“Franco è un gran talento e un ragazzo d’oro”. Sono parole di Ramon Forcada, l’uomo che con Franco Morbidelli ha sfiorato un titolo mondiale nel 2020 insieme all’allora Yamaha Petronas e che con il pilota italobrasiliano ha sviluppato un rapporto speciale che è andato ben oltre il semplice lavoro. Quasi un nonno, un confidente, un amico con tante storie di corse da raccontare che, proprio in virtù di quel ruolo, oggi può permettersi anche di andare diretto su quello che a suo avviso è il grosso limite del 21. “Morbidelli – spiega - è un tipo che, per dirla senza mezzi termini, è troppo poco stron*o per fare il pilota. Quando è in moto ha bisogno che tutto vada bene e bisogna dire che quando abbassa la visiera non guarda in faccia a nessuno e non lo farà neanche se saranno Marquez o Pecco. Ma è, diciamo, un uomo silenzioso che, per esempio, nasconde i suoi infortuni. A lui non piace che la gente pensi che inventa scuse o cerchi giustificazioni se dice che ha qualche problema e quindi preferisce non dire niente e tacere”. E’ la sintesi perfetta di ciò che tutti nel paddock sanno da sempre: Franco Morbidelli è quello con l’anima differente e uno spirito diverso da quello feroce di tutti gli altri piloti del Circus. Ma il ritorno sul podio, anche secondo Forcada, è la prova che il talento trova sempre la strada su cui farsi largo anche in mezzo ai lupi. E anche quando “i lupi” hanno nomi pesanti.

“La MotoGP è un mondo strano – ha aggiunto Forcada, parlando poi dei sorprendenti risultati che la Honda ha fatto in questi primi due GP della stagione – Romano Albesiano e Aleix Espargarò hanno sicuramente portato valore aggiunto, ma non sono stati loro a gettare le basi per la moto attuale perché non ne hanno avuto il tempo. Quindi le cose non tornano. Mir lo scorso anno diceva che tutto ciò che provava era un disastro, ma la moto che guida oggi è un insieme di quelle cose lì”. Un modo per dire che probabilmente c’entra, e tanto, l’aspetto psicologico e l’ambiente che oggi c’è nei box di HRC.

Di aspetto psicologico Forcada parla anche quando la domanda diventa “che problemi ha Pecco Bagnaia?” Per l’esperto tecnico spagnolo c’entra sicuramente l’essersi ritrovato nel box una personalità ingombrante come quella di Marc Marquez. “Pecco è uno dei soli tre ragazzi ad aver vinto due campionati del mondo di fila – ha ricordato – Dal 2002 ci sono riusciti solo in tre e uno è Pecco, l'altro è Valentino e l'altro è Marquez. Si trova in una situazione difficile? Sì: tecnicamente, psicologicamente, mentalmente e tutto ciò che vuoi e non sappiamo quanto ci metterà a risolvere la situazione. Ma sappiamo che quando la risolverà potrà competere con Marc e sappiamo anche che qualche anno fa al Sachsenring era indietro di novanta o novantuno punti e poi ha vinto il titolo. Non possiamo darlo per sconfitto”.
Marc Marquez, insomma, è avvisato e l’opinione di Ramon Forcada non è sicuramente quella di un semplice appassionato che ha visto le corse sempre e solo dai tavolini di un bar. “La situazione di Pecco migliorerà – ha concluso – poi ci sta che non sarà sufficiente per superare Marquez. La verità è che Marc adesso ha un grosso vantaggio: inizia bene i weekend. Tutti ricordiamo le notti folli nel box di Valentino, quando le cose non andavano bene e poi appariva la Vergine Maria e tutto diventava perfetto. Marc oggi non ha bisogno di questo perchè è già davanti al primo giro del primo giorno. Con Alex? La vedo come una società in questo momento. Il piccolo dei due fratelli è la vera sorpresa, ma non ho mai pensato che Alex potesse avere una possibilità di battere Marc: gli ha lasciato spazio per farlo andare con lui e poi lo ha superato e tutti ci hanno creduto che Alex potesse arrivare davanti, ma non loro. Quello che abbiamo visto in Thailandia e domenica è la loro società contro tutti gli altri. E la società sta vincendo, ma quella societàha un CEO e è ancora Marc Marquez”.