“L’America è grandiosa e è potente: tutto o niente”, cantava tempo fa Francesco Guccini. E al passaggio di quella canzone è venuto da pensarci oggi, dopo la bandiera a scacchi del GP delle Americhe: quello che per Marc Marquez è stato niente e per Pecco Bagnaia, invece, tutto. Sì, Marc Marquez s’è fatto male da solo, mentre sembrava poter andare in controllo, dominando sin dal primissimo giro, su una pista asciutta solo sulle linee giuste e ancora insidiosissima fuori dalle traiettorie e dai cordoli per via della pioggia caduta fino a poco prima. Al nono giro, mentre tentava uno strappo, un passaggio troppo sicuro sul cordolo lo ha tradito: è stato il momento chiave di un GP che, però, ha cominciato a regalare emozioni sin da prima del via. Quando proprio Marc Marquez, con una fuga verso il box a piedi a tre minuti dal semaforo verde ha provato a spiazzare tutti, già schierati in griglia con le gomme da bagnato, per partire in assetto da asciutto.

Breve conciliabolo col suo capomeccanico, sguardo all’orologio e via di corsa. Ma Bagnaia l’ha seguito e a quel punto sono partiti tutti, facendo ritardare la partenza. Dopo il via, invece, il copione sembrava riprendere secondo quanto già visto in Thailandia prima e in Argentina poi, con Marc primo alla prima curva e capace di mettere margine già dopo il primo giro, mentre dietro il fratello Alex vendeva carissima la pelle a Pecco Bagnaia.
Quando l’italiano è riuscito a mettere a segno il sorpasso, non senza faticare come un matto, il secondo posto sembrava l’unico traguardo possibile. Invece il resto lo ha fatto Marquez. “E’ stato un periodo difficile – ha detto Pecco – ritornare alla vittoria è qualcosa che non si spiega, ho urlato tanto dentro il casco nel giro di rientro”. Come mettere i denti su un hot dog che nessuno avrebbe mai pensato di poter magiare dentro quello che è a tutti gli effetti il ristorante di qualcun altro. Non di un qualcun altro qualsiasi, ma di quel compagno di squadra che è arrivato, ti ha messo le ruote davanti senza appello e ti ha costretto a fare i conti, anche se non lo dai a vedere, con mille dubbi.
E’ finita così, con Pecco Bagnaia davanti a Alex Marquez (ora leader della classifica mondiale), senza Marc e con Fabio Di Giannantonio sul terzo gradino del podio, seguito dall’altra Desmosedici in livrea USA della VR46 di Franco Morbidelli. E, è opportuno dirlo, lo spettacolo è stato anche dietro, tra sportellate, bagarre potenti, cadute e rimonte impressionanti. Come quella di Marco Bezzecchi, capace di risalire dalla coda fino alla sesta posizione, appena dietro a un Jack Miller (quinto) sempre più riferimento per tutta la Yamaha, o quella di Enea Bastianini, penultimo dopo la prima curva e settimo, nonché miglior pilota KTM, sotto la bandiera a scacchi. Per Bastianini anche un gran duello con Johann Zarco sul finale, con il francese che nel tentativo di resistere all’italiano è pure scivolato vanificando una domenica che invece per lui era stato fin lì gloriosa. Risultato? Il migliore dei piloti Honda è stato Luca Marini, visto che Joan Mir s’è ancora una volta steso. Chiudono la top ten Ai Ogura e Fabio Quartararo. Non al traguardo anche Fermin Aldeguer (dopo una gran rimonta), Pedro Acosta e Brad Binder.
