"Il gioco delle sedie dei team principal" - è una frase che rispecchia e sintetizza alla perfezione ciò che è accaduto nell'ultima settimana in Formula 1, con le ufficialità di cambi di casacca al vertice di Ferrari, McLaren, Williams e Alfa Romeo arrivate tutte nel giro di ventiquattro ore. Ad essere coivolti due dei più importanti volti - italiani - del panorma tecnico e gestionale delle quattro ruote: Mattia Binotto ed Andrea Stella. Il primo, come era stato ampiamente ventilato già nel finale di Abu Dhabi, ha lasciato la Ferrari. Il secondo, che in passato a Maranello era stato ingegnere di pista di Kimi Raikkonen e Fernando Alonso, è stato promosso nel ruolo di team principal McLaren. La reazione a catena, il domino, ha travolto e rivoluzionato gli assetti della Formula 1 che verrà. Come spesso accade, nel turbinio delle notizie, i social hanno saputo cogliere il lato più divertente ed ironico della vicenda. La Mercedes - ad esempio - ne ha approfittato per pubblicare un post con un Toto Wolff sorridente in primo piano, accompagnato dalla didascalia: "Non abbiamo niente da annunciare, questa è la foto del nostro capo".
Se inizialmente notizie più o meno improvvise, e relativa satira, avevano investito solo il mondo delle quattro ruote, ecco che negli ultimi giorni anche il motociclismo è stato contagiato dall'atmosfera ironica creata dalla scuderia tedesca. Sulle stesse frequenze della Mercedes, infatti, anche il Team LCR Honda, che su Instagram ha abbinato un'immagine raggiante di Lucio Cecchinello alla scritta: "Ultimora; dopo i cambiamenti dei team principal della Formula 1 ci teniamo a precisare che il nostro capo non andrà da nessuna parte". La trovata è geniale, poichè appare lampante come Lucio Cecchinello - team principal e team owner dell'omonima squadra Lucio Cecchinello Racing (LCR) - non abbia alcuna intenzione di trasferirsi. La squadra dell'ex pilota veneziano della 125cc, ora navigato manager del paddock, è in MotoGP da 17 stagioni. Non solo; è proprio da quel 2006 che LCR significa anche Honda, perchè Lucio Cecchinello è sempre rimasto fedele al colosso di Asaka e oggi è l'unico team clienti di cui HRC dispone. Alla corte di Lucio sono maturati due grandi talenti australiani: Casey Stoner e Jack Miller. Cal Crutchlow, tra il 2016 ed il 2018, si è tolto le soddisfazioni più grandi della sua carriera portando il Team LCR a vincere tre gare.
La squadra di Cecchinello è diventata nel tempo un'istituzione del Motomondiale, un piccolo grande orgoglio italiano delle due ruote che ha saputo resistere a crisi e trasformazioni economiche, integro mentre altri team privati erano costretti a chiudere tutto. Fino al 2024 LCR sarà in griglia di partenza supportato dalla Honda, il contratto è stato rinnovato per l'ennesima volta qualche mese fa. Con tutta probabilità, e per la felicità di qualunque appassionato di motociclismo, non sembra essere l'ultima. Va considerato infatti che allo stato attuale delle cose, quindi con HRC reduce da una delle peggiori stagioni della sua storia nel Motomondiale, il Team LCR rappresenta ancor di più una risorsa per la Casa giapponese. Honda non può permettersi di perdere nel momento di difficoltà un cliente affezionato, che ha sempre accettato di effettuare test e prove di sviluppo richieste, talvolta sacrificando il mero risultato della pista pur di aiutare con lungimiraza il costruttore di riferimento. Alla Honda servono i dati, le indicazioni e la competenza del Team LCR per sollevarsi dalla crisi tecnica. HRC vuole, deve evitare la situazione con cui Yamaha si troverà a fare i conti nel 2023, ovvero presentarsi in pista con solo due moto e limitate prospettive di crescita. Lucio Cecchinello è, insieme a Marc Marquez, uno dei pochi punti fermi da cui Asaka può ripartire.