La classifica la chiudono, inesorabilmente, Jorge Martin e Raul Fernandez. Sono stati loro, purtroppo, i protagonisti di giornata con due cadute che li hanno costretti a chiudere anticipatamente la giornata di lavoro. Per Fernandez, addirittura, sono proprio finiti i test in Malesia con il giovane spagnolo di Trackhouse costretto al rientro in Spagna, dove verisimilmente si sottoporrà a un intervento chirurgico alla mano, nel tentativo disperato di poter essere in pista per i prossimi test del 12 e 13 febbraio. Per quanto riguarda Jorge Martin, invece, l’aggiornamento fornito dall’ufficio stampa dopo il trasferimento in ospedale per accertamenti riferisce di dolori al polso destro e a un piede.
I due piloti dell’Aprilia sono stati i più sfortunati, ma non gli unici a assaggiare l’asfalto di Sepang, con tantissime cadute soprattutto nella prima parte della mattinata. Crash dovuti, secondo quanto riferiscono dal paddock, al fatto che le squadre hanno poche gomme soft a disposizione e che molti, per non finire la scorta di morbide, hanno scelto di affrontare la pista con le medie, che si sono però rivelate piuttosto infide. Ne sanno qualcosa Fabio Di Giannantonio, Pedro Acosta, Augusto Fernandez (a Sepang nelle nuove vesti di tester Yamaha – farà sei wildcard nel 2025 e probabilmente sarà lui a tenere a battesimo il V4 in gara), Enea Bastiani e Franco Morbidelli.
Ma cosa si è visto in pista in termini di tempi? La prima parola che viene in mente è “equilibrio”, mentre la considerazione che viene da fare è che Ducati vecchia fa buon test. Sì, perché è vero che il miglior crono di giornata lo ha strappato Fabio Quartararo, con un 1.57.555 che è figlio anche dei tre giorni di lavoro già fatti nello shakedown, ma subito dietro ci sono quattro Ducati. Una è quella di Marc Marquez, che però ha centrato un ottimo attacco al tempo sul finale dopo aver navigato a metà classifica per quasi tutta la giornata. La costanza, invece, l’hanno fatta vedere quelle di Alex Marquez, Fermin Aldeguer e Franco Morbidelli. Tutte, dunque, uguali a quella con cui nel 2024 Jorge Martin ha vinto il titolo mondiale. Non una sorpresa, quindi. La vera sorpresa, semmai, è stata proprio la Yamaha. Già detto di Fabio Quartararo sempre davanti e sempre sul pezzo, spiccano anche i crono degli altri piloti di Iwata, soprattutto con i due di Pramac, Jack Miller (ottavo) e Miguel Oliveira (decimo), apparsi in grande forma. Solo quattordicesimo Alex Rins, che in questi giorni è sembrato più acciaccato del solito e con tanto di stampella per aiutarsi a camminare e che oggi non ha potuto lavorare sul nuovo telaio portato da Yamaha a causa del vento.
L’altra grade sorpresa di giornata è stata la Honda, sempre veloce con Johann Zarco (nono) e nel finale anche con Joan Mir, che ha chiuso al sesto posto questo Day1 di Sepang, precedendo Fabio Di Giannantonio con l’altra Ducati Desmosedici 2025. E Pecco Bagnaia? L’ex campione del mondo non ha neanche tentato l’attacco al tempo e ha lavorato su novità e settaggi senza preoccuparsi del cronometro, tanto che alla fine ha chiuso addirittura diciassettesimo.
Solo undicesima, invece, la prima delle KTM, con Pedro Acosta che però ha navigato con tempi da top ten per quasi tutta la giornata nonostante una caduta rimediata al mattino. Subito dietro il giovane spagnolo le altre RC16 di Maverick Vinales e Brad Binder, mentre Enea Bastianini, anche lui caduto nel pomeriggio, s’è concentrato su ergonomia e posizione in sella e ha chiuso in diciannovesima posizione davanti al collaudatore della Yamaha, Augusto Fernandez, e al debuttante di Honda, Somkiat Chantra. Tempi relativamente alti, dopo quanto mostrato nello shakedown, infine, anche per Ai Ogura con l’Aprilia, mentre l’altro pilota di Noale in pista, Marco Bezzecchi, ha lavorato su setting e ergonomia senza tentare il time attack in una giornata che per Aprilia era cominciata nella peggiore maniera possibile.