Potevano passare un paio di mesi senza che si tornasse a parlare del 2015 e di quello che è successo in quella stagione tra Valentino Rossi e Marc Marquez? Se credevate di sì siete solo dei poveri illusi, perché tanto ci sarà sempre qualcuno che tirerà fuori quella storia lì. Questa volta a farlo (ancora, ndr) è stato un certo Casey Stoner. E il pilota australiano non c’è andato leggero.
“E’ vero che Marc, in una certa misura, ha meritato le critiche – ha sentenziato Stoner nel podcast Ducati Diaries - Tutti danno la colpa a Marquez, ma dimenticano che è stato Valentino Rossi a cominciare. Erano amici prima e poi Valentino ha iniziato una guerra di parole. E Marc ha contrattaccato, perché la cosa non gli piaceva. Non puoi spaventare uno come Marc Marquez. Valentino ha letteralmente toccato il peggior pilota sulla griglia e ha perso un Campionato del Mondo che poteva vincere”. Un modo di vedere la storiaccia del 2015 che Stoner aveva giù illustrato in più occasioni in passato, anche se in maniera meno esplicita, ammettendo da un lato che il 46 ha stuzzicato la persona sbagliata e, dall’altro, che Marc Marquez è sempre pronto alla guerra con chiunque. Un atteggiamento, quello di non temere Valentino Rossi, di cui Casey Stoner si sente un po’ il padre. “Prima che Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo ed io arrivassimo, Valentino è riuscito a entrare nella mente degli altri piloti combattendoli anche in quel modo. Ma noi, la nuova generazione, avevamo imparato a difenderci. Sapevamo di cosa era capace. Quindi è stato un errore da parte sua inimicarsi Márquez”.
Il tema è sempre lo stesso: la mediaticità di Valentino Rossi. Che Casey Stoner ha sofferto particolarmente, in Inghilterra più che in Italia. “Io non ho mai capito perché i tifosi inglesi mi odiassero così tanto – ha raccontato ancora l’australiano – Hanno cominciato a farlo prima che sfidassi Valentino Rossi, poi quando l’ho sfidato la situazione è tracollata. Valentino è stato molto importante per la MotoGP e io mi sono ritrovato, in generale, nel ruolo del cattivo o nella lista dei cattivi. A volte le persone che non sono così estroverse ricevono questo tipo di cattiva stampa, ma io non volevo seguire le orme di Valentino o fare quello che faceva lui. Quella era la sua personalità ed era fantastico per questo sport, non lo critico. Forse avrei dovuto fare lo stupido, ma io avevo un altro carattere: non cercavo attenzione, volevo solo guidare forte".
Quanto Casey Stoner negli anni della MotoGP abbia affiancato la sofferenza ai successi è cosa nota, proprio per via di un carattere chiuso e di un atteggiamento rivolto solo e esclusivamente a tutto ciò che succedeva in pista, fregandosene di ciò che invece avveniva o doveva avvenire fuori dai cordoli. Un ambiente difficile per lui, in cui le amicizie vere, alla fine, sono state pochissime. “Dani Pedrosa è una delle persone con cui ho mantenuto rapporti oltre le corse. Nonostante la nostra rivalità, non ho altro che rispetto per lui e lui non ha mostrato altro che rispetto per me”.