“Sono a Bologna, poi Saragoza e poi finalmente Aragon: penso che sarà una gara che riserverà sorprese”. Carlo Pernat è sempre entusiasta, pure di girare come una trottola nonostante i 70 superati da un pezzo: “Mica me la immaginerei una vita differente, però non m’hai chiamato per riflessioni sull’esistere, quindi dai, chiedimi quello che mi vuoi chiedere”.
Il mercato della MotoGP è chiuso?
Ufficialmente no, nel senso che mancano ancora alcuni annunci, ma praticamente è chiuso da un pezzo e penso che non ci saranno sorprese. Fa un po’ sorridere perché lo scorso anno siamo arrivati a Valencia con ancora alcuni tasselli da mettere – Fabio Di Giannantonio ha firmato con la VR46 il giorno prima dei test - e invece quest’anno a agosto è già tutto definito. Però la normalità dovrebbe essere questa, non quella del 2024.
Viene da dire che il mercato lo fa Marc Marquez…
Come battuta ci sta. In effetti lo scorso anno s’è sbloccato tutto quando Marquez ha deciso e quest’anno idem. Però le dinamiche del mercato sono altre e subentrano mille variabili ogni volta.
Questo mercato che definisci chiuso che MotoGP restituirà nel 2025?
Una MotoGP più equilibrata sicuramente. Perché è vero che Ducati sarà ancora il riferimento e che una squadra con Pecco Bagnaia e Marc Marquez è da brividi, ma è vero pure che tutti gli altri si sono rinforzati. Il livello dei piloti che guideranno KTM è sotto gli occhi di tutti: praticamente hanno 4 top rider. E anche Aprilia, con Jorge Martin e Marco Bezzecchi ha sicuramente un potenziale di gran lunga superiore alla coppia Aleix Espargarò e Maverick Vinales. Poi c’è la questione squadre satellite, con ogni marchio che tornerà a avere almeno un team equiparato a quello ufficiale nei materiali e nel trattamento.
A proposito di team satellite e mercato chiuso, confermi che Pramac sceglierà Jack Miller?
E’ una cosa che danno tutti per scontata, quindi penso di sì. Ha esperienza nonostante sia ancora giovane, ha dimostrato di saper vincere nonostante sia tanto incostante e ha guidato sia Ducati che KTM: può fare al caso di Yamaha. Quello di Pramac con Yamaha tra l’altro è un gran bel progetto, credo che lì stia nascendo un modo molto interessante di stare nelle corse attraverso una partnership diversa dal solito. E sono anche molto contento, perché nel nuovo progetto c’è di mezzo anche Tony Arbolino, che è stato un mio pilota fino allo scorso anno. Pramac, infatti, dovrebbe rilevare il team che Yamaha aveva in Moto2 in collaborazione con Valentino Rossi e Tony dovrebbe essere il loro pilota di punta. Campinoti è uno capace di creare ambienti vincenti e sono certo che con Tony potranno togliersi da subito buone soddisfazioni, magari pianificando anche l’approdo in MotoGP per lo stesso Arbolino, che se lo merita e che secondo me ha il talento per stare con quelli della Classe Regina.
Condividi l’uscita di Aleix Espargarò su Jack Miller e Franco Morbidelli?
No che non la condivido. Un pilota, soprattutto quando smette, tende a sentirsi libero di dire qualunque cosa e alla fine è anche giusto così. Però forse Espargarò andrebbe un attimino moderato. Anche perché fa sorridere che sia proprio lui a parlare di posti assegnati per amicizia, quando non perde occasione per dire che se il suo amico Martin dovesse aver bisogno lui lo aiuterebbe anche a scapito di altri piloti. A volte non si regola. E poi Espargarò, che rispetto tantissimo sia chiaro, è uno a cui di opportunità non è che ne sia stata data da sola e è la prova vivente che il talento a volte ha bisogno di tempo per venire fuori. Jack Miller è un pilota che ha vinto in MotoGP, Franco Morbidelli è un campione del mondo e un vicecampione del mondo della MotoGp che si è ritrovato per due anni su una Yamaha con cui non avrebbe vinto nessuno neanche partendo un giro prima e anche con qualche infortunio di troppo: buttarli via senza appello sarebbe stato un errore, anche se questo ha comportato che qualcuno che promette bene dovrà restare in Moto2 un anno in più.
Su Honda non dici niente?
