Luca Gresini è nel camion tecnico del team, in una stanza appena sotto l’area dedicata ai due piloti della MotoGP, mentre poco più in là, nel camion della Moto2, c’è un via vai continuo di persone in tenuta azzurra. È lì che anche Luca passa gran parte delle sue giornate durante un weekend di gara, tranne, appunto, quando c’è un’intervista da fare. La giornata, però, non è di quelle normali e la prima domanda, mentre la zona di Faenza fa i conti con i danni dell’ennesima alluvione, è quasi d’obbligo.
“Da noi nessun problema – ci ha detto - Siamo in una zona piuttosto lontana dal fiume e non abbiamo avuto disagi particolari, ma la situazione è quella che è. Dispiace e ovviamente siamo vicinissimi alle persone che invece si trovano ancora una volta a fare i conti con i danni. Anche per quanto riguarda la logistica, ossia il venire qui, non ci sono stati intoppi perché i nostri mezzi sono arrivati a Misano prima che succedesse tutto. Mi dicono, però, che la situazione è proibitiva: anche in autostrada hanno chiuso dei tratti. Mercoledì il fiume era alto, ma il grosso dei problemi c’è stato stanotte: è venuta giù davvero tanta acqua”.
Una ondata di maltempo che, tornando ai temi della pista, ha preoccupato molti anche per quanto riguarda questo secondo appuntamento a Misano, con Luca Gresini che, però, taglia corto: “Nel fine settimana non dovrebbe piovere, sarà un bel weekend”. Bello, magari, come quello di inizio settembre, quando la squadra ha festeggiato la seconda vittoria di Marc Marquez in MotoGP, con tanto di dedica a Fausto e il racconto, da parte di Lorenzo Gresini, di uno scambio di occhiate con la mamma Nadia dopo aver notato una nuvola a forma di F in cielo. “Un aneddoto suggestivo – aggiunge Luca – per dire che babbo c’ha messo un po’ lo zampino, visto che quelle poche gocce d’acqua hanno aiutato. Noi sentiamo che in qualche modo ci aiuta. Spesso”. Chiaramente non solo per la MotoGP, ma per tutto quello che riguarda una squadra che in pochissimi anni ha vinto, lanciato e rilanciato piloti, fatto parlare e, soprattutto, mantenuto un taglio anche comunicativo diverso da quello di tutti gli altri. Anche con scelte spesso controcorrente, come quella fatta proprio da Luca Gresini per la Moto2 del prossimo anno. “Le moto che passeranno al telaio Boscocuro diventeranno otto, ma noi resteremo con Kalex e siamo certi di poter far bene”.
Una categoria, quella della Moto2, che Luca Gresini, nonostante l’età, conosce benissimo e di cui si occupa direttamente per la Gresini Racing, come team manager della squadra che schiera Manuel Gonzalez e Albert Arenas (è Team Manager anche della squadra della MotoE). “È una categoria alla quale secondo me c’è poco da cambiare, al contrario di quanto molti vorrebbero fare, invece, per la Moto3. I motori sono gli stessi, le parti più o meno anche e con il passaggio da Dunlop a Pirelli c’è stato un momento da ambientarsi, perché mentre sulle Dunlop, scherzando, si diceva che si potevano fare anche più GP, queste nuove Pirelli sono più corsaiole e quindi mettono i piloti nella condizione di imparare anche a lavorare un po’ sulla gestione. E’ una categoria, la Moto2, che quindi prepara a dovere i piloti per il grande salto, anche se chiaramente le differenze con la MotoGP sono siderali e potrebbe volerci del tempo per ambientarsi, anche se quest’anno Pedro Acosta è andato forte subito”.
Parole, quelle di Luca Gresini, che rendono chiaro che nella squadra di Faenza, contrariamente a quanto accaduto per altri team, il progetto Moto2 non è solo un passaggio. “Ci crediamo molto – ha spiegato – e il sogno chiaramente è far crescere piloti con noi da poter portare poi in MotoGP già con il DNA Gresini. La Moto2 è, come ho detto, una gran bella scuola dove il pilota può fare la differenza e dove i valori vengono fuori in maniera concreta, mentre in Moto3, ad esempio, è più difficile individuare il vero talento perché i piloti lì sembrano più concentrati a prendere scie, a stare davanti, a fare battaglia: pochi si concentrano a lavorare su come si corre bene”.