Due partenze e due volte ha provato a mettersi davanti. Poi, dopo la seconda partenza, ha provato a battagliare con Pecco come se non avesse nulla da giocarsi e non portasse in tasca la bellezza di 29 punti di vantaggio. Jorge Martin gioca a fare quello lucido e calcolatore, ma la verità è che resta uno tutto polso destro e cuore. E’ la sua bellezza e, come Pecco sa benissimo, potrebbe essere pure la sua croce. Ma di sicuro il cuore l’ha dimostrato ancora una volta dopo la bandiera a scacchi. Perché poteva fare il gradasso. Perché poteva parlare da quasi campione del mondo e perché, tutto sommato, poteva pure fare quello talmente ambizioso da incazzarsi per un secondo posto. Invece ha fatto semplicemente il Jorge Martin e ha messo il cuore davanti a tutto: “Ringrazio pecco Bagnaia, se oggi sono questo pilota è perché per raggiungere lui e provare a batterlo sono riuscito a migliorare tanto”.
Jorge Martin è capace di risultare spiazzante. Gli è riuscito anche con Marc Marquez, che oggi s’è goduto da poco dietro il duello tra lui e Pecco: “Li guardavo da dietro, battagliavano e contestualmente andavano fortissimo. Non capivo Jorge Martin perché lottasse così”. Parole sintetizzate all’estremo, quelle di Marquez, ma che dicono tanto, tantissimo, sul giovane spagnolo di Pramac. Uno che è rimasto uguale anche quando ormai mancano due settimane a mettere le mani sul sogno di tutta una vita. “Penso che ora per me sia giunto il momento di pensare alla matematica e di essere intelligenti – ha poi detto nella sala stampa di Sepang - Non voglio cambiare alcuna abitudine in queste due settimane e a Barcellona sarà importante qualificarsi bene. Quel circuito non è tra i miei preferiti: negli ultimi anni ho fatto seconde file, ma non sono mai riuscito a qualificarmi davanti, quindi chiederò aiuto al mio amico Aleix Espargaró che lì è fortissimo. Oggi? Ho dato tutto, non per lo spettacolo, ma perché volevo vincere. Però ho saputo quando fermarmi e quando accontentarmi”.
Sì, la vera differenza con lo Jorge Martin del passato è esattamente questo e sembra che gran parte del merito sia del lavoro fatto in questo anno con uno psicologo e un mental coach che lo hanno aiutato tantissimo. Tanto che anche l’idea di poter essere campione del mondo tra pochi giorni non lo rende particolarmente nervoso, con Martin che se ne esce con un’altra delle sue risposte spiazzanti: “A me restano tanti anni in MotoGP. Penso che il livello che sto dimostrando sia altissimo, ma voglio migliorare ogni giorno e quindi non credo di essere alla mia ultima occasione. Vedremo cosa mi riserverà il futuro, ma in questo momento sono migliorato molto in questo: mi concentro sul presente e ora ho una grande opportunità e non voglio sprecarla. Ma non penso che sarà l’ultima”.
Il pensiero, insomma, adesso è solo a Barcellona, ma senza l’affanno di chi sente il peso dell’irripetibilità e, anzi, con la consapevolezza che anche un circuito in cui non s’è mai trovato benissimo potrebbe riservargli qualcosa di positivo. “Adesso è più freddo di quando ci andiamo di solito – ha concluso Marquez – con le temperature basse io mi trovo meglio di pecco, che invece dice sempre che il forte caldo è una delle sue condizioni ideali. Ora voglio solo tornare a casa, sono stato lontano per due mesi e voglio tornare dalla mia gente, acquisire energia perché è stata dura per me. L'ultima settimana è stata dura per me mentalmente, ma ora c'è l'ultimo sprint. Più ci si avvicina alla fine, più tutto diventa difficile, più mentale, quindi mi preparerò bene, mi allenerò bene e mi preparerò per la gara”.