Era il 2020, MOW era nato da pochissimo e nella settimana del doppio gran premio a Misano, nel bel mezzo di quella che doveva essere una normalissima intervista, Pierfrancesco Chili ci aveva fatto trovare, per la prima volta, davanti alla classica domanda da redazione: che facciamo, lo scriviamo o no? L’ex pilota del motomondiale e della Superbike, infatti, come se nulla fosse, se ne era uscito con una confidenza di quelle pesanti: “ho scoperto di avere il Parkinson”. Stava, proprio in quei giorni, facendo i conti con una sentenza, ma sistemava gli arredi del suo stabilimento balneare mentre parlava con noi come se nulla potesse toccarlo davvero. Occhi di ghiaccio, destabilizzazione evidente e una certezza: uno così impenna in faccia pure al Parkinson. Tanto che alla fine, visto che quella confidenza era seguita da parole che avrebbero pure potuto aiutare chi non ha la stessa capacità di reazione, la decisione fu di non alleggerire niente. E scrivere tutto quello che ci aveva raccontato (qui il link a quell’intervista).
Adesso di anni ne sono passati quasi quattro e Pierfrancesco Chili è tornato a parlare. Lo ha fatto con la redazione di FanPage, in una lunga intervista in cui racconta che la malattia, ora, è qualcosa che lo accompagna e con cui ha totalmente imparato a fare i conti. C’è. Si tiene sotto controllo. E nel frattempo continua a vivere. Con un unico rammarico: “non vado più in moto, la mano del gas mi trema troppo”. Per uno così, infatti, le moto sono solo di un tipo: da corsa. “Quando iniziai a correre, a 18 anni, vendetti tutto e da allora non ho più guidato le moto in strada, ma solo in pista”. Ha continuato a farlo anche dopo aver appeso il casco al chiodo, nelle rievocazioni storiche, incontrando i rivali e gli amici di una vita.
“Penso avrei potuto vincere di più – ha raccontato - Però con i ‘se' e i ‘ma' la storia non si fa. Diciamo che ero più forte di quello che sono riuscito a dimostrare: quando per un motivo, quando per un altro, ma di fatto non sono mai stato assecondato e quindi mi sono sempre arrangiato e ho comunque avuto una bellissima carriera: ho portato la Suzuki alla vittoria e ho vinto spesso con moto private. Quindi non ho niente da recriminarmi anche se sono certo che avrei potuto ottenere di più". Dopo la decisione di smettere, Chili è anche rimasto nel giro per un po’. “Ho fatto il commentatore in tv e avevamo anche dato vita a un team che ha dato le prime opportunità a gente come Luca Marini”. Un legame, quello con Tavullia e il cerchio magico di Valentino Rossi molto forte anche in virtù dell’amicizia con Graziano, con Chili che, però, nonostante i pochissimi chilometri che separano la sua Misano a Tavullia dice di frequentare poco la gente del motorsport. “Ho un buon rapporto con tutti, anche con gli ex rivali, ma non sono continuamente in contatto con qualcuno – ha spiegato - Io non voglio rompere le scatole a nessuno, però ce ne sono tanti che vedo molto volentieri quando ci ritroviamo agli eventi o alle rievocazioni storiche. Per farti capire, d'estate vivo a Misano, a due passi da Tavullia, però non mi sono mai permesso di andare a disturbare Valentino Rossi. Io sono fatto così".
L’ex pilota, a proposito di Valentino Rossi, aggiunge poi: “Valentino sicuramente è stata un'icona per tutti noi. Mi dispiace solo per alcuni atteggiamenti che sono venuti fuori durante la sua carriera. La guerra che c'è stata con Marc Marquez per esempio non è stata bella soprattutto fuori dalla pista. Detto ciò però credo che Vale abbia avuto il merito di far conoscere il motociclismo a tantissima gente che prima non sapeva nemmeno cosa fosse il motociclismo". Un motociclismo che è cambiato radicalmente e che, purtroppo, ha visto la parabola discendente della Superbike. “ Il Motomondiale – ha proseguito Chili - pian piano è venuto fuori dal tunnel diventando più interessante per piloti e appassionati, parallelamente lo stesso organizzatore ha però affossato la Superbike. Sono due categorie un po' diverse tra loro: in una c'è il massimo della tecnologia, nell'altra si gioca sull'estrarre il massimo da una stradale".
Le corse, quindi, come qualcosa da vivere adesso nei panni dell’appassionato, con Chili che sembra avere le idee chiare anche su Marc Marquez e il pilota che si prenderà il futuro, ma anche sulla Superbike: “Guardo un po’ di più la MotoGP rispetto alla Superbike, anche perché gioco al FantaMotoGP – ha scherzato – Marc Marquez sta guidando ancora con le briglie tirate e appena si sentirà a posto e guiderà libero la Ducati ne vedremo delle belle. Pedro Acosta invece è già andato oltre le mie aspettative. Poi la KTM sta puntando molto sulla MotoGP e probabilmente stanno usufruendo molto del fatto di aver preso tanti tecnici dalla Ducati e che lì non avevano più stimoli. In Superbike quello che mi ha meravigliato di più è Andrea Iannone. Dopo uno stop così lungo non pensavo andasse così forte. Spero gli duri a lungo questo momento magico perché se lo merita. Secondo me, se ha voglia, tre anni fatti bene ancora li può fare. In MotoGP c'è molta più elettronica. Guarda Marquez: è passato dalla Honda alla Ducati e sta commettendo degli errori dovuti al diverso funzionamento degli strumenti che deve attivare mentre sta guidando. Una volta si correva utilizzando solo gas, freno, e via. Adesso invece ci sono un sacco di strumenti da azionare e se per esempio sbagli il momento in cui azionare l'abbassatore ti ritrovi per terra".