Il 3-0 al Franchi non ammette repliche, né giustificazioni. Incassata la seconda sconfitta in campionato. Mai in partita la formazione di Simone Inzaghi (voto 5). Lenta, prevedibile, senza idee, raramente pericolosa, salvo a giochi fatti con Marko Arnautovic (5). Hakan Çalhanoğlu (4,5), al rientro, non si è mai acceso. Davide Frattesi (4), subito in campo, ha mancato l’ennesima occasione. Lautaro Martinez e Marcus Thuram (5 di coppia) mai pericolosi. Anche Yann Sommer (5,5) non è esente da colpe sui gol.
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“È mancato tutto”, ha ammesso sconsolato il tecnico nerazzurro, sorpreso pure lui dalla batosta. Eppure, era la Fiorentina a dover essere in difficoltà. Raffaele Palladino (7,5) aveva gli uomini contati, tra giocatori usciti nel mercato invernale e i nuovi non utilizzabili nel recupero di una gara già iniziata e sospesa per il malore di Edoardo Bove. Per intenderci, in Bologna-Milan, annullata alla vigilia, altra sfida ancora da recuperare, gli acquisti di gennaio potranno essere in campo.
Carattere, organizzazione, determinazione: la Fiorentina aspetta l’Inter, presidia le fasce e colpisce senza pietà. Dodo (7) e Moise Kean (8) avevano già flirtato con il gol, prima del vantaggio di Luca Ranieri (7) con schema da calcio d’angolo e dormita generale della difesa nerazzurra. Kean chiude i conti con una doppietta, di testa e d’astuzia dopo un regalo di Federico Dimarco (4,5). Lo “scarto” della Juve ha già siglato 15 reti, solo una in meno del capocannoniere Mateo Retegui. La Viola aggancia la Lazio al quarto posto, in piena zona Champions. Per Juve e Milan si fa ancora più dura.
Tremano i campioni d’Italia. Anche una rosa monstre non sembra bastare per affrontare tutti gli impegni. A Firenze, Inzaghi ha lasciato inizialmente in panchina Francesco Acerbi, Benjamin Pavard, Dimarco, Matteo Darmian, Piotr Zielinski, Kristjan Asllani, Nicolò Barella, Arnautovic e Mehdi Taremi. Aggiungete il portiere e un centrale per avere uno squadrone. Antonio Conte ha perso Khvicha Kvaratskhelia per ritrovarsi Noah Okafor. Che non sia contento è un eufemismo. Deve arrangiarsi con Juan Jesus e Giacomo Raspadori. Ma avverte: “So di avere un gruppo di ragazzi pronto a venire in guerra con me”. E sa come caricarli per la battaglia tricolore.
Domenica sera, dopo la sfida al Maradona con l’Udinese, il Napoli potrebbe essere a +6 sull’Inter. E potrà accomodarsi comodamente sul divano per assistere lunedì alla riedizione di Inter-Fiorentina a San Siro. Scherzi del calendario senza tregua. Inzaghi ha quattro giorni per rianimare la sua squadra e vincere le paure. Le risorse, abbiamo visto, non mancano. Palladino potrà contare anche sui colpi del mercato viola: Nicolò Fagioli, Michael Folorunsho e Nicolò Zaniolo. È il primo snodo scudetto.
L’entusiasmo già ribolle sotto il Vesuvio.
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