“Che ti avevo detto di Toprak Razgatlioglu e di Pedro Acosta? Non sbagliavo. Dai, posso dire che le motociclette le mastico ancora. Almeno quelle”. L’intervista a Danilo Petrucci non è cominciata così, però la battuta merita l’attacco del pezzo. Perché racconta di un Danilo Petrucci che sarà pure tutto rotto e parla a fatica, ma che non ha perso l’autoironia e la voglia di scherzare. Anche se se l’è vita brutta. E tanto, dopo il botto fatto al crossodromo di Cingoli, in allenamento, e il conseguente volo in elicottero al Torrette di Ancona, dove ha dovuto sottoporsi a diversi interventi chirurgici. Adesso, dopo un recupero record e un video che ha fatto il giro del mondo girato appena fuori dall’ospedale, è a casa e dell’incidente non ricorda molto.
Ma come è successo di preciso?
Di preciso non lo so. Stavo andando forte, quello è sicuro. Mi stavo allenando con più intensità del solito in quei giorni, perché noi piloti viviamo pure di sensazioni e io ero straconvinto che a Assen avrei potuto fare bene davvero. Invece non ci sono neanche andato. Ma va bene così, perché il botto l’ho fatto grosso davvero e ho rischiato di non raccontarla.
Non ricordi niente?
Ricordo poco e in maniera confusa. Ho saltato, poi credo di aver perso il davanti e probabilmente con la mano ho aperto ancora di più il gas. Ero in un punto in discesa già particolarmente insidioso di suo e il resto l’ha fatto la sorte. Cioè, più della sorte il resto lo ha fatto il manubrio, perché credo che sia la mascella sia la clavicola me l’abbia fratturate il manubrio con il contraccolpo. Però lo ripeto: poteva andare peggio.
Hai molto dolore?
Pensavo peggio anche da quel punto di vista. Certo, se ti dicessi che sto come un fiore mentirei, ma più che di dolore parlerei di fastidio continuo. Soprattutto alla bocca, dove mi hanno ricostruito praticamente tutto, sento come qualcosa di non naturale, una sorta di tormento costante, ma non è un dolore atroce. Poi ok, c’è il fastidio di tutto quello che non posso fare, ma anche quello serve a capire che tante volte non apprezziamo quello che abbiamo. La prossima volta che potrò sgranocchiare qualcosa ci farò caso, adesso mi manca anche un gesto semplice così.
Hai già cominciato a allenarti?
No, non posso. Mi hanno imposto il riposo assoluto per qualche giorno. Su gambe, bacino, insomma sulla parte bassa del corpo non ho un graffio e forse qualcosa potrò iniziare a fare a breve, ma per ora devo stare fermo. Lunedì prossimo avrò una risonanza magnetica, più che altro per capire come si sta rinsaldando la clavicola e se c’è stato qualche problema ai legamenti e quella sarà anche l’occasione per capire se potrò iniziare a allenarmi un po’ o meno. Paradossalmente mi manca pure la fatica degli allenamenti, figuriamoci quanto mi mancano le moto. Anche solo farci un giro tranquillo, ma adesso è così. Non ti dico che devo solo stringere i denti, perché non posso fare neanche quello, se non in senso metaforico. Però, ecco, quando si dice che bisogna farci caso a quanto siamo fortunati a poter fare anche le cose più semplici, non è una banalità. Io lo sto capendo realmente adesso.
E come è stato l’ultimo fine settimana di Superbike visto dal divano invece che dal sellino della tua Panigale?
Bello! E Assen ha sempre il suo fascino. E poi c’è stata la vittoria di Spinelli in Gara1 e sono stato molto contento per lui, chiamato a sostituirmi all’ultimo minuto, e per il Team Barni. Che quella moto potesse vincere a Assen, come ho già detto, lo pensavo, tanto che mi stavo allenando di brutto, e il fatto che poi abbia vinto davvero, anche se senza di me, mi rende solo felice. Adesso, però, una vittoria di quelle che danno gusto ce la dobbiamo fare anche insieme. Conto di esserci già a Misano, anche se non so se le condizioni potranno essere quelle migliori.
Al di là della soddisfazione di aver visto la tua moto e la tua squadra sul gradino più alto del podio, c’è qualcun altro che ti ha impressionato a Assen?
E’ una stagione diversa rispetto al passato: non c’è più un solo uomo da battere. Credo che Alvaro Bautista, Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu se la giocheranno fino all’ultimo e ce ne sono anche altri che possono giocarsi non tanto il mondiale, ma qualche vittoria.
Pensi davvero che Toprak Razgatlioglu possa puntare al titolo con BMW?