Francamente non saprei cosa dire. Garantiscono che stanno lavorando sodo e bisogna crederci, anche se i risultati non si vedono. Di sicuro se un colosso come Honda decide di tirarsi fuori dai guai ha le risorse illimitate per farlo sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista meramente economico. Per ora non si capisce bene, però, se l’hanno deciso davvero o se si limitano a dirlo. Chi l’ha deciso davvero è sicuramente Yamaha, che si sta dando un gran da fare e non dobbiamo dimenticare Fabio Quartararo, perché quel ragazzo appena avrà una moto minimamente competitiva sarà lassù a giocarsela.
Di Enea Bastianini invece che ci dici?
Che è carichissimo! Ci siamo sentiti spesso in questi giorni, si sta allenando tantissimo. Ci crede e fa bene a farlo.
Alla vittoria del mondiale?
Certo. Con Aragon di questo fine settimana mancheranno 9 gare alla fine della stagione. Significa che ci sono in palio 333 punti: sono una infinità. Fa benissimo a crederci. Anche perché adesso arrivano tre GP in cui potrà seriamente dire la sua: si giocherà molto tra Aragon e le due di Misano.
Per Aragon ce ne è un altro su cui sembrano pronti a scommettere in molti…
E’ una delle piste favorevoli a Marc Marquez. Ma chi non scommetterebbe su Marc Marquez? Io penso che adesso l’unica pronostico che si può fare è mettere l’1, l’89, il 23 e il 93 in un sacchetto e poi tirarne su uno come alla tombola. E’ tutto apertissimo tra questi quattro.
Quindi “nel sacchetto” metti anche Marc Marquez?
Ma certo che ce lo metto: è sempre Marc Marquez. Non guiderà una 24, farà pure più errori del solito, ma ha vinto otto titoli mondiali. Solo un matto, adesso e con 333 punti ancora da assegnare, non metterebbe Marc Marquez nel sacchetto. Poi è chiaro che se mi dici di fare le percentuali ti rispondo che Pecco e Martin hanno un 35% ciascuno, Enea un 25% e Marquez il restante 5% perché questo è quello che dice esattamente ora la fotografia della classifica.
Stesse possibilità per Pecco e Martin addirittura?
Io ai complotti non ci credo. In altri tempi e in qualsiasi altro momento ti avrei detto che mai e poi mai un marchio avrebbe permesso di vincere a un pilota che poi l’anno successivo va via, portandosi altrove sia il numero uno sia tutti i soldi dei premi per la vittoria del titolo. Però stiamo parlando della Ducati di Gigi Dall’Igna adesso e gli occhi di quell’uomo dicono da soli che lui queste considerazioni non le fa e che gli interessa vincere e basta, al di là di quello che potrebbe succedere. Gigi Dall’Igna è garanzia di sportività, non fa certi giochetti, non gli passano neanche per la testa: chi dice che Jorge Martin sarà in qualche modo ostacolato a mio avviso dice una gran belinata. Poi, per carità, tutto può succedere andando avanti. Ma per ora penso questo.
Quindi a tuo avviso neanche un piccolo vantaggio per Pecco?
Il vantaggio di Pecco Bagnaia è Pecco Bagnaia. Di che stiamo parlando? In Austria è stato perfetto: è in uno stato di forma che fa impressione sotto tutti i punti di vista. In altri tempi un pilota con questa condizione sarebbe stato già a festeggiare il mondiale vinto con largo anticipo su tutti. Da questo punto di vista è pure sfigato perché la verità è che adesso il livello è altissimo e rischia di non bastare anche l’essere perfetti, perché gli altri sono solo leggermente meno perfetti, come sta succedendo a Pecco con Martin, ma anche con lo stesso Enea e Marquez. Lo ripeto: se la giocano in quattro e la sfida sarà sulla capacità di mantenersi perfetti più a lungo possibile, perché nessuno mollerà niente e se ti va storto un fine settimana ti giochi 37 punti in un colpo solo e gli altri stanno tutti lì.
L’ultima te la faccio sulla Superbike e su un altro dei tuoi pupilli: Andrea Iannone…
Ho avuto occasione di parlare con lui recentemente: non me lo ha detto esplicitamente, ma lo conosco abbastanza da aver capito che resterà in Superbike e che dell’idea di smettere dopo questo anno di ritorno ha parlato solo come ipotesi. Non mi ha detto di preciso dove e con chi, ma sarà in Superbike anche se io una idea ce l’ho, perché è vero che merita una moto ufficiale e il meglio del materiale tecnico, ma è vero pure che lui è innamorato da sempre della Ducati. Qualcosa Andrea si inventerà come ha sempre fatto per esserci ancora e come vuole lui, che poi è anche come merita.