"Martin potrà fare un test su una RSV4, ma dovremmo ripensare a ciò che è meglio per la sicurezza dei piloti. Se i team giapponesi possono fare test quando vogliono in virtù delle concessioni, perché non permettere a un pilota che ha saltato diverse gare di provare la MotoGP e tornare quindi in sicurezza?" E’ la riflessione che il CEO di Aprilia, Massimo Rivola, aveva affidato alla stampa nei giorni del GP d’Argentina, dopo l’ufficializzazione della notizia che Jorge Martin avrebbe saltato anche il prossimo GP in Texas. Adesso la nuova notizia, come confermato dallo stesso Martin in una intervista alla Gazzetta dello Sport e in un video diffuso sui suoi profili social, è che il campione del mondo potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere pronto per il GP del Qatar e la proposta di Rivola, quindi, diventa inevitabilmente una richiesta a cui bisognerà dare una risposta.

Trovare una via per modificare il regolamento e permettere ai piloti che perdono molte gare di testare una MotoGP prima di lanciarsi nella mischia di un week end di gara oppure, come vorrebbe Ducati, lasciare le cose come stanno e eventualmente discuterne per il prossimo anno? L’MSMA affronterà il tema nella riunione prevista per il prossimo 27 marzo e, inutile negarlo, si annuncia già uno “scontro politico” tra la stessa Aprilia e la Ducati. Perché paradossalmente gli altri costruttori sono rimasti in silenzio, apparentemente neutrali, sull’ipotesi di permettere a Martin almeno un test in ottica sicurezza, mentre Ducati è stata categorica. E il dubbio che viene è se si tratti davvero di una questione di principio e di una particolare forma di rigore per quelli di Borgo Panigale o se, invece, c’è dietro un po’ di “timore sportivo”. Anche perché, vista la superiorità fino a ora dimostrata in pista dalla Ducati, il “no secco” suona tanto di caduta di stile non tanto nei confronti di Aprilia, ma proprio di Jorge Martin, che comunque con una Ducati ha vinto un titolo mondiale e che da Ducati non sarebbe andato via se non fosse stato, di fatto, “scartato”.
Oppure, come sostiene qualcuno, è solo un “alzare la posta” da parte del marchio di Borgo Panigale che in pochi anni s’è visto privato della possibilità di fare test privati, per effetto delle nuove regole sulle concessioni, o anche di far fare delle semplici wild card ai suoi piloti? E’ una ipotesi anche questa e non è del tutto da escludere che in Ducati ci sia chi ha pensato di trasformare il no in un sì in cambio di un sì verso altre proposte che stanno a cuore a Gigi Dall'Igna.

Tutti discorsi, questi, che troveranno conferma o meno solo dopo la riunione del 27 marzo, con Jorge Martin che, intanto, sta proseguendo il suo percorso di riabilitazione e fisioterapia con l’obiettivo di tornare in sella alla sua Aprilia con il numero uno sul cupolino già dal GP del Qatar. Magari vivendolo proprio come un test per poi presentarsi con qualche km in più sotto le ruote alla prima gara in Europa, che sarà a Jerez. Vuole provarci, ma è lui stesso a spiegare che provare a essere in Qatar non significa che sarà sicuramente in Qatar.
“Dopo il primo infortunio – ha spiegato Martin, con tanto di maglia Aprilia dal salotto della sua casa in Andorra – mi stavo riprendendo abbastanza velocemente. Ho ricominciato ad allenarmi e mi sentivo bene. Mi sono allenato in moto prima della Thailandia e ho avuto un incidente davvero pesante. È stato un periodo molto difficile, ma ora comincio a vedere un po’ più di luce. L’infortunio più grave che ho avuto è stato al radio e allo scafoide. Oltre a questo, ho avuto quattro fratture al piede sinistro e anche qualche lesione muscolare alle costole. Quindi, sicuramente, non è stato un infortunio facile. Se c’è qualcosa che posso dire è che darò il mio massimo per tornare al meglio e per imparare dai miei errori. Sto lavorando molto duramente per recuperare, ma non so esattamente quando tornerò. Di sicuro non sarò ad Austin. Il piano è di essere in Qatar, ma non c’è nulla di certo. Quindi non lo so ancora. Ho ripreso ad allenarmi e le cose stanno migliorando molto più velocemente rispetto all’inizio dell’infortunio”.