Marc Marquez ha corso due GP e abbattuto già un paio di record. Due hattrick (pole position, vittoria e giro veloce in gara) consecutivi non si vedevano da trent’anni, figuriamoci con l’aggiunta delle Sprint del sabato. E poi le 90 vittorie in carriera come Angel Nieto, la sensazione che Marc abbia la moto in mano, che sia un pilota ben diverso da quello che dominava da sprecone, cadendo tanto. Ora vediamo un Marc Marquez diverso, quello che - per i maligni - è talmente avanti da preoccuparsi di chi deve arrivare secondo (il fratello) perché la sua gara è già finita.

Di fatto, per Pecco Bagnaia il problema è più emotivo che sportivo: Francesco ha iniziato il 2025 nel migliore dei modi in termini di risultati e ha rinunciato all’esplosività nei primi round per concentrarsi sullo sviluppo della GP25, che però adesso sembra un problema. Tornare indietro, però, potrebbe rivelarsi un investimento a vuoto, specialmente ora che il nuovo progetto comincia ad avere una sua storia. È vero, Marc Marquez non aspetta nessuno, ma il vero dramma di Pecco è di percezione. E non degli avversari, ma di sé stesso: una campagna mediatica sul ‘povero Bagnaia’ non sarebbe d’aiuto, specialmente adesso. Certo è che se c’è un pilota in grado di andare dritto per la propria strada quello è proprio lui.
In tutto questo, con KTM in crisi piena e Aprilia ancora in fase di assestamento, sembra che Ducati abbia già vinto il quarto titolo mondiale consecutivo. Eppure il Giappone si muove, un passo alla volta e con una casa alla volta, perché a Termas de Rio Hondo è stata la Honda a mettere tre moto su quattro nei primi dieci.
Bello vedere Franco Morbidelli sul podio, dove mancava dal 2021: un percorso lungo, iniziato lo scorso anno con la Ducati GP24 del Team Pramac - verrebbe da dire al Sachsenring - che per questo ci restituisce un risultato tutt’altro che sporadico. Bene anche Di Giannantonio, così come Ai Ogura che continua a stupire nonostante la squalifica. Spiace invece vedere così in crisi Pedro Acosta. E spiace a noi, ma pure ai piloti di Honda e Yamaha, due in particolare: lo spagnolo è un vero fenomeno e sia il suo manager (Albert Valera) che Dorna stanno spingendo per vederlo in sella a un’altra moto ufficiale.
Signori, questo è Hangover.
