Marc Marquez s’è presentato in sala stampa a Sepang con lo sguardo di chi s’è divertito, ma è pure pieno di pensieri. Ma chi crede che la prima caduta da pilota ufficiale di oggi in Curva 9 a Sepang possa entrarci qualcosa si sbaglia di grosso. La paura – ammesso che di paura si possa realmente parlare – dell’otto volte campione del mondo è un’altra: non fare il minimo errore in questi test, perché non sono come tutti gli altri. Il motivo? Il congelamento dei motori previsto per due stagioni dopo il primo GP in Thailandia. E è di questo che il fenomeno di Cervera ha voluto parlare, al di là della sua caduta, dei tempi fatti o della classifica di questo secondo giorno di lavoro sul circuito malese.
“Oggi –ha detto - è stata una di quelle giornate difficili per il pilota perché c'era una lunga lista di cose da fare". Quasi una ammissione di aver perso un po’ l’abitudine a questo tipo di lavoro, dopo gli ultimi anni in Honda e quello da pilota non ufficiale in Gresini. “Con i dati del primo giorno, abbiamo avuto una schiera di ingegneri che sono venuti a provare a lungo nei box per capire bene le cose, poiché la priorità numero uno della fabbrica è capire bene il motore”.
La caduta, avvenuta mentre tentava un "time attack", è stata rapidamente messa in secondo piano. "È vero che alla fine della giornata ho avuto la mia prima scivolata sulla rossa, alla curva 9, tipica di qui, la più lenta del circuito – ha aggiunto - Ma a parte questo è andato tutto bene e cadere fa parte del nostro lavoro. Non mi sono fatto niente perché andavo piano. Ho fatto molti giri, poi sono uscito e mi sono fermato in continuazione: le gomme erano molto usurate. Ieri ho fatto un time attack e è andata bene, oggi sono tornato con un altro time attack e è andata male".
A tenerlo sui pensieri, piuttosto, è altro: "un errore oggi lo paghi per due anni". Le preoccupazioni sono legate al motore e all’aerodinamica. Non perché non ha avuto buone indicazioni o perché qualcosa non ha funzionato bene, ma perché è consapevole che le scelte che si fanno oggi saranno determinante per due intere stagioni. Praticamente lo stesso tempo del suo contratto e della sua grande occasione con Ducati: due anni. sono palpabili. "Domani – ha ribadito - dovremo essere molto chiari, perché in Thailandia sarà già passata un'altra settimana. Dobbiamo essere molto sicuri delle scelte che faremo perché sul motore non si può sbagliare, mentre sull’aerodinamica c’è comunque più margine. Ecco perché dobbiamo riuscire a essere più chiari che mai. Qui abbiamo provato cose positive, ma anche alcune negative. Dobbiamo continuare a valutare".
Tutto sotto controllo, quindi, ma con la serietà ha abbastanza esperienza da capire che in canna c’è un colpo solo e che il tempo che resta per prendere le decisioni definitive è sempre di meno. Al di là degli attacchi al cronometro e anche delle cadute che fanno parte del gioco. E, soprattutto, in piena condivisione con chi guida la stessa moto, con Marquez che ha anche spiegato di aver avuto sensazioni molto simili sia a quelle di Pecco Bagnaia sia a quelle di Fabio Di Giannantonio. "Siamo molto allineati nei commenti – ha concluso - Magari ci sono piccole differenziazioni tra l’uno e l’altro in base allo stile di guida di ognuno, ma diciamo le stesse cose nella sostanza”.