L’ex nuotatrice olimpica britannica Sharron Davies ha chiesto che a Imane Khelif vengano ritirate le medaglie olimpiche dopo la pubblicazione di un referto medico che indicherebbe come la pugile sia biologicamente maschio.
Secondo Davies, l'intero entourage di Khelif “sapeva tutto e nessuno si è preoccupato” dei possibili danni inflitti alle avversarie.
Il documento medico, risalente ai Mondiali del 2023, è stato reso pubblico per la prima volta e sembra indicare chiaramente che Khelif sia “biologicamente maschio”. La sua pubblicazione è avvenuta appena 36 ore dopo che World Boxing ha stabilito che Khelif dovrà sottoporsi a screening sessuali per poter competere nelle categorie femminili in futuro.
Intervistata da GB News, Sharron Davies ha dichiarato: “Abbiamo avuto due medaglie d’oro vinte da individui maschi con una DSD, una differenza nello sviluppo sessuale che colpisce solo i maschi.”
“È un problema che vediamo spesso. È quello che ha anche Caster Semenya. Caster Semenya è biologicamente maschio e lo sa da moltissimo tempo, perché tutte queste persone hanno livelli di testosterone maschili e hanno attraversato la pubertà maschile.”

World Boxing ha stabilito che Khelif non potrà più partecipare a competizioni femminili senza prima sottoporsi a un test genetico sui cromosomi, lo stesso che ne ha già causato la squalifica a livello globale.
La pugile algerina, 26 anni, si è però mostrata determinata a proseguire, dichiarando di voler conquistare una seconda medaglia d’oro olimpica consecutiva a Los Angeles 2028.
La nuova linea dura di World Boxing arriva in seguito alle polemiche scoppiate durante i Giochi di Parigi, dove sia Khelif sia la taiwanese Lin Yu-ting hanno vinto l’oro, nonostante fossero state precedentemente bandite dalla IBA per non possedere cromosomi XX.
Angela Carini, prima avversaria battuta da Khelif, ha raccontato di aver subito colpi così violenti da temere per la propria vita.
Davies ha aggiunto: “Quando mi chiedono se provo empatia? No, non ne provo, perché Khelif sapeva di essere biologicamente maschio.” Ha poi continuato: “Sapevano di barare. Sapevano di avere un vantaggio sleale. Tutta la loro squadra, i loro allenatori, sapevano, e a nessuno importava. Non importava che danno potessero infliggere a una donna.Quindi non ho assolutamente alcuna simpatia. Sì, mi piacerebbe vedere quelle medaglie revocate.”
World Boxing ha introdotto l’obbligo di test genetici per tutti gli atleti sopra i 18 anni che partecipano alle sue competizioni. Un eventuale ritorno sul ring per Khelif appare quindi molto complicato.
L’organizzazione, che ha ricevuto l’approvazione provvisoria per gestire il pugilato olimpico a Los Angeles, ha annunciato che gli atleti dovranno sottoporsi a un test genetico Pcr (reazione a catena della polimerasi) per determinare il sesso. Il test analizza materiale cromosomico tramite tampone orale, saliva o sangue.
Khelif, che ha potuto gareggiare a Parigi grazie al passaporto con genere femminile, non ha ancora fornito alcuna prova di possedere cromosomi femminili nei nove mesi successivi allo scandalo.
