Sopra non ha più la tempera bianca del solaio di un ospedale, ma l’azzurro del cielo di Ancona in queste giornate che sembrano d’estate. Danilo Petrucci quel cielo lì ha rischiato di non vederlo più, ma per uno che ha scelto (anche contro il suo stesso fisico) di fare il pilota e vivere di rischio e velocità è la cosa più banale da dire. Che non significa, sia inteso, che la vita non vale niente. Ma, anzi, che la vita è tutto quello che conta. Sempre. E’ un principio di imprescindibilità che persino i piloti conoscono benissimo. E di cui si devono ricordare spesso, proprio loro che la pelle la mettono sul piatto ogni volta.
A Danilo Petrucci, questa volta, è successo in allenamento. In una normalissima giornata nel glorioso crossodromo di Cingoli di cui s’erano innamorati anche i matti del SuperCross americano. Un salto andato storto, qualcosa che non ha funzionato o roba così. Risultato? Un botto pazzesco e, come l’ha definito lui stesso, “una delle cadute più spaventose della mia vita”. Mascella fratturata, denti persi, clavicola e scapola andate e morale a pezzi. Alle ossa ci hanno pensato i medici, al morale e all’anima, invece, c’ha pensato Danilo. Tanto che appena 24 ore dopo il post shock in cui annunciava ciò che gli era successo, scherzava già sul fatto di dover mangiare solo roba frullata e portata allo stato liquido. Reazione in tempo zero. E dimostrazione, ancora una volta, che di tanti esempi del caz*o che propiniamo ai giovani, forse quei matti che sfidano la morte a velocità assurde sono i migliori. Perché vivono di una passione grande e a quella passione grande dedicano tutto. Tutto davvero. Anche quando hanno già guadagnato abbastanza per potersi godere il resto della vita nel lusso. E con la consapevolezza che se “ritornare a correre” è l’obiettivo, “ricominciare a camminare” deve essere la prima mossa. In senso reale, ma pure metaforico.
Ricominciare a camminare significa, prima di tutto, prendere atto della verità delle cose. Della strada da fare. Del tempo che ci vorrà. E pure di tutto quello che non sarà più come prima. Danilo Petrucci l’ha spiegato in un video alla sua maniera, che poi ha affidato ai social: camicia improponibile (oh Danilo, scherziamo!), sguardo di quello che si percula da solo e parole che, però, andrebbero portate nelle scuole. Per farle ascoltare, una per una, ai ragazzi. Ma che farebbero bene anche a qualche adulto. “Come vedete sorriderò storto per un po’ – ha spiegato il Petrux – Ho rotto la mascella in più parti e questo ha comportato che finisse lesionato anche un nervo. Forse tornerà normale, forse no”. Espressione che potrebbe essere cambiata per sempre, ma anima che resta la stessa. Mentre l’elenco dei chiodi, delle viti e delle placche che Danilo Petrucci si porta a spasso dopo quest’ultima botta cresce ancora di più, fino a farlo sembrare una ferramenta umana. Dove e come gli hanno applicato i mezzi di sintesi lo spiega nel video e non lo stiamo neanche a raccontare.
Quello che preme raccontare, invece, è il messaggio che arriva: “Ma sono ancora vivo”. Il principio dell’imprescindibilità, quindi, che resiste anche quando tutto va male. Anche quando tutto ti fa male. Anche quando hai passato le ultime 72 ore tra le mani di chirurghi di ogni tipo. Chirurghi da ringraziare e andare avanti. Proprio come ha fatto Danilo Petrucci, sempre perfettamente consapevole che la gratitudine e la riconoscenza sono valori che ci stanno da Dio vicino al principio dell’imprescindibilità. Dentro la vita. Quella stessa vita che il Petrux ha promesso che tornerà a celebrare nell’unico modo che conosce: andando forte in moto. In tanti ci siamo chiesti se dopo questa sarebbe tornato di nuovo. Ma la risposta l’ha data lui stesso proprio in quel video in cui, con i segni del passato e la consapevolezza di un presente che sarà di fatica e ripartenza, parla di futuro: “Voglio esserci a Misano, per il round italiano della Superbike. Conto di farcela”. Un “farcela” che sarà come tornare a sorridere. Dentro, dove conta davvero, fregandosene se fuori ci saranno simmetrie o asimmetrie. Tanto, dritto e perfettamente a livello nella vita non ci va mai niente fino a che non si decide di mandarcelo. Di tigna, di tenacia, di passione autentica e a polso destro ruotato, anche quando si rischia di perdere il conto delle viti che ci sono volute.
Perché lo spunto positivo, la cosa bella, magari con una vena di ironia si può trovare anche dentro la sofferenza. E Danilo Petrucci in quel video dice anche questo. Spiegando che finalmente, adesso che non ha i denti e sarà costretto a mangiare solo pasti liquidi, potrà finalmente provare una esperienza che nella vita non era riuscito mai a provare: dimagrire. E diventare più leggero per quando potrà tornare a correre. Uno così – camicia a parte – viene quasi da chiamarlo maestro.