Sole sugli occhi e un pannello pubblicitario che non voleva saperne di stare fermo: i media scrum di Marco Bezzecchi non sono mai come quelli di tutti gli altri, anche quando lui non c’entra niente e è solo questione di cose che gli capitano intorno. Si tocca gli occhi, ride quando il pannello parte tipo Luna Rossa all’America’s Cup e poi si ributta subito sul pezzo. E’ di Misano che vuole parlare. “E’ un circuito che mi piace molto – dice prima di assumere la classica posizione composta del pilota iperprofessionale – cioè, non è che mi piace e basta: per me è il circuito che considero di casa”. Lo scorso anno è anche riuscito a salire sul podio, ma i risultati della stagione 2023 per lui sembrano ancora un po’ lontani.
Solo che Marco Bezzecchi non vuole sentir parlare di differenze tra le Desmosedici e, anzi, risponde diretto quando gli chiedono se addirittura avesse preferito correre con una 2022 piuttosto che con la sua 2023. “Sceglierei comunque la 2023 – ha spiegato – Le mie difficoltà sono più riconducibili alle nuove gomme portate in questa stagione da Michelin, devo ancora capire come essere performante con quelle: la moto c’entra poco e in ogni caso dipende da me. E’ chiaro che sento di non sfruttare ancora tutto il potenziale della mia Desmosedici, ma stiamo lavorando e spero di fare un altro passettino qui a Misano”. Un argomento, quello toccato dal Bez, che diventa funzionale anche a mettere fine alle tante discussioni (soprattutto sui social) sul fatto che Marc Marquez a Aragon piegasse cinque gradi più degli altri in alcune curve. “E’ una questione di stile di guida, non è quello a fare la differenza. La differenza a Aragon l’ha fatta Marc Marquez e non quanto Marc Marquez piegava. Ho visto i suoi dati, è vero che piegava di più, ma se guardiamo la stagione Pecco vola, eppure è quello che piega meno di tutti. Ci sono piloti come Aleix Espargarò, ad esempio, che raramente arrivano a toccare il gomito e altri che piegano da matti come Maverick Vinales, eppure entrambi riescono a far performare le loro moto. Ognuno guida a modo suo e influisce tanto anche la posizione del corpo sulla moto: è tutto molto soggettivo. Semplicemente Marquez a Aragon era più a posto, più forte e è andato di più”.
Aragon, però, è già un capitolo che appartiene al passato e domani sarà già ora di risalire in sella qui a Misano. “Il primo obiettivo da centrare è l’ingresso in Q2, sappiamo tutti quanto conta partire davanti e quindi fare bene sin dal venerdì – ha aggiunto il pilota romagnolo della VR46 – Mi trovo meglio su circuiti in cui si fanno più staccate rispetto a circuiti con curve lunghe, a volte ho molto sottosterzo e non riesco a fare le linee che vorrei. Anche a Aragon, ad esempio, ho faticato quando ho messo la morbida, però lì c’era anche un asfalto molto particolare, mentre qui lo scorso anno il consumo dello pneumatico non è stato esagerato. Di sicuro voglio fare il massimo qui sin dal primo giro sopra la moto”.
Una pista che conosce bene, l’aria di casa e, soprattutto, la consapevolezza che c’è ancora qualche soddisfazione da togliersi con la Ducati prima della grande avventura con Aprilia dal 2025. Di un futuro così lontano, infatti, Marco Bezzecchi sembra non voler neanche parlare, liquidando velocemente – da sempre – ogni domanda su quello che sarà. Il domani che gli interessa, appunto, è quello delle FP1 o, al limite, quello di sabato: “Sabato mattina vedrete il casco speciale che ho abbiamo preparato per questo gran premio. Non anticipo niente e non vi dirò niente, ma a me è piaciuto molto perché è un’idea diversa dal solito”.