finale. E’ il meno vistoso, ma ormai anche i più scettici devono accorgersi che è pure il più concreto dentro due box su cui, a causa della crisi dell’azienda e delle incertezze, regna la confusione più assoluta: Maverick Vinales ha le sue uscite da fenomeno, ma quasi sempre finisce con il perdersi, Brad Binder fa il suo, ma sembra avere l’atteggiamento di quello che ormai punta solo a salvare il salvabile e Pedro Acosta, che ormai è il centro assoluto di tutta la KTM, sbaglia tutto quello che si può sbagliare.

Sia inteso, il giovanissimo spagnolo è un fenomeno e è più che comprensibile che in KTM non vogliano perderlo, ma insistere a voler fare cose che la RC16 non permette di fare lascia oggettivamente spazio a qualche dubbio sulla capacità di astrazione che uno che vorrebbe diventare l’anti Marc Marquez dovrebbe avere. Caduto in Thailandia e caduto ancora a Austin, sempre per lo stesso motivo. E sempre con la stessa reazione: arrabbiarsi. Che serve a poco, non porta da nessuna parte e, soprattutto, alimenta dubbi e confusione. Tra l’altro gli altri di KTM in griglia avevano montato gomme da asciutto e quando Pedro Acosta, dopo la mossa a sorpresa di Marc Marquez, ha seguito il 93 verso i box ha, di fatto, sabotato – chiaramente senza volerlo e senza rendersene conto - la strategia dei suoi stessi compagni di marchio. “Ho voluto imitare Marquez perché lui ha esperienza” – ha detto prima di spostare il discorso sui problemi della RC16.
“Devono capire cosa sta succedendo perché tutto questo non è molto logico – ha detto Acosta nella sala stampa di Austin - La cosa peggiore è l'imprevedibilità della moto: all’inizio della gara non sono riuscivo a tenere il passo, poi da un giro all'altro la moto ha iniziato a funzionare bene. Ho raggiunto quelli davanti e li ho superati. La moto andava bene, poi ho raggiunto Brad e in mezzo giro non sapevo più come frenare, l’anteriore era diventato ingestibile”. Una situazione sicuramente frustrante per Acosta, ma anche una situazione che richiede gestione, soprattutto in un momento in cui l’azienda ha chiaramente detto che, se ci saranno nuove parti per un solo pilota, finiranno sulla moto di chi è più avanti nella classifica generale. Oggi quella classifica dice che davanti c’è Brad Binder con diciannove punti e che Acosta, con gli zero già messi nel sacco, è fermo a sedici insieme a quell’Enea Bastianini che s’è dimostrato l’unico capace di fare la strada inversa rispetto agli altri piloti di KTM: parte dietro, ma le sue gare sono sempre in crescita. E pure il tono dei commenti è sempre differente.
“Quando la gomma è nuova faccio fatica, ma poi man mano che si usura trovo sempre maggiore feeling perché riesco a far partire la moto – ha spiegato l’italiano, senza nascondere un’espressione sorniona – Qui a Austin, dopo le solite difficoltà del venerdì e del sabato, abbiamo provato un piccolo cambiamento che secondo me potrà farci vedere la luce e che verificheremo in Qatar. Comunque sono contento, è stato il miglior GP dall’inizio della stagione e quando si va in crescita è sempre positivo. Ho guidato molto bene da metà fino alla fine della gara e mi sono sentito bene, probabilmente per la prima volta, su questa moto. Siamo migliorati con il passare dei giri”.