“Fino al sesto giro mi sentivo molto bene, poi ho dovuto iniziare a guidare in difesa”. Lo ha detto Pecco Bagnaia, ai microfoni di Sky, dopo il quinto posto nel GP di Austin. Non cerca scuse, non cerca colpevoli e, contrariamente a quanto di solito fanno i campioni, non mostra nemmeno tutta la rabbia che sicuramente avrà addosso. Ha vinto due titoli mondiali in MotoGP, è il pilota di riferimento per tutti, ha appena rinnovato il suo contratto e le cose non vanno. Altri, in altri tempi e con altri nomi, avrebbero piantato grane pazzesche. Lui, Pecco Bagnaia da Chivasso, invece no. Perché ha qualcosa che a tutti gli altri manca: la capacità di restare calmo e lucido.
Sì, ok, non sarà uno da polso destro ruotato a cuore aperto come Jorge Martin, non sarà uno da frenate che la fisica scansati come Pedro Acosta e non sarà nemmeno funambolico come Marc Marquez, però ragiona più degli altri. Anche perché, e Portimao lo ha dimostrato, quando non lo fa finisce per mettersi nei casini. A Austin non s’è lasciato prendere, è rimasto lì a soffrire e a non permettere alla rabbia o alla frustrazione di farlo andare ancora più piano o di fargli prendere quei rischi che invece un Jorge Martin s’è preso (e grossi pure) nelle fasi finali del GP di ieri. Alla fine Pecco Bagnaia da Chivasso un bottino l’ha raccolto e, insieme quei punti che avrebbero dovuto essere di più, ha messo nel sacco pure la consapevolezza che le risposte che si cercano per il futuro stanno spesso nel passato. “Nel 2022 – ha spiegato – non ero partito bene. All’inizio facevamo tanta fatica, poi ho vinto il mondiale. C’è solo da lavorare. Metteremo tutto a posto”. Serafico. Lucido. Padrone delle emozioni.
“In questo fine settimana non è mai andato tutto troppo male, ci sono vibrazioni fastidiose, ma è qualcosa che sistemeremo – ha spiegato – Avrei potuto azzardare la media? Non lo so. Quello che so è che l’ho provata e a sinistra c’era qualcosa che non andava, non mi dava buone sensazioni. Sarebbe potuta andare meglio o no, ma in ogni caso ho scelto la soft e questa è stata la situazione”. Alla fine, insomma, qualche punto è arrivato e a guardare bene si finisce per rendersi conto di qualcosa che dovrebbe essere evidentissimo già di suo: Austin è stato migliore di Portimao. Nonostante nel circuito texano la Desmosedici 2023 risultasse a suo avviso migliore.
“E’ sempre difficile – ha spiegato – parlare di differenze. In questa pista, però, la 2023 era più facile e l’anno scorso, ad esempio, fisicamente ho fatto la metà della fatica. Sono moto diverse soprattutto su motore e pesi, ma dipende sempre un po’ tutto da dove ci si trova e come ci si trova. Qui la gomma anteriore ha iniziato a strapparsi, non mi era mai successo, soprattutto qui. Stiamo ancora scoprendo un po’ tutto e anche questo week end è stato particolare perché io, Martin e Bastianini abbiamo avuto problemi in giorni diversi. E’ come il 2022: all’inizio ho faticato e cercato solo di portare a casa i punti, poi le cose hanno cominciato a funzionare grazie al lavoro. E’ chiaro che la quinta piazza non è il nostro posto, ma lavorando otterremo di nuovo i nostri risultati”