Non solo lo penso, lo avevo anche detto proprio a voi di MOW qualche mese fa, quando la stagione non era ancora iniziata. Toprak ha un talento disumano, BMW è tutta lì per lui e possono anche contare sulle superconcessioni. Quindi sì, confermo quello che avevo detto a suo tempo: Toprak è in piena lotta per il titolo e se la giocherà con Bulega e Bautista.
A proposito di Alvaro Bautista, si dice che potrebbe decidere di smettere…
Non lo conosco abbastanza per poter dire se smetterà o no. Lo stimo tantissimo e ammiro da matti la voglia che ha, ma non ho con lui quella confidenza azzardare ipotesi sulla possibilità che stia pensando realmente al ritiro o no. Quello che mi viene da dire, ma solo sulla base di una impressione, è che un pilota quando è ancora competitivo non pensa a smettere e Alvaro è assolutamente competitivo. Quindi non saprei proprio dire.
Sulla MotoGP, invece, cosa dici?
Dico che non sono tanto sicuro che tutti siano proprio contentissimi del rendimento delle gomme. E’ un po’ il discorso di sempre, ma quest’anno sembra amplificato, come se ormai fosse evidente che non tutti gli pneumatici performano alla stessa maniera. Si vedono troppi alti e bassi e dalle dichiarazioni dei piloti, per quanto velate, si capisce che le gomme sono sempre un po’ un’incognita. Che non significa, sia chiaro, che è tutto studiato a tavolino o che c’è di mezzo un qualche disegno o un qualche complotto, ma semplicemente che il rendimento degli pneumatici non è sempre lo stesso.
La lotta mondiale è ancora un discorso tra ducatisti?
Fino allo scorso fine settimana ti avrei detto di sì. Adesso, però, ho visto un Vinales che ha negli occhi qualcosa che non gli si era mai visto. Già a Portimao era stato pazzesco. Maverick è uno dei talenti più cristallini di tutta la MotoGP, ma per tutta la sua carriera è stato come se bastasse una mezza virgola fuori posto per fare in modo che quel talento restasse inespresso. Adesso invece sembra uno in grado di guidare anche sopra i problemi, ha una luce diversa nello sguardo e sembra determinatissimo. E poi l’Aprilia è un’ottima moto, quindi tra i papabili ci metto anche Vinales.
Pecco Bagnaia?
L’ha detto anche lui: pure nel 2022 non era partito fortissimo, poi però ha vinto quel titolo mondiale e pure quello dell’anno dopo.
Marc Marquez può vincere?
Se non può vincere Marc Marquez chi può vincere? Gli altri che guidano una Desmosedici 2023 sembrano un po’ in difficoltà, basta guardare il fratello che lo scorso anno era andato forte, ma anche Bezzecchi e lo stesso Di Giannantonio che hanno pure vinto delle gare. Marc Marquez, invece, con la Desmosedici 2023 sta lì a giocarsela. Io credo che lo rivedremo molto presto sul gradino più alto del podio. Non so se potrà vincere il titolo, perché gli avversari sono tanti e i valori, anche tecnici, verranno fuori, ma qualche vittoria se la giocherà di sicuro.
Dal campione super affermato a quello che deve ancora scrivere tutto: Pedro Acosta. Te lo aspettavi così forte?
Sì e vale lo stesso discorso fatto per Toprak, perché che quel ragazzo è fortissimo e avrebbe fatto molto bene in MotoGP l’avevo detto in tempi non sospetti anche con voi di MOW. Quindi le motociclette le mastico ancora, almeno quelle (ride, ndr). Però devo essere onesto fino in fondo: mi aspettavo che Acosta partisse forte, ma non così tanto forte. E’ impressionante quello che fa. Sembra uno destinato a aprire un ciclo o comunque a rivoluzionare il modo di guidare. Entra in curva molto più forte di tutti gli altri e ha un modo di frenare che lascia sorpresi anche quelli che comunque un po’ di corse le hanno fatte e viste. Anche Binder, nel 2020, era partito fortissimo, vincendo già alle primissime gare in MotoGP, ma Pedro Acosta ha qualcosa di diverso che fa pensare ai grandissimi campioni. Da un punto di vista dello stile di guida riesce a fare con la MotoGP quello che Bulega ha fatto in Superbike: portare lo stile delle moto piccole sulle moto grandi. Sembra che non sia mai impiccato e risulta tutto incredibilmente pulito e anche quando ti dici che non riuscirà mai a chiudere la curva invece lui la chiude. Se guardi pecco, o Marquez o tutti gli altri, vedi il posteriore che si solleva, la moto che si muove in tutti i modi e in tutte le direzioni, con Acosta, invece, questo non succede. Qualcosa di simile lo fa anche Bulega in Superbike: se guardi Toprak o anche tutti noi altri in frenata e poi guardi Bulega vedi proprio che è un altro modo di preparare la curva che fa pensare molto allo stile della Moto2 o comunque delle moto più piccole e meno potenti.