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Collaudatore, motivatore e poi? L’amara verità di Honda è che Aleix Espargarò ci crede più di Joan Mir

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

3 febbraio 2025

Collaudatore, motivatore e poi? L’amara verità di Honda è che Aleix Espargarò ci crede più di Joan Mir
Uno non ha fatto in tempo a scendere dalla moto e s’è messo subito a spingere, questa volta con le parole, per far passare un messaggio di consapevole ottimismo. L’altro, invece, non ha fatto ancora in tempo a salirci e già sembra esitare…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

A.A.A. riscatto cercasi in casa Honda. Ma pure piloti che abbiano fame veramente e se su Luca Marini, almeno da questo punto di vista, non ci sono dubbi, sul fronte Joan Mir è innegabile e evidente una singolare prudenza nelle dichiarazioni. Non perché non sia giusto risultare prudenti, ma perchè, comunque, tutto deve ancora cominciare. Le vittorie schiaccianti fanno parte del passate, Marc Marquez idem e, ora, fanno parte del passato anche i colori di Repsol, con Honda che torna al rosso bianco e blu e che ha rivoluzionato la squadra. Con Aleix Espargarò che emerge come una figura centrale. La sua nuova veste di collaudatore è stata abbracciata con un entusiasmo che contrasta con l'apparente esitazione di Joan Mir e le loro dichiarazioni offrono una finestra sui rispettivi stati d'animo e ambizioni.

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Aleix Espargarò, dopo lo shakedown di Sepang, ha descritto con chiarezza il suo impegno: “Mi sono immerso nel lavoro subito dopo la stagione passata e non ho mai smesso di spingere. Ogni test è un'opportunità per raccogliere dati preziosi e migliorare la moto. Abbiamo provato un mare di cose e voglio ricominciare a farlo prima possibile”. Durante i test, nonostante le condizioni meteorologiche avverse, ha ottenuto il terzo miglior tempo, sottolineando il suo progresso. "Abbiamo provato tantissime nuove configurazioni. Anche se il tempo in pista è stato limitato, sono soddisfatto dei progressi. Ogni sessione è un passo avanti" - ha dichiarato, mostrando un approccio decisamente ottimista e fiducioso e ritrovandosi a passare nel giro di pochi minuti da collaudatore a vero e proprio motivatore.

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Joan Mir, al contrario, si trova a fronteggiare un periodo di incertezze. “Non è facile – ha detto dopo la presentazione della squadra - passare dall'essere un protagonista a lottare per i punti. Ho dovuto lavorare su me stesso. Essere sotto i riflettori e poi scomparire non è semplice. Cerco di fare del mio meglio e di mantenere la calma. L'impegno e il duro lavoro sono la chiave per superare questo momento difficile”. E Aleix Espargarò sembra aver voluto proprio rispondere a distanza a Mir, come farebbe un fratello maggiore: “Siamo qui per dare il massimo”. Quasi un voler ricordare – forse anche a Honda – che sì ha deciso di appendere il casco al chiodo e dedicarsi alla famiglia, ma che se il richiamo della competizione dovesse farsi troppo forte potrebbe pure tornare sulla sua scelta. E ripensarci. E’ qualcosa che in Honda sanno benissimo, ma forse è Joan Mir a non essersene reso conto fino in fondo. Tanto che ha commentato così la decisione di Honda di non presentarsi allo shakedown con i piloti titolari, come invece fatto da Yamaha: “Penso che dobbiamo delegare. Abbiamo un test team molto forte e i feedback di Aleix e Takaaki sono importanti. Questa decisione ci allevia un po’ di pressione”.

Sicuramente “allevia la pressione”, ma rischia di essere pericoloso per chi ha tutto da dimostrare di nuovo e si ritrova con gli stessi colori addosso un pilota che negli ultimi anni ha potuto lottare sempre al vertice. E che in Honda, ora, ha anche il suo “vecchio capo”. Evidentemente Mir sente di non avere nulla da temere, ma in MotoGP è la più pericolosa delle sensazioni e la storia delle corse lo ha già più e più volte dimostrato. “Ho parlato con Romano dopo il test di Barcellona - ha concluso il campione del mondo 2020 - È una persona molto metodica e credo che il suo approccio possa portare benefici al nostro sviluppo. È importante lavorare con una persona che ha una chiara visione”. Sì, è vero, ma importante pure lavorare con chi ha una fame feroce, soprattutto quando si è consapevoli che la strada da fare è tanta.

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