Si dice che i panni sporchi devono essere lavati in casa e sì, il Red Bull Ring per KTM è esattamente casa. Ecco perché Pedro Acosta ha atteso la vigilia del GP d’Austria per mandare un segnale importante a tutta la sua squadra dopo aver, neanche troppo nascostamente, cercato soluzioni differenti. Andarsene non è stato possibile e, inutile negarlo, il momento di KTM è stato tremendo davvero, con, però, uno spiraglio di luce arrivato nelle ultime settimane. Le stesse in cui Carmelo Ezpeleta ha puntato i piedi, spiegando a tutti (Acosta compreso) di pretendere che piloti e team rispettassero i contratti in essere. A Pedro Acosta, insomma, non è rimasto altro da fare che provare a riabbracciare i suoi, o comunque a ritrovare un po’ di calore dentro i colori che hanno caratterizzato tutta la sua carriera. Cominciando, appunto, anche da dichiarazioni molto simili a delle scuse.

“Penso che ogni atleta possa trovare giovamento anche dai momenti difficili per diventare più forte - ha detto – Avevamo altri obiettivi e sì, hanno dovuto affrontare il peggior carattere di Pedro Acosta negli ultimi mesi”. È una confessione che pesa quanto un’ammissione di corresponsabilità: non solo la moto andava riparata sulle piste, ma qualcosa andava ricomposto nei rapporti, nella fiducia reciproca e nella gestione delle pressioni. Il pilota spagnolo parla di un tunnel dal quale ora intravede la luce: lavoro con il team, miglioramenti millimetro dopo millimetro e la promessa di aggiornamenti tecnici prima del Red Bull Ring. “Devo solo salire in sella – ha aggiunto - andare più veloce che posso e dare il massimo, al cento per cento”.

A Brno, la visita del CEO Gottfried Neumeister ha chiuso anche simbolicamente il momento nero e sancito l’ingresso nel futuro, o almeno in un altro presente. Lo stesso Pit Beirer ha ammesso che quel fine settimana in Repubblica Ceca ha avuto un valore ulteriore rispetto alla corsa e ai risultati ottenuti. Il modo per ripartire con un lavoro strutturato: la squadra aveva seguito troppe direzioni, ora ha scelto una strada comune e comincia a vedere i frutti. Le qualifiche non avevano lasciato grandi segnali — Vinales assente, Bastianini reduce da un infortunio, Binder non pervenuto — eppure in gara le RC16 si sono dimostrate competitive. Bastianini, letteralmente affamato, è passato dall’undicesimo posto al podio nello sprint; Acosta è stato lì, concreto, a confermare che la rimonta non è casuale. Domenica qualche sbavatura ha ricordato che il lavoro non è finito: Bastianini è finito nella ghiaia dopo una partenza aggressiva; Brad Binder e Pol Espargaró, pilota di riserva, hanno chiuso vicino ai vertici.
E adesso c’è il Red Bull Ring: praticamente casa e con la gente di casa. Beirer insiste su due parole chiave: progresso e unità. “Dobbiamo mettere a frutto il lavoro strutturato negli ultimi mesi – dice il responsabile racing di KTM – i nostri sono progressi millimetro per millimetro”. Il nuovo entusiasmo di Enea Bastianini dopo Brno e il ritorno di Maverick Vinales al Red Bull Ring poi fanno simbolicamente il resto. Non si cercherà la facile consacrazione, ma la conferma di una direzione. Per Acosta sarà l’ennesima prova di maturità: non più solo talento da coccolare, ma responsabilità da gestire. E per KTM, l’appuntamento di Spielberg sarà il banco di verifica di un progetto che vuole dimostrare di aver imparato la lezione, rimontando dal basso con la lucidità di chi ha deciso di non sfaldarsi.
